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La “grillina” Antonia Iulia Dejeu si dimette: “Beppe l’ha fatta grossa”

Tutto è cominciato con un post di Beppe Grillo sugli stranieri. Dopo alcune lettere senza risposta, arrivano le dimissioni: "Continuerò ad appoggiare il movimento da fuori"

Partiti, astenetevi da chiamare. Non sono in vendita. Credo ancora nei valori del MoVimento 5 Stelle, che sono incompatibili con voi – questo uno dei post che su Facebook confermano le intenzioni della consigliera del Quartiere San Vitale Antonia Iulia Dejeu - voglio dire una sola cosa, non ho imparato a pensare da Beppe, ma dai miei genitori e dai miei nonni. Rispetto Beppe per mille cose che ha fatto e continua a fare, ma non ne faccio un idolo, perché non ho mai avuto bisogno di idoli, per cui credo di avere il diritto di esprimere democraticamente il mio disappunto quando la fa grossa”.

L’ANNUNCIO SUL WEB. E’ sulla sua pagina Facebook che la Dejeu fa l’annuncio: “Se non si danno messaggi chiari non passa la verità: uno vale uno, bisogna fare chiarezza su quando si parla a nome proprio e quando per un movimento – l’unico commento che ci rilascia Antonia – la mia si. è una scelta dolorosa, e io continuerò a appoggiare il movimento, ma da fuori”.

LA NOTA. Ecco la nota della Dejeu: “Sono Antonia Iulia Dejeu, portavoce nel Quartiere San Vitale a Bologna, e sono romena. Mi accingo per scrivervi molto addolorata e turbata. Ho portato il nome di Grillo in petto con fierezza e spero, con merito. Ho preso per rumori o fraintendimenti le voci che provavano a sviare la mia fiducia nella nuova Italia che stavamo costruendo insieme. Ho pianto di rabbia quando ci hanno deriso e di gioia quando siamo entrati nei Comuni e nelle Regioni. Sembra una vita per quanto intensamente l’ho vissuta, dando tutta me stessa con passione. La gente, per seminare zizzania, mi chiedeva “Beppe è razzista?”, “Beppe odia i romeni?” ed io rispondevo “A Grillo piace provocare per far pensare. È un pezzo di pane, è cattivo solo con i cattivi”.Sono entrata nel MoVimento a giugno 2010, perché preparavo un esame sull’articolo 3 della Costituzione e mi sono detta “Conosco chi lo ama e lo applica!” Sono entrata per portare avanti la lotta contro l e discriminazioni, lotta che faccio già nel mio lavoro da mediatrice culturale. È andata molto bene dall’inizio. Gli attivi e i simpatizzanti non mi hanno guardato come romena, ma come donna che ha voglia di dare il suo tempo, la sua cultura, le sue forze, la sua esperienza di vita fuori dai binari italiani al MoVimento. Così sono diventata prima referente del gruppo di lavoro per i temi di pari opportunità – in senso lato – immigrati, donne, persone con disabilità, malati, persone con altri orientamenti sessuali, e poi capogruppo nel Quartiere San Vitale di Bologna. 

ANTONIA A BEPPE GRILLO.Lunedì non ho capito il tuo post Beppe – scrive Antonia sul blog di Grillo -  non l’ho capito. Mi è venuta una fitta al cuore e ho pensato di risponderti per darti i dati, gli “ingredienti” che ti mancano, perché tu non lavori con gli stranieri, come me. Avevo quindi l’obbligo, come faccio nella mia assemblea, di completare la tua conoscenza con la mia, per completare la nostra tavolozza di colori, prima di pensare che cosa vogliamo dipingere.Ho aspettato fino a ieri una tua risposta, non diretta ovviamente, ma un qualsiasi segnale che mi chiarisca il primo post. Intorno il mondo è andato a fuoco, ed io ero in ansia

IL FAMOSO POST, LA LIBERALIZZAZIONE DELLE NASCITE.  Ecco il post di Grillo che ha provocato tanti dissensi: “La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall'altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della ‘liberalizzazione’ delle nascite”.
“Ieri hai risposto – prosegue la nota - hai pubblicato un articolo tratto da un giornale che disprezzi, come o forse più di altri giornali, scritto da una persona palesemente di destra. L’inizio dell’articolo dava qualche spunto interessante, seppur non del tutto condivisibile, poi virava nel dire che “tutti” gli immigrati sono africani arabi affamati non vogliosi d’integrazione, che è meglio che non voti perché non appoggino  un partito fondamentalista. Come dati storici considerava solo due paesi, cioè due modi-epoche-culture dell’accoglienza, sollevandole a livello di modello assoluto. Non l’ho fanno più nemmeno al primo anno all’università … Credo di intuire, da com’è andata la vicenda, che questo punto di vista si avvicini molto al vostro. Allora mi sono detta: sono buona a lavorare a livello locale, ma come i negher dell’articolo è meglio che io non abbia il diritto alla cittadinanza, perché, ODDIO! la voglio usare per votare l’attivo Cuppone nel Parlamento di Roma.

Non so come chiudere questa lettera. So che riconoscete a tutti i portavoce il diritto sacrosanto di votare secondo coscienza, non è di quello che parlo. Vi chiedo invece: volete davvero a far a meno  di tutti quelli che non sono nati da famiglia con pedigree documentato? Parliamo per caso di una città come quella città greca, dove solo gli uomini greci sono cittadini e tutti gli altri vadano a fottersi, ma non prima di sfiancarsi per il bene dei primi? Uno vale uno ma quelli di origine straniera valgono 0,5? Attendo impazientemente una vostra risposta esaustiva, Antonia Iulia” (27.01.12)

LA SECONDA LETTERA SENZA RISPOSTA. “Salve, sono sempre Antonia Iulia Dejeu, la portavoce del Quartiere San Vitale di Bologna che vi ha scritto venerdì. L'ultimo post sulla cittadinanza mi è sembrato sfuggente. Nascondersi dietro l'Europa per il calpestamento della sovranità nazionale, che porta a mancati introiti per naturalizzare o riconoscere nuovi cittadini - la sera prima dell'introduzione delle nuove tariffe per il permesso di soggiorno è codardia. Guardate negli occhi i bambini delle scuole e dite loro che pagano più degli italiani per avere meno degli italiani. Poi raccontatemi cosa vi hanno risposto. L'unica strada percorribile è riformare tutta la legislazione riguardo all'immigrazione, per renderla più giusta - e l'Italia più equa - così chiederà la cittadinanza solo chi si sente italiano. Non si risanano le ingiustizie puntando il dito altrove, o accusare chi fa un buon lavoro, anche se lo fa per motivi sbagliati. Aspetto ancora una vostra risposta, persino un vaffa ... e meglio del vostro silenzio. Antonia. 

POI LE DIMISSIONI. “Oggi ho commentato di nuovo sul blog. Non scrivo più lettere, perché non sono più attiva nel MoVimento”. E’ così che la consigliera del quartiere San Vitale
 

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