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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Affidi illeciti, ok a commissione d'inchiesta regionale

Formalizzata dal Parlamento regionale l'iniziativa annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna dopo i fatti della val d'Enza e di Bibbiano, al centro di un'inchiesta in Procura a Reggio Emilia

L'Assemblea legislativa regionale ha formalizzato l'istituzione di una commissione d'inchiesta sul sistema di tutele dei minori in Emilia-Romagna, i cui lavori termineranno entro la fine della legislatura in corso. L'iniziativa, annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini dopo i fatti della val d'Enza e di Bibbiano, al centro di un'inchiesta in Procura a Reggio, è stata formalizzata dal Partito democratico, da Sinistra italiana e da Silvia Prodi (Misto).

All'inizio di luglio la Lega nord e Fratelli d'Italia avevano avanzato la richiesta di istituire una commissione d'inchiesta sul sistema regionale degli affidi, sulla rete dei servizi e sull'attività degli educatori e degli assistenti sociali. Hanno votato in Assemblea legislativa a favore dell'istituzione della commissione speciale d'inchiesta Pd, Si, Misto, Ln, M5s e Fi, mentre Fdi non ha partecipato al voto.

Il lavoro dei consiglieri regionali nell'ambito della commissione d'inchiesta si affiancherà, su piani evidentemente diversi, a quello delle autorità inquirenti e a quello della commissione tecnica di esperti che la giunta regionale ha istituito il 13 luglio.

"È la Regione Emilia-Romagna - rimarca Bonaccini - la prima che vuole verità e chiarezza sulla vicenda della Val d'Enza. L'istituzione della commissione d'inchiesta rappresenta un'assunzione di responsabilità da parte della politica, segnale che io stesso avevo chiesto invitandola a non dividersi sui bambini. Ringrazio quindi l'Assemblea legislativa che ha accolto l'invito a dare un contributo di ulteriore chiarezza, in primo luogo nell'interesse esclusivo delle famiglie e dei bambini alle prese con una vicenda drammatica, e poi di tutto il sistema di servizi a tutela dell'infanzia".

Aggiunge il presidente della Regione: "Ribadisco l'auspicio che le speculazioni e la campagna d'odio portate avanti finora da più parti possa finire. È la magistratura - sottolinea Bonaccini - chiamata a indagare e sarà il processo a stabilire chi, eventualmente, avrà commesso reati e a perseguirli fino in fondo. Noi, istituzioni e amministratori, siamo chiamati in primo luogo a dare risposte che rafforzino il sistema di tutela e protezione dei minori e delle famiglie, analizzando ogni aspetto possibile degli attuali meccanismi e delle attuali procedure, compreso tutto ciò che riguarda gli affidi, andando oltre le competenze regionali, sapendo che su questo operano i servizi sociali, la magistratura minorile, i Comuni. Insieme, allora, facciamo piena luce, per arrivare a chiudere ogni falla possibile".

Conclude Bonaccini: "Capire e ragionare sul funzionamento di sistemi e servizi pubblici è compito della politica. Facciamolo, però abbassiamo i toni, nel rispetto innanzitutto del dolore di tante tersone, mantenendo allo stesso tempo alta la vigilanza e l'impegno affinché quanto prima sia fatta luce".

Le opposizioni

Hanno comunque criticato la maggioranza per "i ritardi nell'istituire questa commissione speciale: solo in forza delle nostre pressioni - rimarca ad esempio Stefano Bargi della Lega - si è arrivati a questa decisione, finalizzata prioritariamente a fare luce sul sistema dei servizi sociali in materia di infanzia e sul sistema degli affidi in Emilia-Romagna". 

Per Gian Luca Sassi (Misto) "l'utilità della commissione d'inchiesta risiede nella possibilità di ragionare sui fatti di Bibbiano mediante l'analisi di documenti ufficiali e al riparo da strumentalizzazioni e spettacolarizzazioni". Giulia Gibertoni (M5s) invoca la commissione "per verificare quanto sia estesa la degenerazione che ha inquinato il sistema dei servizi sociali e per approntare i dovuti correttivi a politiche sociali che sono state piegate da troppi soggetti a meri interessi economici di parte senza che la Regione sia stata in grado di svolgere i dovuti controlli". (Dire)

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