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Consulta emiliani-romagnoli all'estero: 3 indagati per truffa ai danni della Regione

Spunterebbero i primi indagati in seno all'inchiesta aperta dalla Procura per far luce sui fondi distribuiti negli anni dalla Consulta ad associazioni che potrebbero non avere avuto i requisiti necessari per ottenerli

Ci sarebbero tre indagati nell'inchiesta aperta dalla Procura di Bologna sulla Consulta degli emiliano-romagnoli all'estero: l'ipotesi di reato è di truffa aggravata ai danni della Regione. I tre sarebbero persone esterne a viale Aldo Moro e probabilmente referenti delle associazioni che in questi anni hanno ricevuto finanziamenti dalla Consulta.

L'indagine, coordinata dalla pm Morena Plazzi, è affidata alla Squadra Mobile e analizza i fondi distribuiti negli anni dalla Consulta ad associazioni che potrebbero non avere avuto i requisiti necessari per ottenerli. 
Il fascicolo in Procura è stato aperto dopo l'arrivo in via Garibaldi di un esposto anonimo assai dettagliato. La notizia di oggi sui tre indagati, non viene confermata nè smentita in Procura.

Per la giunta ha parlato, sempre ieri, il sottosegretario Alfredo Bertelli sottolineando che viale Aldo Moro sarebbe, comunque, parte lesa e che un progetto di riforma della Consulta è da tempo allo studio dei gruppi regionali.

LE REAZIONI POLITICHE. "La faccia tosta del sottosegretario Bertelli ormai ha superato ogni limite. Come da verbale documentato, nonchè da annessa comunicazione, Bertelli aveva fermato i lavori annunciandoci che la Giunta stava elaborando un testo proprio. Testo che noi non abbiamo mai visto". Così il capogruppo grillino in Regione, Andrea Defranceschi, risponde al sottosegretario alla Giunta Alfredo Bertelli che ha ricordato la riforma affidata ai gruppi consiliari sulla Consulta degli emiliano-romagnoli all'estero. "Bertelli- tuona Defranceschi- sa benissimo che è necessario procedere con l'esame in commissione dei testi già presenti, tra cui il nostro giacente a prendere muffa sin dall'ingresso in viale Aldo Moro, ormai quattro anni or sono". Il confronto fra i gruppi "si è interrotto, come Bertelli sa bene, quasi sei mesi fa, e senza essere giunti ad alcuna convergenza sul testo unico, non solo perchè il sottosegretario ci aveva assicurato che avrebbe preso in carica la stesura della legge, ma anche a causa dell'arroccamento del Pd nella strenua difesa della Consulta. Non si riusciva a convergere per un semplice motivo: noi ne chiedevamo l'abolizione e ricondurre le funzioni dell'organismo agli assessorati competenti, loro semplicemente ridurne i componenti". I "goffi tentativi di questa maggioranza di tenere in vita questo carrozzone acchiappavoti, almeno fino alle prossime elezioni, come meline di scarso rispetto istituzionale, sono ormai ben oltre il patetico". E' passato "un anno mezzo, era ottobre 2012, da quando Bertelli aveva promesso una corposa riforma della Consulta, bloccando i progetti di legge che ne chiedevano l'abolizione. Anche di questo vuole scaricare la responsabilità sui gruppi? Se sì, si rivolga al suo...", conclude Defranceschi.

"Desidero informare il sottosegretario Bertelli che il gruppo di consiglieri regionali che si era impegnato per la riforma della Consulta avrebbe dovuto trovare una soluzione condivisa entro il 30 settembre 2013. Soluzione che peraltro non è stata trovata. Mi meraviglio che la consigliera Mori, coordinatrice del gruppo, non abbia aggiornato il sottosegretario". Così la capogruppo Udc in Regione, Silvia Noe', ribatte al sottosegretario alla Giunta, Alfredo Bertelli, sul tema della Consulta.

La capogruppo in Regione dell'Idv, Liana Barbati, ha fatto un resoconto dei finanziamenti a suo dire dubbi elargiti dalla Consulta, presieduta da Silvia Bartolini. Barbati, si chiede che fine abbia fatto la task force che doveva riformare la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. "Di quel gruppo di lavoro - dice - di cui avrei dovuto fare parte io come autore di un progetto di legge per l'eliminazione della Consulta stessa, non se ne sa nulla". Anzi, "la giunta ha appena deliberato l'ennesimo gettito di fondi: altri 57.000 euro solo per il funzionamento della stessa nel 2014". La consigliera è andata infatti a spulciare tutte recenti delibere sulla Consulta. "Nel 2013 furono 113.500 euro" ad essere spesi "con due differenti delibere di giunta a distanza di poche settimane". Stanziati "prima 53.500 euro e poi altri 60.000 euro". In un biennio, calcola la dipietrista, "aspettando un eventuale secondo stanziamento per il 2014, quindi i fondi per il funzionamento della Consulta sono stati 170.500 euro". Di fatto, sottolinea Barbati, "continuiamo a mantenere vivo un ente che butta soldi pubblici in progetti di discutibile valore". Nel 2013, "come contributi per attività ''non episodiche e che devono produrre apprezzabili e comprovabili effetti di reciprocitaà e di ritorno rispetto alle politiche regionali'' abbiamo elargito 101.527, 67 euro per 15 progetti, quanti saranno quest''anno? Casualmente tra i beneficiari figurano sempre i ''soliti noti". Ad attirare l''ironia della consigliera è in particolare un progetto proposto dal Comitato tricolore per gli italiani nel mondo. Sotto la dicitura ''diffusione della lingua e della cultura italiana'' si cela infatti un ''corso di lingua italiano avanzato incentrato sulle figure dei Papi emiliano-romagnoli, che toccherà anche la figura del nuovo Papa, argentino di origine italiana''.

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