Un anno a Silvio Berlusconi, due anni e tre mesi al fratello Paolo per rivelazione di segreto d'ufficio in merito alla telefonata del 2005 tra Fassino-Consorte “Abbiamo una banca?”, quando il gruppo bolgonese Unipol tentava la scalata a Bnl. L'intercettazione era ancora coperta dal segreto istruttorio, quando venne pubblicata da “Il Giornale”, quotidiano della famiglia Berlusconi, che sembra venne regalata per Natale al leader Pdl da Roberto Raffaelli che lavorava per la società fornitrice delle apparecchiature per le intercettazioni alla Procura.

LA MANIFESTAZIONE. Già annunciata dal Segretario Angelino Alfano, nel giorno della condanna arriva anche la conferma ufficiale del Pdl per la manifestazione a Roma del 23 marzo, in Piazza del Popolo: "con Silvio Berlusconi per la libertà, per un Paese che vuole tornare a crescere, contro l'oppressione fiscale e contro ogni intimidazione giudiziaria".

ANNAMARIA BERNINI. “Sentenza indecente e surreale” per la vice portavoce e senatrice Pdl Annamaria Bernini “Qui si gioca per motivi politici con la vita e la libertà delle persone. La condanna per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio a carico dell'uomo più intercettato d'Italia è un orribile paradosso… La vita privata di Silvio Berlusconi è stata per anni brutalmente violata in ogni modo possibile: stralci della sua intimità totalmente privi di rilevanza processuale sono stati illecitamente dati in pasto ai media fino a creare un genere letterario. Qualcuno è stato processato per questo indegno mercimonio? Qualcuno condannato? Qualcuno ha risarcito Berlusconi? Non stupisca allora l'indignazione verso quella parte di magistratura che ha ormai platealmente dismesso la terzietà e l'indipendenza ed è scesa in campo in uniforme militante per combattere una guerra senza esclusione di colpi. E con l'obiettivo, ormai altrettanto chiaro, di eliminare un avversario politico imbattibile nelle urne attraverso un uso distorto del potere giudiziario".