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Cultura, confronto all'americana fra i candidati: posizioni e promesse

Cinque poltrone e un moderatore, mentre per problemi logistici gli altri 4 candidati non sono sul palco: al Duse si è parlato di #bolognaladotta e delle proposte dei candidati all'assessorato alla cultura

"Bologna la dotta" è il titolo della serata organizzata dal Teatro Duse per far discutere di cultura attraverso un confronto all'americana con domande uguali per tutti e tempi di risposta di massimo tre minuti ciascuno i candidati sindaco, o meglio, i candidati all'assesorato alla cultura di 5 liste: Francesca Paola Scarano per la candidata Lucia Borgonzoni (LegaNord), Rosetta Sanneli per la lista "Insieme Bologna" di Manes Bernardini, Davide Conte per Virginio Merola (Pd), Marcello Corvino per Massimo Bugani (M5S) e Alberto Ronchi per Federico Martelloni (Coalizione civica).

L'assenza degli altri quattro candidati (liste GOL, Verdi, Popolo della Famiglia e Partito Comunista per i Lavoratori) come ha spiegato a inizio dibattito il presentatore/moderatore Nino Formicola (del duo Zuzzurro e Gaspare) è stata determinata dai tempi di organizzazione, antecedenti alla loro candidatura ufficiale. 

Il microfono è passato ciclicamente di mano in mano per far sentire la voce dei cinque sui principali argomenti di discussione nell'ambito della cultura: la destinazione più o meno meritocratica di fondi e concessioni, i lavoratori a rischio del Teatro Comunale, la situazione dell'Arena del Sole, il rapporto fra cultura e istruzione, i festival cittadini, l'accesso dei giovani alla cultura e, naturalmente, la Street Art e il caso Blu che ha portato Bologna sulle pagine dei giornali nazionali. 

Le prime cose che farete come assessori alla cultura? La Scarano (l'ordine è stato sorteggiato, così come quello che vedremo sulle schede elettorali) ha messo sul piatto il rafforzamento del rapporto pubblico/privato e la formazione civica dei cittadini; la Sanneli ha parlato di censimento di patrimonio artistico della città e la presentazione di Bologna alla Bit di Milano (Borsa Italiana del Turismo); Corvino ha puntato sull'aumento del denaro destinato alla cultura (con un disaccordo con Davide Conte sui numeri) a un grosso lavoro dei giovani che ne limiti la fuga all'estero; Conte ha proposto un abbonamento comune per tutti i teatri e Ronchi invece ha parlato di un concorso internazionale per la scelta di un curatore del MamBo. 

Qualche contrasto fra il grillino Corvino e l'assessore Davide Conte, che la vedono in modo diverso su diversi aspetti, fra i quali i festival: se per il primo Bologna è la "capitale dell'ordinario, ma è priva dello straordinario", per il secondo Bologna "ha già una base culturale straordinaria, all'avanguardia". Anche Alberto Ronchi sostiene l'avanguardia e il buono che la nostra città propone già ("in assenza di avanguardia la cultura muore") dichiarando persino che il festival Il Cinema Ritrovato è meglio di quello di Venezia. L'assessore in carica fa un ulteriore commento sui programmi elettorali degli altri 8 candidati dicendo che quando si parla di cultura "Molti propongono cose che si fanno già, dimostrando di non conoscere". 

Un appello al voto sul tema della cultura? Ecco cosa hanno 'promesso' i candidati dal palco del Duse:

Francesca Paola Scarano, Lega Nord: "Se guideremo la città terremo in considerazione il potenziale della nostra città. Bologna per quello che ha, si merita di meglio. Bisogna. Per migliorare la cultura bisogna fare rete e solidificare il rapporto fra pubblico e privato".

Rosetta Sanneli, Insieme Bologna: "Noi di Insieme Bologna siamo tutti civici e non abbiamo nessuno che ci soffia sul collo. Ci concentriamo sulle cose per la città, partendo da quelle piccole..."

Marcello Corvino, M5S: "Il problema che stiamo affrontando ha la sua fotografia in un concetto che espresse Berlinguer nel 1981: i partiti di oggi sono macchine di potere e di clientela. Ci impegneremo a fare in modo che le risorse non vadano agli amici degli amici come è accaduto fino ad ora". 

Davide Conte, PD: "Continueremo a lavorare per un'idea di cultura come produzione di valore pubblico, come elemento strategico e non come elemento di intrattenimento".

Alberto Ronchi, Coalizione Civica: "La demagogia non basta. Io credo a una città che guarda al futuro e non al passato".  

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