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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Delbono patteggia su stipendio Cracchi. Ora parola al Gup

I legali dell'ex sindaco sottolinea che il patteggiamento avviene per "Chiudere un capitolo, ribadendo le ragioni che aveva esposto nella lettera di scuse alla città"

L'ex sindaco di Bologna Flavio Delbono, per la vicenda dello stipendio della ex compagna e ex segretaria Cinzia Cracchi, ha formalizzato una richiesta di patteggiamento ad un mese e dieci giorni in continuazione con la precedente condanna, sempre con patteggiamento, ad un anno sette mesi e dieci giorni nel primo filone del "Cinziagate", quello sul presunto uso illecito di denaro pubblico per una decina di viaggi fatti quando era vicepresidente della Regione con l'allora compagna.

Il pm Morena Plazzi ha dato il proprio consenso al patteggiamento. Spetterà al gup Bruno Perla decidere se accettare o meno la richiesta, che è stata depositata in cancelleria una settimana fa dai difensori, avvocati Paolo Trombetti e Gaetano Insolera.

La vicenda è quella del mantenimento da parte di Cinzia Cracchi - poi diventata con le sue dichiarazioni perno dell'accusa contro l'ex sindaco - del bonus di 1.161 euro di cui godeva quando era nella segreteria di Delbono in Regione, anche dopo essere stata trasferita alla società Cup2000 (centro unificato prestazioni sanitarie). Per l'accusa di concorso esterno in abuso d'ufficio il pm Plazzi aveva chiesto il processo oltre che per Delbono anche per Mauro Moruzzi (direttore generale di Cup2000) e Gaudenzio Garavini (ex direttore del personale in Regione ed ex direttore generale del Comune) e, per abuso d'ufficio, per Stefania Papili, la funzionaria della Regione che firmò il provvedimento di 'comando della Cracchi'. Solo Delbono ha presentato la richiesta di patteggiamento. Gli altri imputati, per ora, dovrebbero fare la regolare udienza preliminare, la cui data non è ancora stata fissata. Resta ancora aperto un terzo filone a carico di Delbono per l'ipotesi di corruzione per i suoi rapporti con alcuni imprenditori locali e con Mirko Divani, suo amico, consulente del Cup2000, e intestatario del bancomat che Delbono affidò a Cinzia per anni per prelevare denaro. Il patteggiamento porterebbe la pena complessiva a un anno, otto mesi e venti giorni, che resterebbe ampiamente al di sotto dei tre anni; oltre, la condanna avrebbe come effetto automatico l'interdizione dai pubblici uffici e quindi l'obbligo di lasciare l'incarico di professore di Economia all'Università. Proprio di recente l'Università aveva deciso un giorno di sospensione per Delbono per la prima condanna.

Chiudere un capitolo, ribadendo le ragioni che aveva esposto nella lettera di scuse alla città. Sono queste - nelle parole dei suoi avvocati Paolo Trombetti e Gaetano Insolera - le motivazioni che hanno spinto Flavio Delbono a proseguire nella strada dei patteggiamenti. "Nessuna novità, era già tutto previsto - ha commentato l'avv.Trombetti -. E' la seconda tappa di un programma. Il passaggio conseguente di una scelta che fu fatta allora, in occasione della prima vicenda, e che il prof.Delbono spiegò con una lettera alla città". Nella lettera alla città diffusa il 3 dicembre di un anno fa, in occasione di un'udienza del capitolo viaggi, Delbono scrisse: "Dei miei errori, per i quali chiedo scusa alla città, ho pagato il prezzo politico dimettendomi a febbraio; ho pagato il prezzo economico risarcendo la Regione, danno di immagine incluso; pago il conto con la giustizia patteggiando una condanna". L'ex sindaco aggiungeva che "patteggiare equivale ad un'ammissione di colpevolezza. Per quel che mi riguarda, ciò è vero solo in parte. In realtà, su questa decisione hanno pesato, da un lato il rischio che i tempi lunghi dell'iter giudiziario possano compromettere ulteriormente la mia fisionomia professionale". Dall'altro, diceva ancora, "la volontà di restituire rapidamente un po' di serenità ai miei cari".

 


(ANSA)
 

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