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Elezioni comunali 2016

Elezioni, "intervista doppia" Badiali/Celloni: Verdi versus lista Gol

Entrambi questi candidati non sono molto conosciuti: in questo confronto emergono visioni e progettualità differenti, ma anche qualche pensiero comune

Continuano le interviste doppie e dopo il confronto Massimo Bugani/Federico Martelloni e Mirko De Carli/Ermanno Lorenzoni, è il turno dei candidati sindaci del partito dei Verdi e della lista G.O.L (Giustizia, Onore e Libertà) Matteo Badiali e Sergio Celloni. Le regole sono sempre quelle: stesse domande, stessa successione, un paragone immediato fra le due posizioni. 

Il giorno del voto si avvicina (domenica 5 giugno 2016) e i bolognesi dovranno scegliere fra 9 candidati per 17 liste: per farlo è indispendabile conoscere i loro programmi elettorali e le soluzioni che propongono alle problematiche della città. Partiamo dai 4 temi che hanno più a cuore i bolognesi: sicurezza, lavoro, problema casa e degrado. 

SICUREZZA. Ci sono luoghi (in periferia, ma anche in centro) dove i residenti continuano a lamentare situazioni di micro-criminalità con percezione di insicurezza elevata. Cosa non ha funzionato fino ad ora? Come si può affrontare al meglio il tema sicurezza per tutelare i cittadini e quali (se ce ne sono) le buone pratiche da cui prendere spunto da altre città/nazioni?

Matteo Badiali - Su questo tema è sbagliato l'approccio. L'amministrazione vuole intervenire a valle, mettendo telecamere dappertutto, mentre bisogna partire dalla prevenzione, cercando di integrare le persone. Le persone del quartiere si devono conoscere, in maniera da creare quel rapporto di mutuo sostegno che è utile ai fini del controllo. Per creare gli incontri bisogna far aumentare gli spazi e i momenti di aggregazione, in maniera da creare una comunità vigile e attenta. I dipendenti comunali, dalla Polizia Municipale ai tecnici, devono quindi essere presenti e vigili sul territorio in maniera da fornire presenza e attenzione alle difficoltà quotidiane dei residenti e raccogliere segnalazioni che, successivamente, devono essere affrontate con gli uffici competenti. Anche i politici, dalla Giunta ai Consiglieri devono svolgere questa funzione di controllo attivo per elaborare collettivamente delle soluzioni. Il tema della sicurezza si affronta collettivamente, da un punto di vista politico e non con l'opinione di una sola forza politica. Favorire l'incontro e la conoscenza del “vicino di casa” è l'unico modo per superare le diffidenze e le paure.

Sergio Celloni - Quel che non funziona sono le orecchie. Ci sono state innumerevoli richieste da parte dei cittadini, anche con riscontro sui giornali, che semplicemente non sono state ascoltate. Noi crediamo che il cittadino possa farsi promotore di iniziative come il controllo di vicinato, fermo restando però il ruolo imprescindibile delle forze di Polizia nel garantire sicurezza e contrastare il degrado. Dunque, la soluzione, come spesso accade, sta nel mezzo: se non è accettabile che i residenti si sentano abbandonati dalle istituzioni al punto da doversi organizzare autonomamente, l’amministrazione deve intervenire con progetti concreti. La proposta di G.O.L prevede lo spostamento delle sedi amministrative nel polo di piazza Liber Paradisus, puntando così ad una funzione riqualificante delle zone di criticità e rivitalizzando aree che sembrano abbandonate a loro stesse.

LAVORO. Tante le imprese del nostro territorio, anche storiche, cadute sotto i colpi della crisi o che hanno deciso di delocalizzare, con ripercussioni drammatiche. Dove ha fallito la politica del lavoro adoperata finora? Come si può intervenire in concreto e con effetto quasi immediato?

Matteo Badiali -  La politica ha fallito a livello nazionale nel momento in cui ha reso più conveniente andare all'estero piuttosto che investire in Italia. Il problema della pressione fiscale è che le tasse imposte a imprese e commercianti, non ricadono su un miglioramento dei servizi o un sostegno al lavoro, ma si perdono in altri meandri. Bisogna puntare sulle eccellenze (made in Italy) ma anche sul tipo di società che vogliamo domani. Per questo, il settore della Green Economy può essere un vero volano occupazionale, come dimostrano i dati sulla crescita degli agricoltori biologici, delle imprese verdi ad alta efficienza, del commercio nel settore bio. Bisogna puntare sul verde, in questo modo, si riuscirà ad affrontare meglio altri temi come la sicurezza ambientale (idraulica, per esempio) e la grande sfida dei cambiamenti climatici.

Sergio Celloni -  Senza troppe parole, subito proposte: il tema del lavoro è in cima alla nostra agenda. Snellimento burocratico per ciò che attiene le normative Comunali (chiunque abbia inoltrato anche solo una pratica in tal senso sa di cosa parlo) e agevolazioni fiscali a livello comunale per nuove assunzioni sul territorio: la forza lavoro deve tornare ad essere vista come una risorsa, non come un peso.Particolare riguardo all’imprenditoria giovanile, con incentivi per aree di impresa e bandi di assegnazione di aree dismesse. L’obiettivo è quello di innescare un circolo virtuoso: meno degrado, beni riqualificati e creazione di posti di lavoro.

CASA. Uno dei nodi da sciogliere in città è quello dell’emergenza abitativa e delle tante occupazioni che ne conseguono. Le sue soluzioni immediatamente realizzabili? La legge va bene così com'è?

Matteo Badiali - Quante sono le case sfitte a Bologna? Quant'è la domanda di casa? Come mai questa offerta e questa domanda non si incontrano ma si generano occupazioni abusive e sgombri al limite della legalità? Bisogna ripensare la Bologna accogliente, realizzando un piano occupazionale con i proprietari di case sfitte e cercare convenzioni per il loro utilizzo. Una casa vuota non può essere economicamente vantaggiosa per nessuno, né per il proprietario, né per la società. Quindi bisogna fare un piano casa e di accoglienza coinvolgendo le abitazioni sfitte presenti sul territorio.

Sergio Celloni - La polemica sulle occupazioni abusive è solamente la punta dell’iceberg di una politica dei controlli sulle residenzialità troppo buonista da parte dell’amministrazione, che sembra dare un tacito consenso, per un proprio tornaconto elettorale. L’edilizia convenzionata va rivalutata totalmente alla luce delle realtà e dei disagi che si stanno modificando con l’inserimento di nuove frange sociali. Il punto focale è un’impostazione errata ed autoreferenziale da parte di amministrazioni che gestisconoun enorme patrimonio immobiliare per soddisfare solo gli interessi privati degli amministratori. Il diritto all’abitare è un bene che non può essere sottomesso al profitto di una manciata di gestori. E mi fermo qui.

DEGRADO. In alcune zone le scene di degrado sono denunciate con frequenza. Esasperati per esempio alcuni residenti delle zone al centro della movida, mentre dall'altra parte i gestori fanno il loro gioco...sarà mai possibile metterli d'accordo? Come?

Matteo Badiali - Ci sono città europee dove “movida” e “residenza” vanno d'amore e d'accordo e il degrado non è tollerato. Ci vogliono delle regole chiare da entrambe le parti: un patto tra esercenti e cittadini, da rispettare, dove entrambi avanzano le loro proposte. Con un'educazione al rispetto reciproco e al vivere sociale: a Bologna deve essere consentito divertirsi (abbiamo un'Università e quindi tanti giovani, che vengono a vivere nelle nostre case e generano economia) nel rispetto di tutti.

Sergio Celloni - Innanzitutto eliminando soluzioni incoerenti e di facciata, come l’ordinanza sulla vendita di alcolici per la zona Universitaria: il degrado non lo combatteremo riversando tutti fuori dai locali dopo una cert’ora. Una buona combinazione sarebbe, insieme all’abolizione, un tavolo di coordinamento sulla sicurezza con i proprietari dei locali e Confesercenti, dando così libertà d’impresa ai gestori e restituendo il diritto al riposo dei residenti. Inoltre, coerentemente con la nostra visione localista ed autonomista, siamo molto propositivi nei confronti della social street: le soluzioni derivano da un dialogo, chi vive nella stessa via non può che trarre vantaggio da un accordo comune. In tal senso, sarebbe molto interessante ed innovativo cercare di dare una maggiore libertà d’azione, in coordinazione con i rappresentanti di Quartiere.

Azienda e res publica...un imprenditore di successo (in generale) ha le carte in regola per fare bene anche il sindaco? Perchè secondo lei? Esempi? Meglio chi ha fatto la gavetta politica fin da giovane? Perchè?

Matteo Badiali - In politica bisogna avere una visione chiara del modello di società che si vuole, e si deve avere un metodo chiaro di lavoro. Questo deve essere declinato a tutte le strutture operative dell'amministrazione che hanno il compito di applicare il mandato. Non esempi di imprenditori, ma penso ad una figura come Nelson Mandela che si è sempre battuto per i diritti del suo popolo, che è stato in prigione per tanti anni ed è diventato Presidente del Sud Africa. Quindi è il cuore, l'impegno e la passione che fanno grande un politico o un imprenditore.

Sergio Celloni - Come appartenente alla categoria,  mi rendo conto che una visione imprenditoriale permette di avere un taglio razionale e concreto, di ottimizzare le risorse, soprattutto dove sono presenti sprechi. Questo peraltro non mi ha mai impedito di interessarmi alla cosa pubblica: sono un imprenditore, ma ho comunque sempre fatto attività politica. Credo che la“gavetta” possa essere fatta da molti cittadini, anche perché non si dovrebbe vivere di politica, ma del proprio lavoro.

Quanto avete speso per la vostra campagna elettorale? Se non volete dare dei numeri diteci se è stata low-cost e su cosa avete investito di più, ma anche come è avvenuta la raccolta dei fondi...

Matteo Badiali - Il nostro  bilancio di previsione per la campagna elettorale è di 2.400 euro, raccolti tramite autofinanziamento dei candidati e di alcuni sostenitori. In più abbiamo fatto delle cene di autofinanziamento. Il tutto per produrre materiale elettorale cartaceo (sigh!) come manifesti, cartoline e volantini.

Sergio Celloni - La raccolta dei fondi è tutta auto-finanziata dai candidati che, come ho già detto, vivono del proprio lavoro: non abbiamo né partiti né centri di potere che ci sostengono. Il maggior investimento (incredibile ma vero, dato che mi occupo di editoria e grafica) è stato nella stampa di volantini e materiale informativo; ci piace parlare alle persone guardandole negli occhi, chiedendo loro cosa può essere cambiato.

Siete entrambi poco conosciuti a Bologna: Celloni viene da Modena e Badiali non è stato molto sotto i riflettori nonostante le ultime cariche...per cosa invece vi ricorderanno i bolognesi dopo queste amministrative?

Matteo Badiali - Io sono l'unico Candidato Sindaco dei Verdi in tutta Italia alle prossime amministrative. I bolognesi si ricorderanno dei Verdi e sapranno che sono tornati, più giovani e innovativi di prima.

Sergio Celloni - Come un matto che è stato ripagato per averci creduto fino in fondo.

Il tema dell'ambiente e della sostenibilità: quali sono le vostre proposte a riguardo? 

Matteo Badiali - Ridurre l'emissione di CO2 intervenendo su riqualificazione edifici e attività industriali, nonché su mobilità sostenibile e cura del ferro. Una vera conversione ecologica della società. Più occupazione nel settore della Green Economy, potenziamento dell'agricoltura biologica e del km0.

Sergio Celloni - Per l’aspetto imprenditoriale, puntiamo a incentivazioni ad aziende per l’utilizzo delle rinnovabili, in particolare da proporre a pacchetti per l’imprenditoria giovanile e/o ad alta tecnologia. Per l’aspetto cittadino, la nostra priorità è l’eliminazione degli autobus nel centro storico, insieme a l’incentivazione di realtà affini alla diminuzione del traffico: è la congestione che crea inquinamento.

Ci saprebbe indicare un punta di forza e uno di debolezza del sindaco uscente e chi pensa (fra gli altri, escluso lei) potrebbe fare un buon lavoro come primo cittadino?

Matteo Badiali -  La giunta ha presentato un progetto di cittadinanza attiva che è un ottimo spunto di lavoro. Il Sindaco non è molto presente e non gode di tanta stima tra i cittadini, almeno da ciò che ho potuto constatare in campagna elettorale. Matteo Badiali potrebbe essere un ottimo primo cittadino...l'altro Matteo, prima di Renzi e Salvini.

Sergio Celloni - Provare a gestire i malumori intestini del partito dicendo che va tutto bene, è sicuramente un indice di passione e tenacia. La lontananza (anche materiale, non solo mentale) da Bologna e dai Bolognesi è però indice di non consapevolezza delle priorità. Penso che in questi cinque anni, farà bene chi non rimarrà chiuso in ufficio giocando a fare il politico, ma uscirà per le strade, vivendo la città che amministra.

Faccia un augurio pre-elezioni al suo collega qui di fianco...

Matteo Badiali - Troppo semplice: ti auguro di fare GOL...però vincerò io 3 a 1.

Sergio Celloni - Un in bocca al lupo al verdissimo Matteo. Pardon, “l’altro” Matteo, come piace a lui.

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