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Elezioni comunali 2016

S.Stefano, il candidato di Làbas: 'Abbiamo cambiato il quartiere e siamo apprezzati'

Focus sui quartieri, intervista al candidato Detjon Begaj: "Occupazione ex Caserma Masini: "E' un nuovo modello di welfare non solo nel nostro territorio. Migliaia di residenti apprezzano quello che facciamo soprattutto perché rispondiamo alle esigenze reali delle persone"

Detjon Begaj è uno dei candidati alla presidenza del quartiere Santo Stefano. Studente 25enne, fa parte del collettivo politico Làbas (che da 4 anni ha occupato l’ex Caserma Masini di via Orfeo) e rientra nella lista di "Coalizione Civica", lista a sostegno della candidatura a sindaco di Federico Martelloni

"Il quartiere Santo Stefano, che nell'attuale ridefinizione assorbe buona parte dell’ex quartiere San Vitale, si caratterizza, oltre che per la cospicua dimensione, pari a quella di una media città, per alcuni tratti essenziali, tra cui ricordiamo, senza alcuna pretesa di esaustività: la parte storica e centrale dell’università, il Teatro Comunale, la Biblioteca Ruffilli, con i suoi gruppi di lettura e le sue molteplici attività, sul piano culturale; alcuni tra i più belli e frequentati parchi di Bologna, come i giardini Margherita, la Montagnola, la Lunetta Gamberini, quanto al verde e alla vivibilità; un patrimonio storico-artistico imponente, con Chiese e palazzi, tra cui S. Domenico e l’Archiginnasio, che imprimono un inconfondibile fascino e che rispecchiano la più radicata tradizione della storia bolognese - si legge sul sito di propaganda di Coalizione Civica - Compito primario di Coalizione Civica Per Bologna è quello di valorizzare al massimo grado queste situazioni di fatto, che offrono enormi opportunità, così come aprono il discorso su difficili e spesso annosi problemi".
 
Il Santo Stefano, l'unico a Bologna passato al centrodestra alle passate Amministrative con l'elezione di Ilaria Giorgetti,  è dunque un quartiere 'particolare'. Per conoscere meglio la proposta di Coalizione Civica, abbiamo fatto due chiacchiere con Detjon Begaj, anche se la candidatura è "collettiva". 

Chi è Detjon Begaj?
Studente di giurisprudenza in fase di scrittura della tesi in Diritto del Lavoro, 25 anni, attivista di Làbas e in passato di altre associazioni  di volontariato.

Perché vi candidate?
Innanzitutto per avere uno strumento in più per difendere Làbas dal rischio dello sgombero. La nostra è una candidatura collettiva e io ho messo a servizio il mio nome per la causa. Vogliamo dimostrare che abbiamo davvero cambiato il quartiere Santo Stefano. L’idea di democrazia, socialità e solidarietà dell’ex caserma Masini può essere utile come nuovo modello di welfare non solo nel nostro territorio. Migliaia di residenti apprezzano quello che facciamo soprattutto perché rispondiamo alle esigenze reali delle persone. Da un lato ci sono istituzioni che non bastano più a risolvere i problemi, dall’altro ci sono cittadini che si organizzano autonomamente. L’esempio più dirompente è il nostro Dormitorio Sociale, gestito da decine di volontari. Occorre quindi riunire questi due elementi: le istituzioni devono essere governate da cittadini a servizio dei cittadini..non il contrario! La candidatura a sindaco di Federico Martelloni ci è sembrata la più corrispondente al nostro modo di pensare e di agire.

Ma voi state occupando illegalmente. Perché dovrebbero votarvi?
Perchè le grandi trasformazioni storiche avvengono quando si disobbedisce alle leggi ingiuste. Noi abbiamo disobbedito e ora vogliamo cambiare le regole del gioco. Il vero crimine è lasciare migliaia di caserme dismesse in tutta Italia al degrado e all’abbandono. Chi abita nella nostra zona sa benissimo quanta insicurezza incuteva l’ex caserma Masini in quelle condizioni. Ora la caserma è un bene di tutti, degli anziani e dei bambini, delle famiglie e degli studenti fuori sede: un luogo di incontro tra mondi che tra loro non parlano mai. Se potessimo scrivere noi le regole, faremmo in modo che questi luoghi possano essere recuperati senza alcun dispendio per le casse pubbliche. Il nostro è assolutamente un progetto senza profitto, ci siamo totalmente autofinanziati e utilizziamo dei pannelli solari: perché chi governa la città vede sempre e solo la privatizzazione e la speculazione edilizia come ipotesi possibile? Tutto questo ci differenzia dalla destra di Ilaria Giorgetti , dal PD e dalle sue “liste stampella”, perché crediamo che la loro idea di quartiere sia identica. Coalizione Civica per Bologna è l’unica alternativa di sinistra, il resto è una strana ammucchiata come il Partito della Nazione di Renzi. 

Però l’ex caserma Masini è di proprietà privata, di Cassa Depositi e Prestiti, e c’è già un P.O.C. che indica la futura destinazione d’uso. I legittimi proprietari non hanno il diritto di riprendere possesso dell’area?
Làbas era già nato quando il Demanio, cioè lo Stato, ha venduto la caserma Cassa Depositi e Prestiti. Se l’amministrazione del PD fosse stata lungimirante avrebbe pattuito un P.O.C. diverso invece di prevedere al nostro posto alberghi e appartamenti di lusso, parcheggi e uffici che non servono a nulla e che nessuno vuole (se non i palazzinari). Inoltre, Cassa Depisiti e Prestiti è per l’80% controllata dal Ministero dell’Economia e il suo l’Amministratore Delegato è nominato dal Governo. L’operazione economica che hanno fatto è una vera e propria bolla per il bilancio dell’Italia: sostanzialmente accade che lo Stato compra a sé stesso..sottocosto! E poi lo sanno tutti che il mercato immobiliare è in crisi: quest’area rischia di rimanere abbandonata per altri 10 anni dopo il nostro eventuale sgombero. Noi, da sempre, abbiamo chiesto una regolarizzazione e siamo disposti a valutare qualunque forma giuridica per mantenere in vita i progetti. Infine, la Costituzione Italiana all’art. 42 pone come limite al diritto di proprietà l’utilità sociale della stessa. Quale utilità sociale hanno migliaia di metri quadri abbandonati?

Ma non potete partecipare ai bandi come tutti gli altri?
C’è un problema di democrazia: perché su uno spazio così grande non ci si è consultati con i cittadini? Chi ha deciso che l’ex caserma, pagata con le tasse dei nostri genitori e dei nostri nonni, non debba rimanere pubblica? La legalità che paventa il PD e Ilaria Giorgetti appartiene al mondo dei loro sogni, non alla realtà delle cose. Non c’è nessun bando possibile per poter recuperare quella caserma. Il paradosso è che l’amministrazione ha sempre fatto dei bandi ad hoc per le esperienze che intendeva valorizzare. Guardiamo al caso di Atlantide: dopo lo sgombero, compiuto proprio attraverso la retorica dei bandi, Ilaria Giorgetti ha dichiarato la volontà di assegnare quegli spazi in maniera diretta. La verità è che ognuno fa quello che vuole: noi invece vogliamo far sì che chi si organizza collettivamente per perseguire un obiettivo abbia la possibilità di farlo discutendone insieme le regole. La società supera spesso la politica, che sino ad ora è rimasta ancorata agli schemi del passato.

Se dovessero decidere di sgomberarvi, cosa farete?
Ad oggi Cassa Depositi e Prestiti e l’amministrazione di Virginio Merola ci hanno chiuso le porte in faccia. Nemmeno 1.700 firme sono bastate per avere un incontro con il Sindaco in persona. Noi crediamo ancora che si possa trovare una soluzione non militare e se saremo eletti, sia al quartiere Santo Stefano che in consiglio comunale, sarà sicuramente più facile trovarla. Ma questa non è la nostra battaglia identitaria, perché noi non siamo legati a delle mura, come invece lo sono i palazzinari. Vogliamo prenderci cura di tutto il  territorio, dentro e fuori l’ex caserma, migliorando le condizioni di vita delle persone. In ogni caso, se saranno determinati a sgomberarci senza nemmeno sedersi ad un tavolo, troveranno la Resistenza di centinaia di cittadini e cittadine di ogni età ed estrazione sociale.


 

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