Affetto da una rara forma di fragilità ossea, si candida alla regione per il Movimento 5 stelle
ex-candidato Sindaco e ora Candidato Consigliere alla regione Emilia Romagna, è autore di un libro dove denuncia la carenza dei servizi per i disabili nella regione
Due lauree, una in giurisprudenza e una in criminologia, un master in professioni legali, dopo un esperienza politica come capogruppo consigliere nel paese di Pieve di Cento, in seguito alla candidatura di Primo Cittadino, Marco Campanini ci riprova e si candida alla regione Emilia Romagna con un libro di denuncia dal titolo “Le mani sulla disabilità in Emilia Romagna”, e l’obiettivo dichiarato di migliorare l’autonomia delle persone con disabilità e portare la vita indipendente nella regione. “Esistono tantissime persone con disabilità non raggiunte dai servizi, che vivono parzialmente segregate all’interno delle mura domestiche, totalmente in carico al nucleo familiare, o peggio ancora rinchiuse negli istituti, e per questo impossibilitate a vivere come chiunque altro una vita indipendente.” “La regione Emilia Romagna non investe alcuna risorsa sull’autonomia e la capacità di autodeterminazione della persona con disabilità, la considera unicamente come destinataria di sola assistenza sanitaria o al più riabilitativa; la persona non autosufficiente non viene presa in considerazione come un soggetto capace di contribuire al benessere della collettività.” “Ogni persona con disabilità ha diritto ad un numero di assistenti personali sufficienti a garantire la sua totale autonomia negli atti quotidiani della vita, dall’alzarsi da letto, all’uscire di casa, andare al lavoro e uscire la sera: bisogni primari fondamentali, che le regioni più virtuose riconoscono, ma non l’Emilia Romagna. Si veda il caso di Elena la ragazza della provincia di Bologna che ha lanciato un appello per condividere l'appartamento con una persona che l'aiuti a compiere gli atti quotidiani della vita, aiuto che la regione dovrebbe offrire essa stessa ma non offre”. “Nessun partito politico si è mai interessato dei drammi che vivono le persone con disabilità nel nostro paese. Con la connivenza delle associazioni di categoria politicizzate, i rappresentanti delle istituzioni, dal 2009 disattendono l’applicazione della Convenzione Onu nella nostra regione. E’ ora di riconoscere che il sistema emiliano romagnolo si basa su un modello sociale di assistenza arcaico, vetusto non in grado di soddisfare i bisogni e le esigenze delle persone.” “La politica ha il dovere di spingere le persone con disabilità a vivere in maniera autonoma, se verrò eletto farò tutto quello che è nelle mie possibilità perché ciò accada.”