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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni Regionali Emilia-Romagna

Regionali, il candidato Mazzanti: "In via Aldo Moro decisioni che influiscono sul quotidiano"

L'intervista a Maurizio Mazzanti di 'Liberi Cittadini per l'Emilia Romagna': "Noi proponiamo qualcosa di diverso, talmente banale da diventare rivoluzionario: il governo ai cittadini"

In Emilia Romagna siamo in piena campagna elettorale per le elezioni regionali del 23 novembre. Stesse domande a tutti i candidati presidenti per poter fare un confronto fra programmi e priorità: è il turno di Maurizio Mazzanti, della lista "Liberi Cittadini per l'Emilia Romagna".

La prima questione/priorità alla quale si dedicherà se diventerà presidente della Regione?
Mi dedicherei a due questioni, una più simbolica e una concreta. Chi vive sul territorio ed esercita una funzione amministrativa, come faccio io da consigliere comunale nel mio paese, sa bene qual è l’importanza della Regione: il luogo dove vengono emanati gli strumenti normativi e fatte le scelte che incidono sulla vita di tutti i giorni. La maggior parte dei cittadini invece non si rende conto di questa importanza e considera la Regione qualcosa di troppo distante. Vorrei riavvicinare i cittadini al palazzo, aprire le porte della Regione e rendere veramente trasparente quello che è stato chiuso per troppi anni. Sul fronte concreto inizierei a tagliare gli Enti inutili che costano molto e producono poco e niente e metterei ogni singolo euro risparmiato nella sanità, nel welfare, nelle politiche del lavoro, che sono le vere urgenze da risolvere.

Secondo lei cosa non va in Emilia Romagna oggi? Cosa ci lascia la gestione Errani? E cosa della gestione Errani  lascerebbe invariato o porterebbe avanti?
L'Emilia-Romagna è una Regione bloccata non solo per colpa della crisi. La gestione troppo lunga di Errani ha lasciato un'eredità pesante: una regione divisa da un modello policentrico che ha frammentato e messo in competizioni territori che invece dovevano unirsi per far fronte a una competizione nazionale e globale. Penso alle Fiere e agli aeroporti che facendosi una lotta reciproca hanno avvantaggiato realtà extra regionali. Si è voluto dividere per meglio controllare e quando ci si è accorti di questo era ormai troppo tardi. Oggi il candidato presidente del PD propone un modello di "Smart city regionale", un'unica anima regionale che corre lungo la via Emilia e questo è la dimostrazione che il modello Errani ha fallito, anche se viene da chiedersi dove era chi oggi propone questo modello. Da portare sicuramente avanti è lo sforzo per mantenere un alto livello di welfare, che ha sempre caratterizzato questa Regione, ma che deve passare attraverso l’eliminazione di sprechi e inefficienze che possono mantenere e migliorare il livello di assistenza sanitaria che abbiamo oggi.

Non potrà non occuparsi di lavoro e crisi delle imprese. Idee per far ripartire la regione?
Il lavoro è una priorità che deve essere perseguita con il massimo impegno. Bisogna ridurre la burocrazia, garantire alle aziende un miglior accesso al credito, aiutare soprattutto le micro e piccole imprese ad accedere a finanziamenti e progetti europei e individuare percorsi per partecipare più facilmente agli appalti pubblici. Si deve poi intervenire sullo sviluppo e l’innovazione aiutando le aziende a utilizzare i fondi strutturali. Una parola chiave del nostro programma è “riqualificazione”, che vale anche per il sistema lavoro di questa regione: nel nuovo scenario scaturito da una crisi di sistema dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti esistenti per salvaguardare il lavoro.

Territorio e grandi opere: quali opere/infrastrutture ritiene necessarie?
La nostra contrarietà è totale verso i progetti inutili e troppo costosi. Rispetto agli anni in cui le grandi opere viarie sono state pensate è cambiato il mondo. Si sono modificati i volumi di traffico, i modelli di distribuzione, le abitudini e le necessità. E’ anche ormai accettato da tutti gli esperti che il consumo di suolo va evitato. Il nostro è un terreno agricolo tra i più fertili del mondo e va utilizzato per la produzione alimentare, non per il cemento o per  gli impianti a biomasse. Questa Regione ha troppo cementificato, bisogna anche qui usare la parola riqualificazione. Dobbiamo allora fare una cosa nel più breve tempo possibile, cioè terminare le infrastrutture esistenti e soprattutto metterle in sicurezza: penso ad esempio alla Trasversale nord incompiuta da quasi quaranta anni o alle condizioni precarie del tratto esistente della E55. Le risorse vanno piuttosto investite per riqualificare tutto il patrimonio edilizio scolastico che versa in condizioni spesso critiche.

Dissesto idrogeologico: come intervenire per prevenire quello che è accaduto a Parma?
Il territorio della nostra regione  è complesso: una montagna fragilissima, una ampia rete fluviale in pianura, spesso con presenza di alvei pensili e troppi anni di mancata manutenzione e interventi hanno reso critiche troppe situazioni. Occorre sbloccare i finanziamenti già stanziati per singoli progetti, realizzare un piano unico regionale di intervento e decidere su quali priorità concentrarsi per evitare interventi a pioggia che non risolvono i singoli problemi. Bisogna anche evitare che risorse destinate a interventi di messa in sicurezza del territorio servano ad altri scopi come ad esempio la realizzazione di parti di infrastrutture viarie che non hanno niente a che vedere con la messa in sicurezza del territorio.

Post terremoto? A che punto siamo? Cosa va ancora fatto e subito?
Bisogna ricordare, per essere precisi e non demagogici, che il terremoto è venuto tre giorni dopo l'entrata in vigore della nuova legge di riordino della Protezione Civile, con tutte le conseguenti carenze normative. Il sistema complessivamente ha retto grazie alle grande determinazione e voglia di ripartire dei cittadini emiliani con il massimo aiuto possibile degli enti locali. La grande difficoltà è per il ripristino dei centri storici a causa delle difficoltà di cantierabilità. Per noi è di assoluta priorità la totale messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico, che generalmente è datato e non possiamo mettere a rischio la vita dei nostri figli.

Cosa la differenzia dai suoi competitor?
La lista che rappresento è costituita da liste civiche autonome, movimenti, associazioni. Non dobbiamo rispondere a segreterie di partito, né abbiamo leader padronali. Il sistema politico regionale ha fallito, la distanza tra partiti e cittadini è ormai incolmabile e come cittadini vogliamo riprendere la sovranità che ci è stata tolta. In questa tornata elettorale vediamo forze politiche alleate a livello nazionale essere in competizione a livello locale. E’ il teatrino della politica: uno contro l’altro, ma poi... Noi proponiamo qualcosa di diverso, talmente banale da diventare rivoluzionario: il governo ai cittadini.

Renzi chiede alle Regione di ridurre gli sprechi...come lei intende (e se è possibile) farlo?
Renzi ha ragione quando dice che le Regioni possono risparmiare, perché vediamo benissimo che ci sono molti sprechi e inefficienze. Pensiamo solo agli enti inutili, alle nomine politiche, alla gestione degli appalti. Si possono reperire risorse anche importanti. Ma Renzi sbaglia quando chiede di togliere queste risorse regionali per chiudere dei buchi a livello nazionale. Quello che si risparmia a livello regionale deve essere utilizzato qui e non mandato a Roma. C’è allora un tema molto serio che è quello della riforma del titolo V, bisogna rivedere i rapporti tra Stato e Regioni e ridefinire i termini dell'autonomia regionale, anche in termini fiscali.

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