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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Piano mobilità, le opposizioni insorgono: 'Manina su documento? Si faccia chiarezza'

Una versione del documento approvata in consiglio risulterebbe modificata

Una "manina" ha modificato all'ultimo momento il testo del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) di Bologna? Dopo l'udienza conoscitiva con l'ex amministratore di Srm, Helmut Moroder, il dubbio serpeggia in Comune e le opposizioni chiedono al sindaco Virginio Merola di fare chiarezza.

In modo originale: i vari gruppi di minoranza, nel Consiglio di oggi, hanno preso uno dopo l'altro la parola replicando lo stesso intervento. La dichiarazione fotocopia è stata fatta in aula da Marco Piazza (M5s), Mirka Cocconcelli (Lega), Dora Palumbo (misto), Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) e Federico Martelloni (Coalizione civica).

Oltre ad esprimere "il biasimo più totale nei confronti del sindaco, della Giunta e dell'amministrazione, in particolare nella figura del suo direttore generale per la gestione del rapporto con i vertici di una società deputata al controllo del Tpl nonché per l'assenza di trasparenza nei confronti della città e del Consiglio -affermano le opposizioni- non possiamo esimerci dal rilevare come, in sede di commissione, siano emersi elementi ulteriori i quali travalicano i confini della dialettica politica tra maggioranza e minoranze".

Due, in particolare, le circostanze su cui le opposizioni chiedono "estrema chiarezza". Innanzitutto, dal resoconto di Moroder è emerso "che, con tempistiche e modalità da approfondire, ma comunque all'ultimo momento- riferiscono i consiglieri- sarebbero stati modificati i contenuti di un atto pubblico quale il Pums, tramite la sostituzione di tre pagine con altro testo di non chiara provenienza, tanto da ritardare, addirittura, la pubblicazione dell'atto sui siti istituzionali".

Così come "discutibili, ma è un chiaro eufemismo- continuano i gruppi di minoranza- si presenterebbero le modalità con le quali il direttore generale si sarebbe comportato con Moroder e si sarebbe adoperato per dare seguito alla mera proroga del contratto in essere con Tpb".

Se tutto fosse confermato, sarebbe "molto grave- attaccano le opposizioni- sotto il profilo della correttezza istituzionale, del rispetto della professionalità dei tecnici e, essendo non chiara la matrice della modifica, anche sotto il profilo del rapporto tra chi controlla e chi è controllato".

Merola, dunque, deve "fugare ogni legittimo dubbio relativo all'ipotesi che si siano verificati abusi o violazioni", concludono i consiglieri. Tra le opposizioni, solo Marco Lisei non è intervenuto in aula, ma il capogruppo di Fi fa sapere di condividere l'intervento: "Sono fatti gravi e meritavano una presa di posizione di tutte le minoranze, per questo abbiamo condiviso un testo".

In più, "chiederò alla prossima riunione dei presidenti vengano riviste tutte le procedure di approvazione delle delibere- aggiunge Lisei- per avere certezza assoluta che i testi approvati in Consiglio non possano essere soggetti a manipolazioni. Non che sia avvenuto, ma con le attuali modalità potrebbe, senza che nessuno se ne accorga e che si possa verificare".

Anche il consigliere metropolitano Paolo Rainone (M5s) interviene sulla vicenda: "Da ingerenze su decisioni importanti come l'eventuale proroga della gara di assegnazione di tutti i servizi bus urbani ed extra-urbani prevista per il 2020, a modifiche al testo del Pmus inserite a insaputa di Moroder, il quadro che ne emerge è quella di una brava persona, umile e preparata, che deve soccombere a meccanismi politici ed economici diretti da persone che probabilmente proprio tanto 'brave' non sembrano essere". (Pam/ Dire)

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