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Fondi paritarie, nel caos. Garagnani scomoda il Governo: Gelmini interpellata

Fremito intorno all'ipotesi referendaria sui finanziamenti pubblici alle scuole private. Il "caso" di Bologna arriva sul tavolo del Ministro alla pubblica istruzione: richiesta "un'interpretazione omogenea"

Oggi, lunedì 27 giugno, dovrebbe arrivare la decisione sul via libera o meno al referendum contro i finanziamenti alle materne private. Intanto da palazzo d'Accursio a palazzo Chigi, il caos di Bologna sul pronunciamento decolla sul piano nazionle.

Il deputato Pdl Fabio Garagnani, in un'interrogazione al Governo sull'" ipotizzato referendum sui contributi comunali alle scuole paritarie di Bologna", ha sollecitato il ministro Gelmini "innanzitutto a farsi carico di un'interpretazione omogenea su tutto il territorio nazionale del diritto allo studio come possibilità di accesso ai servizi essenziali che riguardano la scuola materna e primaria per gli istituti statali e paritari", sottolineando la necessità di un'approvazione "il più sollecita possibile della propria proposta di legge concernente il diritto allo studio".

In secondo luogo ha rilevato, "in presenza della legge 62 del 2000 che parifica scuole statali e paritarie per quanto riguarda la fruizione di interventi pubblici anche economici, l'anomalia di un referendum come quello promosso a Bologna da un comitato di genitori che - afferma Garagnani - lede profondamente 'diritti indisponibili' degli studenti e dei genitori garantiti dalla Costituzione".

Auspicando "un intervento unanime del Consiglio comunale di Bologna a favore dei contributi comunali per la scuola paritaria, Garagnani chiede la convocazione urgente della Commissione scuola cultura della Camera per discutere una risoluzione sul 'caso Bologna' che lo stesso Garagnani ha presentato ieri.

"Il tutto - aggiunge - per evitare, come sta accadendo in questi giorni a Bologna, che un pur limitato contributo del Comune alle scuole materne paritarie (le quali, sia detto per inciso, nel caso bolognese coprono una parte significativa della popolazione scolastica) nell'impossibilità del Comune di provvedere adeguatamente, sia sottoposto a referendum, che in nome di un presunto principio di uguaglianza viola un diritto fondamentale come quello concernente la libertà di scelta educativa e la funzione pubblica della scuola paritaria.

L'interpretazione dell'articolo 33 della Costituzione, presupposta nella richiesta di referendum consultivo presentata al Comune di Bologna, appare pertanto fortemente influenzata da un presupposto ideologico unilaterale, che non corrisponde al quadro costituzionale e legislativo nazionale, né considera l'importanza del servizio che la scuola privata rende ai cittadini, integrando le prestazioni garantite dalla scuola pubblica". Garagnani ha reso noto di aver inviato queste considerazioni anche alla presidente della commissione Valentina Castaldini.

 

(fonte Ansa)
 

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