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Fusione Valsamoggia, Lega: "Fallimento dei sogni del grande regno targato PD"

Per la Saliera un successo, ma Bernardini contesta: "Come avevamo detto se anche solo un Comune avesse detto di no si sarebbe dovuto fermare tutto. Ora i pareri contrari raccolti dai Comuni sono addirittura due"

Un successo per la Regione, un fallimento per la Lega. L'opinione politica si divide sulla fusione dei comuni della Valsamoggia, per la quale i cittadini sono stati chiamati al voto ieri con un referendum. "La maggioranza di chi si è recato al seggio ha espresso un parere positivo. Il risultato finale è positivo, un buon risultato su cui vale la pena di impegnarsi". Così si è espressa la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera dopo il voto sulla fusione.

SOLO BAZZANO E SAVIGLNO HANNO VOTATO NO. Al referendum hanno infatti prevalso complessivamente i sì alla fusione (il 51,47% pari a 5.731 persone, mentre contrario si è detto il 48,53%, cioé 5.404 elettori). Ma in due Comuni, Bazzano e Savigno, c'é stata però una prevalenza di no (58,52% contro 41,48% a Bazzano e Savigno 56,75% contro 43,25%). Trattandosi di un referendum consultivo, non vincolante e senza quorum, l'ultima parola sulla fusione - come aveva già sottolineato ieri la vicepresidente della Regione - tornerà all'Assemblea legislativa regionale, dove l'iter del progetto di legge che istituisce il comune unico - predisposto dalla Giunta regionale e già approvato a maggioranza in commissione Bilancio e affari generali e istituzionali - era stato sospeso in attesa dell'esito del referendum. "La parola sul processo di fusione tra i cinque Comuni passa ai sindaci, ai partiti politici e in ultima istanza all'Assemblea legislativa, cui spetterà la decisione definitiva" aveva detto.

LEGA: QUALE VITTORIA? UN VERO FALLIMENTO. “Ma quale vittoria? Il referendum dei comuni della Valsamoggia sancisce il fallimento dei sogni del grande regno targato Pd. Ora si rispetti la volontà espressa dai cittadini dei singoli Comuni, ai quali deve spettare il potere di veto. Per noi della Lega la volontà popolare è sovrana”. Lo dice il capogruppo leghista a palazzo D’Accursio Manes Bernardini a poche ore dal risultato del referendum della Valsamoggia che ha decretato la risicata vittoria dei favorevoli, ma soprattutto il “’no’ grande come una montagna” – fa notare Bernardini – di Bazzano e Savigno.

SI FERMI TUTTO SE ANCHE UN SOLO COMUNE HA VOTATO CONTRO. “Come avevamo detto in consiglio regionale – ricorda l’esponente del Carroccio –, se anche solo un Comune avesse detto di no si sarebbe dovuto fermare tutto. Ora i pareri contrari raccolti dai Comuni sono addirittura due, quindi – conclude Bernardini – la vicepresidente Saliera ne prenda atto e torni in consiglio regionale a riferire urgentemente sul da farsi. La Lega Nord non ha dato indicazioni di voto, considerando sovrana la volontà popolare. Fin da subito abbiamo chiesto però che il ‘no’ dei cittadini fosse ascoltato e, nel caso, comportasse la chiusura del processo di fusione. E 'no' è stato, per due Comuni. Quindi i sogni del grande regno a guida Pd - magari con qualche big politico da ricollocare perché tra pochi mesi senza lavoro e, quindi, stipendio - dovranno rimanere nel cassetto. Finché non ci sarà totale condivisione questo matrimonio non s’ha da fare: come in ogni democrazia la possibilità di ritentare non è preclusa, ma oggi bisogna solo far scorrere i titoli di coda su questo film”.

RAFFAELE DONINI: SI VA AVANTI. Tra buttare via tutto, o procedere in modo muscolare e arrogante, credo che ci possa essere la strada (da ricercare assieme) per andare avanti con questo progetto, promuovendo anche altre forme di partecipazione". Così Raffaele Donini, segretario provinciale del Pd di Bologna, parlando del progetto di fusione dei cinque comuni della Valsamoggia, dopo che nel referendum in cui i cittadini hanno detto la loro sulla nascita di un unico comune hanno prevalso i sì, ma Bazzano e Savigno c'e stata una maggioranza di no.

Per il segretario del partito che ha fortemente voluto l'unione quindi si deve andare avanti, ma senza arroganza e facendosi carico delle perplessità di chi si è espresso per il no. Va considerato, ha spiegato Donini, che il voto ha avuto una partecipazione che ha lambito il 50%, risultato "consistente" per un referendum consultivo. Poi che ha prevalso nel complesso il sì. E non va dimenticato che se in due comuni su cinque ha vinto il no, chiaramente i sì sono stati prevalenti in tre dei cinque comuni coinvolti. "In questo referendum hanno giocato ragioni di conferma della bontà del progetto - ha spiegato Donini - ma è del tutto evidente che occorre continuare a promuovere partecipazione, soprattutto nei territorio dove hanno prevalso le ragioni del no. Sarebbe però ingiusto buttare via il progetto: darebbe l'idea che in Italia le riforme non si possono fare, anche se il progetto è positivo, anche se ha l'appoggio della maggioranza dei cittadini o dei comuni coinvolti, riconoscendo così a ciascun comune una sorte di potere di veto".

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