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PD, Calvano in città: "Guai abbandonare la nave nella tempesta"

POST 4 MARZO. "I nostri iscritti non ci chiedono le dimissioni. Confermato il rimpasto della sua squadra dopo le defezioni di Giuditta Pini e Luca Rizzo Nervo

Paolo Calvano a Bologna per la direzione regionale dopo la 'batosta' delle elezioni dello scorso 4 marzo: "Da parte di chi ci ha votato e di chi frequenta i nostri circoli c'e' questa richiesta: abbiamo perso, ma guai ad abbandonare la nave in mezzo al mare in tempesta, anzi e' necessario remare tutti dalla stessa parte per poter solcare adeguatamente questo mare", ha detto Calvano aprendo la direzione regionale post-voto a Bologna.

Riunione che si tiene all'ex Boscolo hotel (qualcuno ha ironizzato sul fatto che si trovi in viale Lenin) perche' la sede di via Rivani e' senza riscaldamento. Calvano e' voluto partire dalle richieste di fare tabula rasa nell'attuale organigramma del partito. "C'e' chi legittimamente ha detto 'tutti i livelli territoriali dovrebbero dimettersi'. Non e' quanto i nostri iscritti ed elettori oggi ci chiedono, perche' c'e' la voglia palpabile di salvare e rilanciare il Pd", dice il segretario.

Maurizio Martina e la segreteria nazionale, ricorda Calvano, "si sono fatti interpreti di questo sentimento e hanno chiesto a tutti non solo di non sbaraccare, ma di intensificare gli sforzi, i momenti di confronto sul territorio, con spirito collegiale e con un impegno diffuso a tutti i livelli. Lo faremo certamente dall'Emilia-Romagna, abbiamo gia' iniziato a farlo perche' occorre ripartire dai fondamentali: la nostra base elettorale, coloro che si sono impegnati, che ci hanno creduto e continuano a crederci". 

Certo, afferma ancora Calvano, "non posso far finta che qualcuno pubblicamente o in qualche consesso locale ha detto: 'alcuni segretari regionali si sono dimessi all'indomani del voto'. È vero. Ma e' giusto rimarcare una differenza tra quei segretari regionali e l'Emilia-Romagna. Buona parte di quei segretari nel costruire le liste ha ritenuto opportuno, legittimamente, partire dal proprio nome, giocare la partita in prima persona". In Emilia-Romagna, invece, "abbiamo fatto una scelta diversa: sono andato a Roma da segretario regionale per portare e sostenere le proposte emerse dal territorio, e non aver voluto essere tra quelle proposte mi ha indubbiamente consentito di poter fare di tutto, fino all'ultimo secondo utile, per difendere cio' che l'Emilia-Romagna proponeva".

Calvano ha anche confermato il rimpasto della sua squadra dopo le defezioni di Giuditta Pini e Luca Rizzo Nervo ("Chiedero' a qualcuno di voi di dare una mano alla segreteria") e annunciato le prime mosse per rilanciare il partito: un "tesseramento straordinario aperto a quelle energie fresche che si sono avvicinate a centinaia gia' in questi giorni" e poi "un'assemblea regionale straordinaria, accompagnata dal contributo di esperti e studiosi, su come deve essere un partito nel XXI secolo". Infine, confermata l'intenzione di rimettere in palio il mandato gia' il prossimo autunno: "Non ci sono posti da tutelare ma un partito da far vivere. I congressi saranno un'opportunita' se non saranno la solita conta ma un confronto in profondita' su cosa deve fare un partito. Un modo anche per prepararci al meglio alla tornata di elezioni amministrative e regionali del 2019".

"Volevo mettervi al corrente di un'attivita' urbana che si chiama slacklining, in pratica si cammina su un filo sospeso in aria. Noi adesso siamo cosi': su un filo". Lo ha detto il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, durante la direzione regionale del partito sul voto del 4 marzo.
"Ma non ci siamo da soli- dice Calvano- ci siamo tutti insieme e quindi e' ancora piu' difficile mantenere l'equilibrio, perche' se non ci coordiniamo, se non ci muoviamo insieme, rischiamo di cadere tutti per terra". Il trauma del flop elettorale e' stato forte e Calvano non fa sconti.

"Siamo consapevoli che e' arrivata la paura anche in una terra da sempre ricca di sicurezze, sociali, economiche, relazionali. In modo concentrico abbiamo sofferto nelle periferie della regione, nelle periferie delle province, e nelle periferie urbane. Dobbiamo farci interpreti di quelle paure, esserne la soluzione". Il voto mobile pero' ("si parte da zero a zero dappertutto" ha un vantaggio: le cose possono cambiare in fretta.

Per questo la "mobilita' elettorale va affrontata con il rafforzamento della nostra credibilita'. E anche ai nostri avversari dico che i voti che hanno preso adesso non e' detto che li riprendano al prossimo giro. Ci rende certamente credibili la nostra capacita' di governo nei Comuni e in Regione. Al contempo dobbiamo pero' essere un partito da battaglia e da combattimento". Capitolo alleanze: per il segretario bisogna "tenere insieme il centrosinistra e essere contemporaneamente permeabili a forme di civismo credibili. Una strada da seguire oggi, che in realta' abbiamo gia' percorso altre volte, e che dobbiamo percorrere anche nel costruire alleanze in previsione del 2019, nei comuni e in regione. Non dobbiamo avere paura di contaminazioni, dentro un impianto valoriale riconosciuto e riconoscibile".

(agenzia Dire)

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