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Cassero, al via l'appello 'anti-smantellamento': il PD in Comune cerca 'la quadra'

E' partito l'appello dopo le polemiche sulle foto "blasfeme" dell'evento "Venerdì credici" e le ipotesi di revisione della convenzione. Intanto il PD in Comune cerca di ricompattarsi

"In questi anni il Cassero di Bologna è stato crocevia di storie, sensibilità artistiche e culturali, vite e progetti di vita, offrendo una casa comune a persone e idee diverse delle quali noi siamo testimonianza". E' quanto si legge in un appello lanciato sulla piattaforma "docs" Google al quale hanno aderito anche tanti esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura, dopo le polemiche sulle foto "blasfeme" dell'evento "Venerdì credici" e le ipotesi di revisione della convenzione. Tra i firmatari l'attore Ivano Marescotti, Eva Robin's, Vladimir Luxuria, Daria Bonfietti, presidente Associazione familiari vittime della strage di Ustica, oltre a tanti cittadini.

A sancire uno strappo nel gruppo PD in Comune un ordine del giorno sul rapporto tra amministrazione e Libere forme associative (LFA) che però potrebbe essere emendato: "Come tutti gli anni, ci siamo trovati per discutere tutti gli odg collegati alla discussione sul bilancio - ha spiegato il neo-capogruppo Dem Mazzanti - sia nostri che delle opposizioni: sono in tutto 90, abbiamo cominciato alle quattro e ne abbiamo ancora". Questo per chiarire che la riunione non è stata convocata appositamente per sciogliere il nodo Lfa "ci saranno degli emendamenti che consentiranno di arrivare ad una sintesi buona per tutti". In particolare, Mazzanti anticipa che verra' del tutto "cassato" il paragrafo in cui si invita la Giunta ad "evitare, di regola, rendite di posizione - recita la versione originaria del documento - attraverso finanziamenti per attività cosiddette storicamente consolidate". Bologna è stata in effetti la prima città a concedere uno spazio comunale, Porta Saragozza, a una associazione LGBT nel 1982, 10 anni fa il trasferimento nell'attuale Salara).

"Il Cassero non è un edificio o una convenzione" si legge invece nell'appello "è un patrimonio che non può venire messo all’asta perché è il prodotto di una comunità variegata, attiva in questa città, a livello nazionale e internazionale da quasi quarant’anni, che ha intrecciato un rapporto fruttuoso, di scambio e reciproca trasformazione, con le altre comunità, con le persone e con le istituzioni. Questo patrimonio oggi rischia di venire inghiottito da un gorgo che, assieme al Cassero, intende cancellare tutte le tracce che la storia di questa città ha sedimentato negli anni. Le Istituzioni bolognesi possono scegliere se preservare questo patrimonio, proseguendo le partnership attive, come hanno confermato il sindaco Virginio Merola e l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, oppure, come alcuni vorrebbero, smantellarlo. La comunità del Cassero vivrebbe comunque, anche altrove. Bologna perderebbe una parte significativa della propria identità e della propria reputazione. Ci auguriamo che i rapporti tra l’ampia comunità gay, lesbica, transgender di Bologna, della quale il Cassero è la più antica espressione, e le istituzioni continuino in maniera positiva per molti anni a venire".

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