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Unioni gay. Capogruppo Pd sposa compagno ad Oslo, poi battaglia legale

Sergio Lo Giudice dovrà fare 2000 km per pronunciare il suo sì. Ma promette: rientrati in Italia "chiederemo la trascrizione e, dopo il rifiuto, via in Corte europea", a sostegno dei diritti degli omosessuali

Dopo che il Comune di Bologna respinse la sua richiesta di pubblicazioni di nozze, Sergio Lo Giudice - presidente onorario di Arcigay e capogruppo Pd Bologna - continuala sua "battaglia". Lui e il suo compagno questa volta si diranno sì, ma per farlo - viste le leggi vigenti sui matrimoni omosessuali in Italia - dovranno arrivare fino ad Oslo.

Il 27 agosto saranno sposi, per amore ma anche per 'politica'. "Facciamo questo passo ora prima di tutto perché vogliamo sposarci - racconta Lo Giudice - ma c'é pure una motivazione di tipo politico, anche se non è legata all'attualità e alla novità di New York".

In effetti, mesi fa la coppia aveva fatto richiesta di pubblicazioni di matrimonio al Comune di Bologna. Il rifiuto è arrivato puntuale come previsto, vista l'assenza di una legge sulle nozze gay. Poi la scelta di Oslo, più vicina rispetto a Canada e New York che sono gli altri due Stati dove possono sposarsi coppie residenti all'estero.

UNA BATTAGLIA IN NOME DEI DIRITTTI OMOSESSUALI. Ma la soluzione norvegese rientra in una battaglia più lunga e difficile per avviare un percorso giudiziario che porti, chissà quando, alla libertà di sposarsi in Italia anche per lesbiche e omosessuali.

"Dopo il matrimonio chiederemo la trascrizione e dopo il rifiuto (lo Stato italiano non ammette nozze gay anche se celebrate all'estero), faremo ricorso alla Corte europea - spiega il consigliere - Speriamo così anche noi di spingere tribunali e legislatori a pronunciarsi sui diritti delle persone omosessuali".

DIVERGENZE CON MEROLA- E una volta sposato, Lo Giudice sogna un sistema di diritti e doveri che non sia tanto diverso da quello che dovrebbe valere per le coppie di fatto. Un'idea diversa rispetto al 'suo' sindaco e compagno di partito Virginio Merola, più orientato a dare priorità ai diritti degli sposati? "Non proprio, ma diciamo che per me la linea adottata dalla Regione Emilia-Romagna è la più efficace - spiega il futuro sposo - ossia garantire servizi a nuclei di persone che decidono di fare famiglia indipendentemente dal vincolo che li lega".

 

(fonte ANSA)


 

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