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G7 Ambiente, cala il sipario: 'Accordi Parigi irreversibili', ma gli Usa: 'Abbiamo già dato'

I ministri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno unito e la Commissione europea ribadiscono l'impegno a controllare le emissioni di CO2 contro il riscaldamento globale. Washington frena:'Impegno coerente con nostra economia'

Cala il sipario sul vertice dei ministri dell'Ambiente dei sette paesi più industrializzati, e la dichiarazione finale al termine dei lavori dell'11 e 12 giugno è stata adottata all'unanimità.

Lo scritto, lungo 11 capitoli e 63 punti, ha trovato l'adesione di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno unito e la Commissione europea. Firma in calce anche per gli Usa, che però postillano una nota dove di fatto riaffermano la rottura del presidente Trump sul clima.

I paesi sottoscrittori -si legge- "riaffermano un forte impegno per una rapida ed effettiva implementazione degll'Accordo di Parigi, che rimane lo strumento globale per un efficace e urgente contrasto dei mutamenti climatici e per l'adattamento ai loro effetti" e "sono d'accordo nel considerare l'Accordo di Parigi come irreversibile e sul fatto che la sua piena integrità è cruciale per la sicurezza e la prosperità del nostro pianeta, delle nostre società, delle nostre economie". Di conseguenza "le nostre azioni continueranno ad essere ispirate e guidate dal crescente slancio globale per contrastare i mutamenti climatici ed accelerare l'irreversibile transizione verso economie a basso tasso di carbonio, resilienti ed efficienti nell'uso delle risorse". Ciò detto, "siamo pronti a cooperare con tutte le parti nell'implemtazione dell'Accordo di Parigi", precisano i 6.

Gli Stati uniti di Trump invece si chiamano fuori da alcune parti della nota finale. Una nota al punto 2 degli 11 afferma infatti: "Noi, gli Stati uniti d'America, continueremo a dimostrare" l'impegno nella lotta ai mutamenti climatici "attraverso l'azione, avendo ridotto la nostra impronta di carbonio raggiungendo i livelli di emissione di CO2 precedenti al 1994 a livello domestico. Gli Stati uniti continueranno a impegnarsi con i partner chiave a livello internazionale in una maniera che sia coerente con le nostre priorità domestiche, salvaguardando sia una forte economia che un ambiente salubre. Di conseguenza noi, gli Stati uniti non aderiamo alle parti del comunicato sul clima e le multilateral development banks (banche multilaterali di sviluppo, come la Banca Mondiale, ndr), riflettendo il nostro annuncio circa il ritiro e l'immediata cessazione dell'implementazione dell'Accordo di Parigi e degli impegni finanziari associati".

Il ministro ospite Gian Luca Galletti vede il bicchiere mezzo pieno: "Poteva essere un G7 della rottura, è stato il G7 del dialogo, e l'adozione del documento all'unanimità ne è la riprova". Sebbene, spiega Galletti, con gli Usa ci sia diversità di vedute sulle emissioni, sono stati trovati accordi su altre materie, come "sulla finanza sostenibile, sull'economia circolare, sull'efficienza delle risorse approvando un'importante road map di Bologna, sui rifiuti marini e l'impegno per l'Africa", rileva il ministro. Con gli Usa -osserva il ministro- ci auguriamo di poter portare avanti un dialogo costruttivo, ogni posizione diversa per noi è esclusa".

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