Inchiesta Civis, Guazzaloca 'scagionato'. Casini: "Chi ripagherà le sue sofferenze"
Per il leader Udc la sentenza del Riesame di oggi non servirà ad alleviare i danni subiti dall'ex primo cittadino, coinvolto nell'affaire Civis. E aggiunge: "Guazzaloca, rinunciando alla prescrizione, ha dato una lezione di stile"
Il Riesame ha rigetatto il ricorso della Procura di Bologna contro il doppio no al sequestro di beni a carico dell'ex primo cittadino di Bologna Giorgio Guazzaloca, destinatario di un avviso di fine indagini per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sul tram Civis. E' la terza sentenza a favore dell'ex primo cittadino, che si è sempre detto estraneo ai fatti imputati, sottolineando: 'Ho agito nell'interesse della città'.
La decisione del Tribunale del Riesame, è stata oggi accolta con soddisfazione anche dal leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, che ha voluto manifestare solidarietà a Guazzaloca:"E' senz'altro un motivo di conforto - ha detto Casini - per il nostro ex sindaco che, durante il suo mandato, ha servito la città e non se ne è servito".
"Guazzaloca rinunciando alla prescrizione, ha dato una lezione di stile e di dignità - ha rilanciato l'ex presidente della Camera -. Ma io da cittadino, prima ancora che da uomo politico, mi chiedo chi gli ripagherà le ingiuste sofferenze che ha subito in questi mesi".
GUAZZALOCA INDAGATO PER CORRUZIONE. Il reato contestato era relativo all'incarico assunto dall'ex sindaco in qualità di presidente del cda di Leasys spa (partecipata al 48% da Enel e al 52% da Fidis servizi finanziari, controllata al 100% da Fiat auto). Per la procura la nomina - l'incarico fu assunto nel novembre 2004 quando non era più sindaco -, con un compenso da 100.000 euro lordi annui, sarebbe stata una contropartita in cambio dell'aggiudicazione, e della velocità nell'aggiudicazione, dell'appalto Civis all'Ati che aveva come capofila e fornitrice del mezzo Irisbus, sempre del gruppo Fiat. Guazzaloca rimase due mesi a capo di Leasys poi passò all'Antitrust.
