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40 interviste per capire cosa vogliono le donne dalla politica: "Sono il 51,7% del corpo elettorale"

"Dalle interviste a 40 donne è emersa una scarsa conoscenza dei candidati Bonaccini e Borgonzoni, ma la volontà di votare c'è"

Quaranta donne fra i 22 e i 72 anni e con diverse professioni hanno risposto a una domanda che non viene rivolta loro praticamente mai: cosa le motiverebbe ad andare a votare il prossimo 26 gennaio per le elezioni regionali dell'Emilia-Romagna? Eppure il corpo elettorale della regione conta il 51,7%, nonostante le voci delle donne siano tuttora spesso assenti dalla discussione politica e dai media.
"Grazie a un passaparola abbiamo raccolto un target trasversale di donne che vivono a Bologna, Modena, Ferrara, Forlì per un focus-group di un paio d'ore durante il quale abbiamo ascoltato i loro punti di vista - spiega Giulia Sudano, presidente dell'associazione Orlando - Centro delle Donne di Bologna introducendo i risultati raccolti dalle 40 interviste - chiedendo di raccontarci quali fossero le criticità delle loro città, le loro priorità, alle problematiche che vivono in quanto donne e cosa sapessero dei candidati alle Regionali e delle rispettive campagne elettorali". 

Elezioni Regionali: gli ultimi sondaggi

Tutte le interviste hanno condiviso la volontà di andare a votare, solo una minoranza è tuttora indecisa sulla coalizione da votare. Non è semplice trovare una motivazione forte però che non sia quella di schierarsi e non far vincere l’altro o l’altra.  Fra le proposte politiche che motiverebbero maggiormente le donne a votare e a mobilitare altre donne nel farlo sono emersi la conciliazione tra vita e lavoro, proposte concrete per l’ambiente, politiche per i giovani, favorire un cambiamento culturale contro le discriminazioni e la violenza verso le donne". 

Come spiega Carla Catena, che si è occupata del focus group: "Nell'ultimo mese sono stati raccolti punti di vista qualitativi di donne di diversa età, provenienza e classe in merito alle problematiche sociali, culturali ed economiche nelle loro città; alle problematiche che vivono in quanto donne; alle opinioni sui candidati/e alla presidenza della Regione; alle proposte politiche che le spingerebbero maggiormente a votare. La ricerca qualitativa è stata scelta in quanto ricerca empatica, empirica, esplorativa, diretta, fisica. Serve a capire i motivi, le ragioni, i pareri, le tendenze che si nascondono dietro ai dati più numerici della ricerca quantitativa". 

Cosa è emerso dalle interviste a queste 40 donne? "Intanto è emersa chiaramente una scarsa conoscenza dei candidati, in particolare dei due sfidanti più mediatici Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni, nonostante appunto siano entrambi spesso in tv - svelano Catena e Sudano - ma tutte dichiarano di voler andare a votare. In tutte le città, la questione della discriminazione verso le donne e le disuguaglianze di opportunità per i e le giovani la fanno da padrona. Le donne sono discriminate al lavoro e il problema è di poter conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia. E anche le nonne sono stanche".

"In particolare per quanto riguarda figli e figlie a carico è emersa in maniera intergenerazionale l’esigenza di avere un servizio di asili nido più accessibile. Ci sono pochi asili nidi pubblici, non si può pensare di mandare i figli ai nidi privati, che sono costosi. Ci sono poche ed insufficienti strutture di aiuto e sostegno alle donne. Le donne giovani hanno molte difficoltà a trovare lavoro perché spesso viene chiesto in maniera più o meno esplicita se si ha la volontà di fare figli. Nel caso in cui lo trovino, è difficile fare carriera, arrivare a posizioni apicali, di potere, è stata evidenziata la scarsa presenza di donne  candidate. E’ stato sottolineato un forte sessismo sui luoghi di lavoro e un gap retributivo e di carriera, in particolare per le donne che decidono di avere figli". 

Anche il tema ambientale è molto sentito e "Spesso è collegato alla mobilità e alla possibilità per le donne di spostarsi con facilità per andare al lavoro e per uscire la sera senza aver paura. L’uso indiscriminato del suolo è un’altra priorità emersa, declinando questo problema, dalla necessità di più verde, al richiamo del problema della speculazione edilizia, all’esigenza di una maggiore cura per le periferie". 

E’ stata anche riscontrata la scarsa ospitalità verso giovani studenti e studentesse, sottolineando in particolare il tema della casa (che "a Bologna oggi sta vivendo un momento di emergenza" per Sudano")  la cui accessibilità sta diventando ovunque, da Forlì a Ferrara a Modena a Bologna, un grossa problema. 

"Una cosa che pure accomuna le donne dei 4 comuni è il riferimento alla scomparsa o al grande cambiamento, che si è verificato negli anni, dei consultori, che non sono più luoghi sicuri per la tutela della salute e l’informazione per la sessualità e la libera scelta delle donne, a causa anche della presenza di molti obiettori di coscienza (in Emilia Romagna sono più basse le percentuali, ma comunque al 56% ndr). Il bisogno di informazione e di diritto alla salute è stato segnalato in tutte le città". 
 
 

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