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Elezioni Regionali Emilia-Romagna Via Aldo Moro

Il neo-eletto Paruolo: "I risparmi devono venire dall'innovazione, non dai tagli al welfare"

Giuseppe Paruolo, nuovo consigliere PD in Regione: "Bonaccini, se vuole evitare di restare in mezzo al guado, dovrà fare delle scelte chiare e coraggiose"

Le elezioni Regionali dello scorso 23 novembre hanno dato ragione a Stefano Bonaccini e fra i consiglieri regionali eletti del Partito Democratico c'è anche Giuseppe Paruolo: un 'guerriero gentile' della politica che promette: "Al primo posto il problema lavoro, ma il problema va risolto con progetti concreti, non a parole".

Ecco l'intervista a Giuseppe Paruolo:

Intanto un commento a caldo sulle elezioni appena trascorse e soprattutto al dato di astensionismo, ancor più significativo in Emilia Romagna...

Io credo che l'astensionismo sia una risposta sbagliata a una domanda che però è fondata, ovvero l'aspirazione dei cittadini ad avere una politica seria, onesta, efficace. Siccome invece passa l'idea che i politici pensino solo a se stessi, i cittadini si allontanano dalla politica, invece di avvicinarsi - come dovrebbero - per scegliere le persone migliori a rappresentarli. Inoltre credo che tanti siano scoraggiati dalla lentezza con cui il cambiamento, che comincia a essere percepibile a livello nazionale, sta facendo breccia a livello locale e regionale. Tocca quindi a noi dimostrare che la politica può essere capace di cambiare se stessa e la società che ha intorno.

Ci racconti brevemente chi è Giuseppe Paruolo: politicamente, professionalimente...un ritratto per conoscerla meglio.

Politicamente credo di essere un guerriero gentile: da sempre combatto per cambiare le cose, ma cerco di farlo con lealtà e onore, rispettando le persone e la parola data. Sono un matematico che fa l'informatico, e in una politica spesso dominata da discorsi molto teorici porto il punto di vista di un appassionato dei numeri e della logica, che vorrebbe concretamente migliorare la vita dei propri concittadini. Ho contribuito a costruire il PD e considero questo partito la mia casa politica. Ma proprio perché è casa mia, vorrei che fosse più corrispondente a ciò che ci chiedono ai cittadini. In una realtà come quella bolognese, dove la forza di una tradizione a volte rischia di trasformarsi in un elemento di conservazione, per la prima volta da decenni un candidato fuori dai soliti schemi arriva ad ottenere un risultato così importante. Mi piacerebbe che fosse un segnale di cambiamento, che apra la strada ad altri passi avanti.

Quali saranno le battaglie che sosterrà in Via Aldo Moro? Quali le priorità che il nuovo presidente dovrà affrontare fin dal primo giorno?

La massima priorità è il lavoro, ma per avere risultati non basta solo ripeterlo: occorre per esempio investire con forza su pochi progetti finalizzati. Credo che questo sia il primo banco di prova di Presidente e Giunta, e io ci sarò per dare una mano. Nelle mie battaglie c'è poi la sfida di un welfare in cui i risparmi devono venire dall'innovazione, invece che dai tagli dei servizi. L'attenzione all'ambiente con lo stop al consumo di suolo. Poi, per quanto mi riguarda, in campagna elettorale ho pubblicato 40 "pillole di programma", che sono altrettanti impegni da portare avanti da consigliere: sono tutte sul mio sito. E ho ricevuto almeno altrettante ulteriori proposte di miglioramenti specifici e che credo valga la pena di promuovere.

Stefano Bonaccini rappresenta il 'nuovo'? Continuità o distacco rispetto alla gestione Errani? In cosa la differenza?

L'obiettivo è combattere le sfide del nostro tempo sapendo percorrere anche strade nuove, senza buttare via quello che di buono è stato costruito negli anni precedenti. Stefano Bonaccini, se vuole evitare di restare in mezzo al guado, dovrà fare delle scelte chiare e coraggiose. Dico nella sostanza, molto più che nell'apparenza: anzi, diffido del dominio che l'apparenza rischia di avere nel quadro politico in questo periodo. Se farà scelte coraggiose nella sostanza, troverà me al suo fianco pronto ad aiutarlo.

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