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Terremoto, bando servizio civile: giovani volontari nelle zone colpite

400 giovani presteranno servizio nelle aree terremotate dell'Emilia-Romagna. Impegnati nei settori educativo, assistenziale e artisticP-culturale. Priorità ai residenti nelle zone colpite

L’intervento, sollecitato dalla Conferenza delle Regioni, che ne ha ottenuto il finanziamento, riguarderà infatti 500 giovani italiani, 400 in l’Emilia-Romagna, 50 in Lombardia e Veneto e 50 all’Aquila.
Nelle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia 350 giovani saranno impegnati nei settori educativo e assistenziale, e altri 50 nel settore dei beni artistici e culturali. Grazie alla legge regionale 20/2003 la Regione ha inoltre finanziato l’avvio, nel servizio civile regionale, di ulteriori 100 giovani comunitari e stranieri che affiancheranno i coetanei italiani.
Si tratta di un folto gruppo di giovani, provenienti anche dalle zone terremotate (nel bando verrà data priorità proprio a questi ultimi) disposti ad impegnarsi per far fronte ai bisogni espressi dalle comunità dei territori colpiti dal sisma nella fase di ripresa della vita sociale, di ricostruzione e di ritorno alla normalità attraverso il recupero della quotidianità.

I Comuni colpiti dal sisma e gli enti del terzo settore sono stati immediatamente coinvolti nella progettazione dell’intervento che dovràdiventare operativo nel più breve tempo possibile.
“Contiamo di partire al più presto – ha spiegato l’Assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – abbiamo già chiarito gli aspetti principali con l’Ufficio nazionale del Ministero e interessato le Unioni dei Comuni cui spetterà la programmazione e l’attuazione operativa negli ambiti educativi e assistenziali insieme agli enti nazionali e regionali accreditati per il servizio civile. Nei prossimi giorni il progetto verrà sottoposto all’esame del Comitato Istituzionale per essere valutato e, successivamente, incontreremo anche i referenti tecnici locali  per approfondire i contenuti el'organizzazione.”
“Questa iniziativa, che si traduce in utilità per le comunità locali e per i giovani che vivranno questa esperienza – ha concluso l’Assessore – è coerente con lo stile adottato dalla Regione in tutta la gestione del sisma e rappresenta un’ulteriore opportunità  per le Istituzioni di essere vicine ai cittadini anche dopo la fase della prima emergenza.”   

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