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Caso Capuozzo, M5S: 'Il PD da anni candida indagati e condannati come se niente fosse'

In una nota il candidato sindaco Bugani e i consiglieri comunale e regionale Piazza e Piccinini: 'Il M5S le pagliuzze nel proprio occhio se le toglie sempre anche a costo di sanguinare un pochino'

"Ci chiediamo se il PD che urla allo scandalo per la situazione di Quarto sia lo stesso PD di Bonaccini. A scriverlo in una nota  a firma congiunta, il capogruppo e candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Massimo Bugani e i consiglieri comunale e regionale Marzo Piazza e Silvia Piccinini, in referimento al caso di di Rosa Capuozzo, prima sindaca pentastellata in Campania, finita nell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e voto di scambio. 

Il sindaco PD di Brescello Marcello Goffrini aveva definito Francesco Grande Aracri, appartenente alla famiglia di 'ndrangheta e al centro del processo "Aemilia" una ‘persona normale. Un uomo gentilissimo, tranquillo, composto, educato e che ha sempre vissuto a basso livello". In quell'occasione il Presidente della Regione Stefano Bonaccini aveva commentato: "Ogni tanto si può fare un errore ma è bene chiedere scusa". 

"Laddove il M5S è intervenuto immediatamente, per amore di coerenza e di onestà, espellendo un consigliere molti giorni prima che venisse aperta un'indagine a suo carico, il PD invece da anni candida indagati e condannati come se niente fosse per i ruoli istituzionali più importanti del Paese. 
Per il PD allora bastava chiedere scusa, oggi invece si esaltano e si Piciernano contro il M5S. Imbarazzanti. Non accettiamo neppure il paragone fatto da alcuni in questi giorni con la parabola della pagliuzza e della trave - continua la nota - poichè il M5S le pagliuzze nel proprio occhio se le toglie sempre anche a costo di sanguinare un pochino, il PD invece alla sua trave è molto affezionato e ci gioca pure all'altalena". 

"M5s e Pd la smettano con questo grottesco derby antimafia che offende chi le mafie le combatte tutti i giorni. La questione è troppo seria, in Emilia come in Campania, per diventare strumento della reciproca propaganda. Si dimetta il sindaco di Brescello Marcello Coffrini, come chiesto mille volte da Sinistra italiana, e si dimetta anche la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo". Lo afferma il deputato emiliano-romagnolo di Sinistra italiana Giovanni Paglia. 

Anche Gianluca Sassi, consigliere regionale del M5S, è intervenuto sulle polemiche che riguardano le infiltrazioni mafiose. “In Regione i consiglieri del PD hanno ripetutamente bocciato la nostra richiesta di un osservatorio sugli appalti e l’istituzione di una Commissione permanente sulla legalità”. Sassi dichiara che "il PD, in Emilia-Romagna come a Roma, si finge baluardo di una battaglia che in realtà non vuole combattere, ovvero quella contro la mafia. Già a febbraio dello scorso anno, subito dopo lo scoppio dello scandalo, intervenendo in aula avevo chiesto a gran voce le dimissioni immediate del sindaco Coffrini – spiega Gianluca Sassi – Sostenere, come si affannano adesso a sostenere esponenti del PD, che il sindaco di Brescello non è iscritto al loro partito è quantomeno patetico. Quella di Brescello è una vicenda vergognosa che il PD ha rifiutato di affrontare politicamente, trincerandosi dietro la scusa delle tessere di partito. Lo dicevamo in tempi non sospetti e lo ribadiamo anche oggi”. D’altronde quello di Brescello non è l’unico dei "silenzi" messi in atto dal PD per cercare di indebolire la lotta alla mafia. “Anche in Regione il PD ha cercato in tutti i modi di non muovere un dito contro la mafia – aggiunge Gianluca Sassi – Ne sono la prova i loro ripetuti no all’istituzione di una Commissione permanente sulla criminalità organizzata che avevamo chiesto in aula e che il PD non ha votato nonostante i fatti portati alla luce dall’inchiesta Aemilia e ignorando il fatto che nessuna delle Commissioni dell’Assemblea Legislativa avesse uno straccio di delega per affrontare il fenomeno della legalità e dell’infiltrazione mafiosa. Senza contare che i consiglieri di quel partito, che oggi si finge baluardo della lotta alla mafia, hanno stracciato anche la nostra richiesta di un osservatorio sugli appalti regionali. Questa è la loro coerenza”.


 

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