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Teatro Zona Universitaria / Largo Respighi

Teatro Comunale: con 'Turandot' il debutto di Anna, corista 11enne

La giovanissima promessa dell'Opera a poche ore dalla prima rivela: “Stiamo provando dall’anno scorso e siamo circa 40 ragazzi, dai 6 ai 16 anni. Il pubblico resterà sorpreso..."

“Turandot": l’ultimo capolavoro incompiuto di Giacomo Puccini e libretto in tre atti di Giuseppe Adami e Renato Simoni, inaugura stasera la stagione lirica 2012 del teatro Comunale di Bologna, la prima totalmente pensata dalla nuova gestione della fondazione bolognese, il sovrintendente Francesco Ernani e il suo consulente artistico Nicola Sani.

LE ANTICIPAZIONI DI UNA GIOVANE CORISTA. A calcare il sontuoso palco questa sera anche una giovanissima corista undicenne, stasera al debutto nell’Opera. La promettente artista è Anna D., e fa parte di una delle Voci Bianche del Comunale e a poche oreb dall'entrata in scena ci rivela: “Stiamo provando dall’anno scorso e siamo circa una quarantina di ragazzi, dai sei ai sedici anni – racconta – le prove sono andate molto bene per cui non sono troppo emozionata per la prima. Il pubblico resterà sorpreso dall’opera e anche dalle scenografie: bellissime”

GRANDE ATTESA. Un titolo molto atteso sul quale il teatro di piazza Verdi pone molte speranze per le sue sorti artistiche: voltare pagina rispetto alla storia recente che ha visto succedersi sul settecentesco palcoscenico del Bibiena (nel 2013 il Comunale festeggerà il suo 250/esimo anniversario dalla fondazione) allestimenti spesso inutilmente provocatori, cast non all'altezza, e conseguenti contestazioni da parte di un pubblico che, ormai stanco, si è poi via via allontanato dal suo teatro. In questi giorni è invece tornata la coda davanti alla biglietteria a dimostrazione che bene ha fatto il Comunale a sostituire il moderno e macchinoso allestimento polacco di Mariusz Trelinsky previsto dalla precedente direzione del teatro, con la più tradizionale "Turandot" messa in scena a Bari nel 2009, per la riapertura del rinato teatro Petruzzelli, dal regista Roberto De Simone con le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Odette Nicoletti, che tanti consensi ha già ottenuto, sia di pubblico che di critica.

LO SPETTACOLO E GLI INTERPRETI. Uno spettacolo di grande impatto visivo che si ispira ai soldati di Xian, l'esercito di terracotta dell'armata unificatrice della Cina, ritrovato qualche anno fa. L'opera pucciniana manca a Bologna dal 1997 e il Comunale non ospita uno spettacolo firmato De Simone dal 1994: l'attesa è dunque tanta, sia per la popolarità del titolo e sia perché le precedenti prove del regista/musicista napoletano a Bologna (Cenerentola, Histoire du soldat, Italiana in Algeri) sono sempre state accolte con molto favore, "Cenerentola" venne portata anche in Giappone nella prima tournee che il Comunale fece nel '93 in quel paese. Se la parte visiva dello spettacolo non dovrebbe serbare dunque particolari sorprese perche' ampiamente sperimentata, la parte musicale viceversa propone per i due ruoli principali, quello del titolo e quello del principe Calaf, due debuttanti: la soprano americana Tamara Mancini e il tenore coreano Yonghoon Lee. Nella parte della schiava Liù, canterà invece Karah Son, anche lei coreana, ma già esperta del ruolo. Chi ha vosto la prova generale assicura trattarsi di tre gran belle voci. Sul podio il direttore barese Fabio Mastrangelo, alla sua prima prova con i complessi artistici (orchestra e coro) bolognesi con i quali nei primi giorni di prove ha avuto una sorta di battibecco che ha indotto parte dell'orchestra a lamentarsi ufficialmente con l'invio di un comunicato alla direzione del teatro. Vicenda subito rientrata con il direttore, una vera star in Russia ma tutto sommato poco conosciuto in Italia, che nella conferenza stampa di presentazione dello spettacolo ha tessuto le lodi sia dei professori d'orchestra che del coro. Questo spettacolo era stato pensato per concludersi con un nuovo finale composto dallo stesso De Simone in sostituzione di quello di Franco Alfano che viene normalmente eseguito: vicende legate a diritti d'autore hanno indotto però Casa Ricordi e gli eredi aventi diritto a non concedere l'autorizzazione per l'esecuzione. E allora come a Bari anche a Bologna l'opera terminerà con la morte di Liù, perché, come ricordò Toscanini alla prima assoluta alla Scala, a quel punto Puccini morì lasciandola incompiuta.

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