'La gola serrata' a Sasso Marconi
Con Gabriele Duma e Antonella Franceschini Chitarre e Canto: Guido Sodo Videoartists: Elena Quarta, Renato Buono, Gabriele Marchina
Musiche originali: Partitura pianistica: Aurelio Scotto Musica elettronica, canti popolari e politici: Guido Sodo
Audio editing: Roberto Passuti Luci: Luigi Sermann Scene e Costumi: Andrea Stanisci Regia: Gabriele Duma
Uno spettacolo-concerto dedicato a Giovanni Pascoli, per raccontarlo poeta nuovo, da restituire al suo e al nostro tempo. Una rilettura del poeta emiliano-romagnolo, liberato dei panni d'uomo solitario e intimista di cui gran parte della critica l'ha per troppo a lungo rivestito.
Novembre 1879, nella fredda cella di San Giovanni in Monte, dove resta imprigionato due mesi per grida sediziose e oltraggio ai Regi Carabinieri, il giovane poeta scende nelle profondità del suo animo lacerato e ascolta le voci che lo attraversano. La cella è un non-luogo simbolico dove il passato e il futuro convivono in un eterno presente, in cui il poeta-fanciullo, prima di uscire e rinascere tra i grandi della poesia, instaura un serrato dialogo con le voci di chi, nel corso di una vita, l'ha accompagnato, amato, forgiato: Maria, i genitori Caterina e Ruggero, Andrea Costa, Giosue Carducci .
In scena, in contrappunto a un piano meccanico che evoca atmosfere colte e borghesi di fine secolo, e a un set di musica elettronica, che sposa la dimensione più intima e istintiva del poeta, si intrecciano le voci di Giovanni, di sua sorella Mariù e di un cantore popolare che, secondo le forme dei canti anarchici di fine '800, intona alcuni componimenti giovanili del poeta.
Contributi di videoarte, curati da tre allievi dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, danno forma alle visioni con elaborazioni di fotografie e disegni dell'epoca.
Con un impianto musicale contemporaneo e popolare e fortemente visivo, lo spettacolo conduce lo spettatore nei misteriosi precordi di un'anima unica per sensibilità: ne ricostruisce la storia, l'ideologia; ne sottolinea i valori di fratellanza e solidarietà, l'impegno etico e politico; la attraversa, per intuire che la poesia può essere un momento fondante identità personali e collettive, indispensabile per la conoscenza di sé e dell'altro da sé con cui confrontarsi.