Capodanno, con il Vecchione quest'anno in piazza "bruciano i nostri guai"
Alta oltre 10 metri, l'opera realizzata da Andreco si evoca i "problemi che nel corso di un anno ognuno di noi avrà dovuto affrontare, in una parola guai. Così per iniziare il 2015 bruciamo tutti insieme i guai, consapevoli che vanno combattuti alla radice e che bisogna essere sempre più forti di loro"
Bologna festeggia l’arrivo del nuovo anno in Piazza Maggiore con il tradizionale rogo del Vecchione, simbolo dell'anno che se ne va, la cui ideazione è affidata ogni anno ad artisti che hanno un legame con la città. Dopo il Vecchione-innaffiatoio dello scorso anno, per il capodanno 2015 Andreco, artista che pone al centro della sua ricerca il rapporto tra uomo e ambiente e tra spazio urbano e paesaggio naturale, ha progettato “Più forte dei guai”, un'opera alta oltre 10 metri.
QUEST'ANNO SI BRUCIANO I GUAI. “Cosa bruciare assieme al Vecchione? Avrei potuto riferirmi all’inquinamento e alle sue ripercussioni sull’ecosistema e sulla salute - racconta l'artista, aggiungendo - Avrei potuto parlare della mia insofferenza per l’autoritarismo e per i grandi e piccoli quotidiani abusi di potere. Avrei potuto riferirmi alla corruzione e alle speculazioni finanziarie che ciclicamente generano le crisi e impoveriscono i cittadini. Avrei potuto bruciare l’intolleranza, il razzismo, il sessismo e l’omofobia. Avrei potuto ricordare che viviamo in un sistema consumistico basato su teorie economiche capitalistiche e corporative che chiamiamo erroneamente democratico".
Invece Andreco ha preferito riferirsi "a una scala più piccola, alla sfera individuale, sapendo che tutti questi macro-fattori che ho elencato hanno delle ripercussioni globali ma anche conseguenze tangibili sulla vita dei singoli. Queste conseguenze sono le necessità, i bisogni, i malanni e i problemi che nel corso di un anno ognuno di noi avrà dovuto affrontare, in una parola le ho volute chiamare guai. Cosi per iniziare il 2015 bruciamo tutti insieme i guai, consapevoli che vanno combattuti alla radice e che bisogna essere sempre Più forti dei guai”.
CHI E' ANDRECO. Nato a Roma nel 1978, vive tra Bologna e New York. Dottore di ricerca in ingegneria ambientale sulla sostenibilità urbana, ha condotto ricerche post dottorato sui benefici ambientali delle tecnologie verdi urbane in collaborazione con l'Università di Bologna e la Columbia University di New York. Dal 2000, la sua ricerca artistica procede parallelamente alla formazione scientifica. Negli ultimi anni le due ricerche, artistica e scientifica, si sono unite in un'unica ricerca multidisciplinare che ha come tema principale il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale e tra l'uomo e l'ambiente in tutte le sue declinazioni. I suoi lavori sintetizzano i concetti alla base delle sue ricerche in simboli, immagini che vanno a comporre il suo linguaggio visivo e concettuale.
Andreco utilizza varie tecniche, dal disegno alla pittura, dalla scultura al video, che nelle esposizioni sono spesso combinate tra loro; realizza installazioni in spazi chiusi, murales e progetti di arte pubblica a volte supportati da un percorso partecipativo.
REALIZZAZIONE DELL'OPERA. La realizzazione del Vecchione è curata dalla società carnevalesca Volponi di San Matteo della Decima, con il coordinamento di Livio Rimondi e la collaborazione di gruppi volontari delle società e del paese. Quest'anno ricorre il decimo anniversario della collaborazione tra gli artigiani di San Matteo e il Comune di Bologna, che dal 2005 ha commissionato loro la
realizzazione dei fantocci disegnati da Cuoghi&Corsello, Sissi, Ghermandi, Ericailcane, Marco Dugo, Paper Resistance, PetriPaselli e To/Let.
Il Vecchione viene costruito “a pezzi” all'interno dei capannoni "Corte Castella" di San Matteo della Decima impiegando esclusivamente materiali naturali come paglia, juta e legno, viene portato a Bologna negli ultimi giorni di dicembre mediante un trasporto eccezionale e viene assemblato in Piazza Maggiore dove, montato, ha un'altezza di circa 10/12 metri.