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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Parma incassa soldi, Bologna a secco. Merola: "Le vie del Signore sono infinite"

Attacco contro il Governo che ha destinato fondi per il trasporto locale parmense e nulla alle casse felsinee. Questo il monito di Merola. Ma Garagnani: "La colpa invece è di Errani e Cofferati"

Parma incassa 73 mln di euro da utilizzare nel suo trasporto pubblico locale, Bologna resta a bocca asciutta. Due pesi e due misure nel concedere i fondi ai comuni: così secondo il sindaco Virginio Merola. "Se è possibile per Parma avere soldi per ex metropolitana - ha detto a margine di una conferenza stampa dell'Anci - bisogna spiegare al Paese perché non è possibile per Bologna".

MEROLA, RESPONSABILITA' DEL GOVERNO. Dove, ha ricordato, l'idea è quello di dirottare i finanziamenti per il 'Metro' sul servizio ferroviario metropolitano per realizzare una linea in superficie. Merola ha detto di guardare "con attenzione" ai fondi annunciati in arrivo a Parma. "Lì è stato possibile dirottare i fondi" ed evidentemente "le vie del Signore sono infinite", ha detto ironicamente. Bisogna, perciò, "applicare la stessa logica, non legale, ma politica, sul Comune di Bologna".

PDL, RESPONSABILITA' A ERRANI E COFFERATI. Secondo il deputato e coordinatore cittadino del Pdl Fabio Garagnani, la responsabilità per i fondi non dirottati a Bologna non è del Governo, ma di Cofferati ed Errani.

"Stupisce - si legge in una nota di Garagnani - che il sindaco Merola abbia parlato di pesi e misure diverse nel conferire fondi a vari comuni da parte del Governo, con la citazione impropria dell'attribuzione di 73 milioni di euro per la prevista metropolitana di Parma, dal momento che dovrebbe sapere che il sindaco Cofferati, del quale è stato assessore, nel lontano 2004 firmò un ricorso al Consiglio di Stato contro l'ipotizzato 'Metro'' di Bologna, adducendo vizi di forma ed altro. Un ricorso che, sottolinea il deputato, "fu accolto dalla consulta" e "i fondi previsti per Bologna furono dirottati anche a Parma".

Garagnani ricorda anche che il presidente della Regione "firmò nello stesso giorno un accordo con il Governo sui progetti da realizzare" in Emilia-Romagna. E nel pomeriggio stesso "si recò al Consiglio di Stato medesimo a depositare il suddetto ricorso, causando, in questo modo, il venir meno dell'importante infrastruttura a Bologna per un importo di 600 miliardi di vecchie lire". Il deputato ha concluso dicendo di aver presentato un'interrogazione al Governo, sul tema delle infrastrutture.
 

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