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Fine indagine 'spese pazze' in Regione: la reazione dei politici bolognesi

41 avvisi recapitati ai consiglieri regionali con due ipotesi di reato: spese in proprio non pertinenti e omesso controllo su quanto speso dai colleghi di partito

41 avvisi recapitati ai consiglieri regionali con due ipotesi di reato: spese in proprio non pertinenti e omesso controllo su quanto speso dai colleghi di partito. E' quando disposto dalla Procura di Bologna a seguito delle indagini sulle spese dei gruppi in via Aldo Moro.  "Era annunciato, una cosa risaputa, bisognerà attendere come finiscono le indagini - è stata la dichiarazione a caldo del sindaco di Bologna Virginio Merola - bisogna avere fiducia nella magistratura, non fare polemiche e aspettare che ci siano i primi pronunciamenti. Siamo di fronte solo ad avvisi di fine indagine". Gli avvisi giungono a pochi giorni dal voto per il rinnovo del Presidente della Regione, il 23 novembre: "Penso che di queste elezioni non se ne stia parlando molto. Sicuramente questa notizia non aiuta queste elezioni, sicuramente varrebbe la pena di dire che questa notizia era abbondantemente annunciata. Così' come vale la pena di dire che quello che le forze politiche dovevano fare per reagire, in questo caso il Pd, è stato fatto, le candidature sono state completamente rinnovate".

"Penso che, indipendentemente da chi sia candidato o meno nelle liste del PD, si debba e si possa, da parte degli interessati con serenità, determinazione e fiducia nel lavoro dei giudici - ha dichiarato il segretario provinciale PD Raffaele Donini - chiarire bene ed in fretta i fatti che vengono loro contestati dalla Procura; così come del resto ha già fatto Il nostro candidato Presidente della Regione Stefano Bonaccini uscendo dall'indagine con la richiesta di archiviazione da parte degli stessi inquirenti. Per quel che mi riguarda non credo ad alcuna azione di giustizia ad orologeria e continuo a riporre massima fiducia nei confronti della magistratura. In questi anni il percorso di sobrietà e di sostenibilità delle spese per la politica e per i gruppi consigliari in Emilia Romagna è stato reale e significativo. Qualora dovessero emergere responsabilità penali o anche solo comportamenti contrari alla moralità e all'etica personale, istituzionale e politica a carico dei singoli, saremmo i primi ad applicare con rigore il nostro codice etico”.

"E' proprio il tempo di cambiare: i 41 avvisi di chiusura indagine ai consiglieri regionali, quasi tutti, per la vicenda nota come spese pazze sono l'ennesima dimostrazione che in Regione è tempo di voltare pagina -  è l'opinione di Cristina Quintavalla, candidata della klitsa 'L'altra Emilia Romagna' - soldi per la politica non possono servire a coltivare clientele e nemmno a fare il giro dei ristoranti di lusso. Staremo a vedere gli sviluppi giudiziari, non tutte le posizioni riuslteranno uguali, ma il buon governo passa per la trasparenza delle spese per la politica".

"Gli indagati sono 42, questa è riassumendo la sintesi estrema a cui è arrivata la magistratura Bolognese in merito alla cosiddetta inchiesta delle “spese pazze”, tutti i gruppi consiliari sono in sostanza implicati nell'inchiesta. Due soli anni sono serviti alla magistratura per tracciare un quadro desolante della politica emiliano romagnola. Da candidato al consiglio regionale ho coniato lo slogan con Rinaldi Bruno ripuliamo la nostra Regione - scrive in una nota il candidato NCD - Devo dire, alla luce degli accadimenti, che per davvero c'è bisogno di maggiore etica e trasparenza nella gestione del danaro pubblico. I cittadini hanno bisogno di una politica onesta che si interessi dei loro problemi per risolverli. Ho deciso di recarmi di fronte al palazzo della Regione a Bologna mercoledì alle ore 11,00, con alcuni amici e con la ramazza che mi ha accompagnato fino ad ora nella campagna elettorale. Ramazza con la quale pulirò, tanto per cominciare, il piazzale antistante il palazzo. Un atto che vuole essere di forte significato simbolico: la voglia di onestà, la voglia di una sana politica, la voglia di vedere i cittadini appassionarsi nuovamente alla vita civica e democratica, il desiderio di avere partiti finalmente puliti e trasparenti. Mercoledì alle ore 11,00 si inizia con la pulizia!"

"Con saggezza e buon senso ci siamo tutelati da questo schifo - scrive il consigliere 5 Stelle a Palazzo d'Accursio Massimo Bugani attendiamo di sapere su quanti candidati di PD, NCD, e FI alle prossime regionali pende un'accusa di peculato sulla testa. Ricordiamo che il peculato è uno dei reati più gravi che un amministratore pubblico possa compiere, significa aver rubato soldi ai contribuenti. Sono coinvolti 41 consiglieri su 50, complimentoni! Il M5S presenta liste pulite, fatelo sapere ad amici e parenti". "Bonaccini non è ancora prosciolto, con Fabbri un indagato per corruzione e..chi andò a cena con 'ndranghetisti nel 2012" aveva dichiarato la candidata del Movimento 5 Stelle Giulia Gibertoni, gli unici a non candidare "condannati e indagati"“

"Anzichè attaccare la Procura, i partiti dovrebbero per decenza quanto meno tacere e se possibile fare mea culpa - lo scrive Filippo Berselli NCD -. Pur valendo per tutti e quindi anche per i consiglieri regionali la presunzione costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitva, esprimo la mia assoluta fiducia nella magistratura bolognese".

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