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Giovedì, 25 Aprile 2024
Europa

Elezioni Europee, il candidato Michele Facci: "L'Italia fin'ora ha solo subito l'UE"

Il candidato nella lista Fratelli d’Italia per la circoscrizione Nord Est: "Questo voto è di estrema importanza per i futuri assetti istituzionali dell'Italia nel contesto europeo, contribuirà a influenzare le prossime politiche comunitarie"

Michele Facci, esponente bolognese del Movimento Nazionale per la Sovranità, ha aderito al “manifesto sovranista” proposto da Giorgia Meloni per le elezioni europee del 26 maggio 2019 ed è candidato nella lista Fratelli d’Italia per la circoscrizione Nord Est (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia). 

«La sfida all’Europa dei burocrati e delle banche è aperta, noi vogliamo l’Europa dei Popoli e delle identità. Più Italia in Europa, questa volta è possibile!» le parole di Michele Facci annunciando la sua candidatura, della quale ci parla in questa un'intervista. 

E' importante questo voto per l'Europa? Perchè?

«Il voto per il Parlamento europeo tende ad essere purtroppo sottovalutato, quando non addirittura snobbato. In realtà è un voto di estrema importanza per i futuri assetti istituzionali dell'Italia nel contesto europeo, perchè contribuirà ad influenzare, in un senso o in un altro, le prossime politiche comunitarie».

La sua candidatura: da quali esperienze politiche arriva e quali sono le sue motivazioni/valori? Cosa porterebbe a Bruxelles Michele Facci?

«La mia storia politica è caratterizzata da un percorso sempre "a destra", e declinato di volta in volta nei vari "contenitori" politici che si sono via via succeduti negli ultimi anni. Nello specifico, la candidatura a queste elezioni nasce nella componente nazionale dei c.d. "Sovranisti", che hanno aderito al più ampio "manifesto" proposto da Giorgia Meloni per rivendicare all'Italia un ruolo da protagonista - e non più da semplice comparsa - all'interno dell'Unione europea. Pertanto, all'interno di Fratelli d'Italia rappresento l'anima propriamente sovranista».

L'Europa: quale il suo punto di vista sul ruolo dell'Italia? Cosa cambiare e come farlo?  Fake news e informazioni non corrette sui temi più battuti?

«L'Italia ha sinora subito l'adesione a questa Unione, cedendo troppo frettolosamente quote di sovranità. Intendiamo riequilibrare questo rapporto che oggi è di mera subordinazione, per riappropriarci di quella autonomia ed autorevolezza  necessarie per difendere gli interessi nazionali nel contesto europeo. Non vogliamo uscire dalla UE, ma trasformare la UE in una Confederazione di Stati sovrani e liberi, in cui la cessione della sovranità - e quindi la cooperazione - sia limitata alle grandi problematiche: la sicurezza, il mercato unico, la difesa, l'immigrazione, la ricerca, la politica estera. Deve però essere lasciata agli Stati membri la libertà di autodeterminazione su quelle materie che possono essere meglio decise a livello nazionale.
Una delle più grandi mistificazioni e vera e propria attività di disinformazione di queste settimane è l'affermazione che vorrebbe descrivere il "sovranismo" come qualcosa di negativo, di estremo, e di pericoloso per il futuro dell'Europa. In realtà, i sovranisti non sono contro all'Europa, ma a questo modello di Europa, che non tutela gli interessi nazionali, a cominciare dalla difesa del lavoro, del made in Italy, delle politiche per la famiglia, della nostra cultura e tradizione. Il nostro slogan non è "più Europa", ma "più Italia in Europa».

Cosa spera di leggere sui giornali il 27 maggio 2019?
«Innanzitutto, spero che la percentuale di affluenza sia stata alta, a dimostrazione di un ritrovato senso civico da parte del corpo elettorale italiano, e di un'acquisita sensibilizzazione circa l'importanza e la necessità del voto europeo.
Poi, va da sè, spero che il voto possa premiare quelle forze politiche del cambiamento, come Fratelli d'Italia, che vogliono restituire dignità e autorevolezza al nostro popolo, stanco di subire le direttive dell'asse franco-tedesco e delle potenti lobbies economico-finanziarie internazionali, che condizionano quando non limitano le prerogative e le potestà delle nostre Istituzioni».

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