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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Jobs act, Renzi alla Philip Morris tra le contestazioni: 'Sua proposta un abile bluff'

Così Fiom provoca il Premier chiedendo di incontrare una delegazione di metalmeccanici per illustrare con chiarezza quello che intende fare. Blindata la sede della kermesse aziendale a Zola. Contestatori raggruppati a Crespellano

"Il futuro è oggi", è il titolo dell’incontro odierno di presentazione dell'investimento industriale del Gruppo Philip Morris a Bologna, che avverrà in concomitanza con la posa della prima pietra del nuovo stabilimento di Crespellano. Presenti il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, il sindaco di Bologna Virginio Merola, la Presidente della provincia Beatrice Draghetti, l'ex Premier Romano Prodi e vari rappresentanti dell'imprenditoria locale e non solo. A Zola anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Come annunciato già nei giorni scorsi, diversi i gruppi pronti a contestare il Premier. Alla base delle rimostranze il jobs act. La sede della kermesse aziendale è dunque stata blindata. I rimostranti si sono quindi raggruppati davanti alla Philip Morris di Crespellano.

CONTESTATORI TENUTI ALLA LARGA. Tra i numerosi ringraziamenti infatti che l'ad e presidente di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli, ha fatto in apertura della cerimonia c'è stato anche quello al questore di Bologna Vincenzo Stingone. "Per aver permesso- ha precisato Sidoli- che questo evento si svolgesse come una festa". A rischio contestazioni, la cerimonia si è svolta in uno spazio assolutamente protetto e massicciamente presidiato dalle forze dell'ordine.

Poi la parola è passata al Premier -  sul palco circolare allestito all'esterno dello stabilimento Intertaba - che ha esordito dicendo:"Da qui a 20 anni, se avremo un Paese che fa le scelte giuste, io immagino che saremo un Paese leader, che continueremo ad essere leader in Europa. Se non fossimo in grado di rimuovere gli ostacoli che bloccano la crescita sarà solo colpa nostra". Il Premier ha poi rivolto un pensiero a Giacomo Venturi, il vicepresidente della Provincia scomparso pochi giorni fa. Scrosci di applausi a seguire. Sul finale Renzi ha promesso: "Tra 18 mesi ci ritroveremo qui a inaugurare la fabbrica".

Philip Morris blindata, alla posa della prima pietra il Premier

Tra le fila dei contestatori, tenuti andistanza oggi dal Presidente del Consiglio - c'è Fiom, che però sottolinea di non protestare “contro questo importante investimento di una multinazionale nel nostro paese che puo', anzi, avere rilevanza strategica per la struttura industriale del nostro territorio”. Piuttosto il sindacato si rivolge a Renzi che con le linee del proprio Governo “non ci ha convinto, che lotteremo per difendere la nostra condizione e quella del paese, per rivendicare un modello di sviluppo non in contrasto col benessere sociale “. Quindi Fiom lancia una provocazione al Premier, chiedendogli di incontrare oggi stesso una delegazione di metalmeccanici e "di illustrarci con chiarezza quello che intende fare, quali sono le ragioni e gli obiettivi di fondo, cosa pensa di ottenere e cosa mette a repentaglio con la sua iniziativa. Secondo noi la sua proposta cela un abile bluff, nel senso che parla di un allargamento dei diritti mentre in realta' li cancella e crediamo di poterlo dimostrare".

Sul piede di guerra anche lAltra Emilia Romagna, Claudia Candeloro, candidata per Bologna, ha tenuto a sottolineare:“ Se Renzi ha incassato la fiducia in Senato andiamo a ricordargli che non ha la fiducia dei lavoratori. Per questo siamo accanto ai sindacati in ogni loro battaglia per la tutela dei lavoratori”. Per questo oggi si sono dati appuntamento a Crespellano.
La lista di sinistra critica inoltre le modalità dell’investimento Philip Morris: “occuperà infatti 30 ettari di terreno agricolo ora trasformato in area industriale, nonostante nel 2007 venne posto sotto tutela dal punto di vista ambientale dalla Provincia come cono visivo della collina e come corridoio ecologico entro il quale la biodiversità deve spostarsi da nord a sud”.  C'era una diversa possibilità di usufruire – per l’Altra Emilia – ovvero quella di utilizzare una vasta area adiacente, il Polo del Martignone, “destinata già da tempo ad area di espansione industriale, sufficientemente grande a contenere i 30 ettari che occuperà la PM, come si poteva utilizzare l'area l'ex Manifattura  Tabacchi o i tanti siti industriali dismessi in provincia”.  
La Multinazionale si è impegnata a restare 10 anni e dopo? Si interroga Candeloro: “ Cosa ne sarà di quell’insediamento?”. Da ridire anche per quanto riguarda l'occupazione promessa: “nell’accordo tra Provincia, ex Comune di Crespellano (ora Valsamoggia) e PM, non si parla di numeri – sottolinea l’altra Emilia - Di certo verranno riassorbiti gli ex dipendenti della Manifattura Tabacchi e si parla di trasferire i dipendenti della Intertaba di Zola Predosa . Quale ritorno occupazionale avrà il territorio della Valsamoggia? La pubblica utilità non c’è, a noi resteranno di sicuro i danni ambientali.”

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