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Mercato dell’auto: “Istituire albo dei concessionari. Il Governo si sieda a un tavolo per capire le esigenze del settore”

Intervista a Domenico Palli titolare del Gruppo Moreno, in Emilia Romagna tra i leader nel settore automotive e dei servizi a esso collegati

L’Emilia Romagna, terra di motori, ha sempre fatto scuola per tecnologia e imprenditoria in questo segmento di mercato che, a causa della pandemia in corso causata dal Coronavirus e la chiusura di produzione e concessionarie, in questo momento rischia una forte crisi. In tanti spingono verso una riapertura, chiedendo investimenti e soluzioni mirate affinché il mercato delle quattro ruote riparta. Ne abbiamo parlato con Domenico Palli, titolare del Gruppo Moreno, da oltre 40 anni operativo nel settore automotive e dei servizi ad esso collegati. Una realtà imprenditoriale importante nel bolognese, così come in tutta la regione.

Palli, come avete gestito l’emergenza? “L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ci ha colti di sorpresa, non potevamo certo immaginare quanto accaduto. Tutte le attività sono legate tra loro a doppio filo, dalla produzione al trasporto, fino alla vendita. Parliamo di un settore che a livello nazionale ha più di 200mila addetti, più tutti gli indotti delle officine di riparazione, service, elettrauti e così via. E’ una lunga catena a essersi fermata. Per quanto riguarda le misure adottate abbiamo ovviamente messo in sicurezza tutti i nostri collaboratori. Nei nostri service è stata resa obbligatoria la sanificazione su tutte le vetture prima che chiunque iniziasse a lavorarci, applicando tariffe minime in base alla grandezza dell’abitacolo. E’ una precauzione che adotteremo anche dopo l’emergenza. Lo facevamo già per l’usato e semi nuovo, ma che adesso stiamo implementando perché riteniamo sia necessaria. Poi abbiamo attivato un call center che sta funzionando molto bene e implementato lo smartworking”

Avete avuto disdette di contratti o rinunce d’acquisto? “No e devo dire che grazie a tanti anni di lavoro e impegno sul territorio c’è grande fiducia nei nostri confronti, abbiamo venduto automobili anche utilizzando gli strumenti online ed il telefono”.

Quali sono i problemi da affrontare in vista di una riapertura?  “Se vendiamo ma non consegniamo non possiamo fatturare, e quindi né recuperare né guadagnare, ma le spese in questo periodo non si sono di certo fermate, ed è con questi bilanci che dobbiamo fare i conti. E’ per questo che una riapertura, ovviamente in piena sicurezza, deve avvenire quanto prima per non mandare in crisi un intero settore.  Consideri che abbiamo chiesto la cassa integrazione per i nostri dipendenti ma siamo stati noi ad anticipare loro la quota loro spettante. Non ci sembra giusto che lo Stato arrivi dopo e che gli imprenditori debbano sostituirsi a questo, pensando a tutto. E’ illogico. Il nostro scopo consiste nel tenere tutti a bordo, magari anche con qualche soldo in meno ma tutti devono andare avanti. Se il Governo si sedesse a un tavolo con case costruttrici da un lato e concessionari dall’altro, sarebbe in grado di capire nel dettaglio tutte le esigenze di questo settore. La cosa che ho sempre reputato grave è che non esista un albo dei concessionari. Vogliamo essere riconosciuti come categoria, questo sarebbe già un buon punto di ripartenza. Non ci sarà un unico problema da affrontare ma più situazioni in contemporanea se non si adotteranno i giusti provvedimenti”.

Quindi il Governo in che direzione dovrebbe muoversi? “Sarebbe sufficiente recepire in toto le norme europee che non rispettiamo e per le quali paghiamo ammende a Bruxelles.Dobbiamo permettere alle aziende di scaricare il 100% dell’iva sulle auto aziendali, di scaricare costi e oneri accessori, dare una possibilità di ammortamento fiscale vantaggioso per l’utente. Abbiamo uno dei parchi auto più obsoleti di Europa: un parco più giovane consentirebbe di limitare incidenti stradali, migliorare la qualità di vita a bordo degli utenti e rendere le strade più sicure”

Da questa situazione c’è qualche spunto positivo per il futuro? “Sicuramente il modo di approcciarsi all’acquisto sarà diverso, tutto cambierà e mi auguro che le persone abbiamo imparato il valore della solidarietà, della pazienza e della calma.In questo periodo abbiamo preso tutti più confidenza con il mondo dello smartworking, prassi non molto consolidata nel nostro settore ma che troverà un positivo riscontro quotidiano nel futuro che ci troveremo ad affrontare. Penso ad esempio a coloro che hanno bambini o persone da accudire, in questo modo possono lavorare da casa.Lo smartworking può aiutare a regolare anche i flussi in azienda, lasciando più spazi liberi e  meno gente sul posto di lavoro. Gli spunti possono essere tanti, basta solo coglierli. Credo anche che dotarsi di apparecchiature di comunicazione sempre più sofisticate agevoli un futuro in cui potremo evitare inutili contatti che potrebbero, alla luce di quanto accaduto, causare contagi. Tengo in particolar modo a ringraziare tutti gli operatori sanitari e le forze dell’ordine per l’immane lavoro svolto. Lavoro mirato solo a salvare vite umane, non dobbiamo dimenticarcene. Neanche quando tutto questo sarà passato”.

Domenico Palli, titolare del Gruppo Moreno:

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