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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bersani al Parco Nord: Premier nel mirino e apertura a Udc

Il segretario del Pd ha chiuso la Festa dell'Unità. Ai suoi: "Pronti a transizione che dia il senso della discontinuità… e alleanza tra progressisti e moderati per ricostruire Paese"

Torna sotto le Due Torri il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ieri ospite al Parco Nord di Bologna per la data conclusiva della Festa dell'Unità di Bologna. Tanti i suoi compagni riuniti per ascoltare le sue parole, tra la folla presente anche Maurizio Cevenini, il "Cev", con tanto di cravatta rossoblù, ormai d'ordinanza per le domeniche calcistiche.

Fuori dal tendone dove si teneva la Bersani-intervista, un gruppo di manifestanti No-Tav, non hanno perso l'occasione per sventolare le loro bandiere e portare all'attenzione la loro causa, in maniera pacifica.

Pier Luigi Bersani al Parco Nord

Bersani non indugia e delina i prossimi passi per il futuro: prima mandare a casa Berlusconi, poi rendersi disponibili ad una transizione all'insegna di una discontinuità, e favorire il dialogo fra progressisti e moderati per creare una coalizione che possa essere alla guida di una "legislatura costituente".

DIMISSIONI PREMIER, IMBARAZZO TRIBUNALI. La richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio il leitmotiv del centrosinistra. "Domani - ha spiegato - si apre all'Onu un'assemblea di straordinaria importanza che discuterà con la presenza di tutti i leader del mondo del Medio Oriente, della Libia, comincerà a discutere della rivendicazione palestinese ad essere uno Stato. Ci saranno tutti, l'Italia non ci sarà, perché evidentemente per Berlusconi ormai è più imbarazzante il tribunale dell'Onu del tribunale di Milano. Si può andare avanti così?". Sul tema Bersani non si dilunga sulle rivelazioni delle intercettazioni che coinvolgono il premier, ammicca solamente. Come quando dice che la Germania avrebbe voluto una "radicale smentita" della frase sulla Merkel, che nei verbali finora non è stata trovata, ma che i giornali tedeschi hanno già riportato con evidenza.

IL FUTURO. Ma il segretario del Pd pensa anche al dopo. Una volta mandato a casa Berlusconi - ha spiegato Bersani, ai suoi compagni, che in tanti ieri affollavano il tendono al centro del Parco Nord - il Pd è pronto per dare il proprio contributo ad una "transizione che dia il senso della discontinuità". Ovvero se ci sarà da votare un governo di larghe intese, che riscriva la legge elettorale e che faccia interventi sulla politica economica per contrastare la crisi e rassicurare i mercati, il Pd non si tirerà indietro. In vista, però, di rapide elezioni.

PROGRESSISTI E MODERATI INSIEME. "Il Pd - ha detto Bersani - ha la sua proposta, un incontro dei progressisti e dei moderati per ricostruire questo paese, noi lavoriamo per questo. Quando saremo sotto elezioni tireremo le somme. Chi si sottrae per faziosità a questa prospettiva non è all'altezza della situazione". L'incontro di Vasto con Vendola e Di Pietro, quindi, non ha cambiato le cose: "il Pd, con le sue proposte, parla con tutti". Compresa l'Udc, verso la quale Bersani tiene aperto uno spiraglio: "Noi avremo davanti una sorta di legislatura costituente, sia dal lato della costruzione di una democrazia rappresentativa, dopo il plebiscitarismo, il personalismo e il berlusconismo, e sia dal lato di un patto sociale che riprenda il tema del lavoro. Chi si sottrarrà a questo ne risponderà".

BOSSI. Bossi fa "sognare" il popolo leghista, per "poter dire: vado avanti col miliardario, mette davanti il sogno per non dire ben chiaro che continua a stare con Berlusconi". E' l'analisi del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sulle parole di Umberto Bossi alla festa dei popoli padani di Venezia. "Vorrà dire - ha aggiunto - che la farà con Berlusconi la secessione. Vediamo questa settimana con gli appuntamenti parlamentari che abbiamo, a cominciare dal caso Milanese che cosa farà la Lega: non so se voglia fare la secessione con Berlusconi e anche con Milanese. Io credo che la gente non possa mangiare con le favole, adesso abbiamo dei problemi seri e la Lega deve prendersi le sue responsabilità, non raccontare delle favole e rispondere di quello che sta facendo al governo".


 

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