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Naturalità a tavola: cosa significa? Lo spiega uno studio

Sono 15 le caratteristiche per comprendere le qualità di un alimento naturale. Lo studio rivela che la percezione del consumatore rispetto alla naturalità si basa maggiormente sull’assenza di caratteristiche negative

In concomitanza con il SANA di Bologna si parla di natura e naturalità. Soprattutto in campo alimentare. Eppure una vera e propria definizione di "naturalità" non esisteva, fino ad oggi. E' stato il Gruppo Hero (quello delle confetture, delle monoporzioni, dei succhi e delle barrette ai cereali) a divulgare i risultati di uno studio condotto in collaborazione con due università europee l'indagine.

"Nel settore alimentare non esiste una definizione del termine "naturale" condivisa a livello universale - spiegano dal Gruppo Hero - così che a volte l'espressione risulta vaga e talvolta abusata, spesso oggetto di confusione. Secondo quanto rivelato dallo studio condotto, i consumatori percepiscono un prodotto alimentare come naturale in base all’origine delle materie prime, agli ingredienti utilizzati e al processo produttivo. La naturalità del cibo è un elemento di fondamentale importanza per gran parte dei consumatori e i prodotti percepiti come non-naturali corrono il rischio di restare invenduti. Una tendenza che, come confermato dallo studio, è destinata con tutta probabilità a durare per molto tempo". 

"Non volevamo imporre la nostra idea su ciò che riteniamo rappresenti la naturalità, bensì desideravamo scoprire come questo concetto fosse percepito dai consumatori” dichiara Luisma Sánchez-Siles, direttore Innovazione del Gruppo Hero, uno dei ricercatori che ha preso parte allo studio. Insieme a Sergio Román (Università di Murcia) e Michael Siegrist (ETH Zurigo) i tre hanno condotto “la prima revisione che identifica, analizza e integra la letteratura esistente sull’importanza attribuita dai consumatori alla naturalità del prodotto alimentare”.

“The importance of food naturalness for consumers: result of a systematic review” è stato pubblicato nell’autorevole rivista scientifica peer-review Trends in Food Science and Technology e comprende la revisione di 72 studi selezionati su oltre 1000 articoli scientifici: in un periodo di vent’anni sono stati coinvolti  85.000 consumatori appartenenti a fasce di età e gruppi di estrazione socio-demografica diversi, provenienti da 32 Paesi in quattro continenti.

L'ESEMPIO DELLA MELA. “Una mela può essere considerata un alimento naturale. Ma cosa succederebbe se sottoponessimo la mela in questione a un processo industriale intensivo e aggiungessimo conservanti e agenti chimici? Potremmo ancora definirla naturale?” è la domanda a cui i ricercatori hanno voluto dare una risposta raccogliendo in un’unica pubblicazione tutte le informazioni a disposizione.

Lo studio in sintesi ha dimostrato che: l’origine degli alimenti include l’utilizzo di materie prime biologiche coltivate localmente; che il processo di trasformazione del prodotto alimentare deve essere privo di ingredienti artificiali, conservanti, additivi, coloranti e aromi artificiali, agenti chimici, ormoni, pesticidi e organismi geneticamente modificati; che il prodotto finale è salutare, ecologico e “realizzato secondo natura”. Inoltre deve essere fresco e gustoso. 

Un aspetto interessante emerso è che la percezione del consumatore del concetto di naturalità si basa maggiormente sull’assenza di caratteristiche negative, come ad esempio l’aggiunta di additivi, che non sulla presenza di caratteristiche positive. Lo studio, frutto di una stretta collaborazione tra il Gruppo Hero e il mondo accademico, offre anche un’analisi su altri aspetti. I processi di produzione, ingredienti, packaging e marketing devono essere combinati in maniera sinergica per permettere ai consumatori di percepire i prodotti come naturali e simili agli alimenti tradizionali. La percezione del consumatore rispetto alla naturalità dei nuovi prodotti alimentari o di tecnologie innovative del settore deve essere considerata fin dalle prime fasi di sviluppo di un prodotto.

L’impiego di alternative ad alcuni additivi sintetici potrebbe avere delle ripercussioni sul prezzo del prodotto e sulla sua shelf-life, che potrebbe portare il consumatore a rivalutare le sue scelte - una nuova sfida per il settore. La naturalità degli alimenti appare più importante per le donne e per gli anziani. L’assunzione di cibo dei consumatori è fortemente influenzata dall’importanza attribuita alla naturalità. Ignorare il concetto di naturalità potrebbe avere un impatto molto negativo per il settore alimentare
 

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