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Governo: si vota la fiducia alla Camera, domani prove di nuova sinistra sotto le Torri

Oggi il voto di fiducia alla Camera al nuovo governo di Enrico Letta. Domani arrivano in città Fabrizio Barca, l'ex sindaco Cofferati, ma non più Stefano Rodotà. Pd Bologna: "Governo sia a tempo"

Per ragioni personali non parteciperà all'incontro di domani sera al teatro Testoni (e nemmeno al convegno della Fiom in mattinata), ma con un messaggio scritto Stefano Rodotà ha comunque ribadito la propria "adesione convinta" al referendum contro i fondi comunali alle scuole paritarie promosso a Bologna dal comitato 'Articolo 33'. "Oggi più che mai dobbiamo riprendere il filo, spezzato in questi anni, della politica costituzionale e della legalità che essa esprime", spiega Rodotà, definendolo "un punto non negoziabile, per due ragioni: la prima riguarda la necessita di rispettare la chiarissima lettera della Costituzione che parla di una scuola privata istituita 'senza oneri per lo Stato'" mentre la seconda è "che sempre la Costituzione prevede che lo Stato debba istituire 'scuole statali per tutti gli ordini e gradi'". In tempi di crisi, prosegue il giurista, "questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la funzionalità. Non a caso, Piero Calamandrei definì la scuola pubblica 'organo costituzionale', individuando la linea dalla quale non può allontanarsi nessuna istituzione dello Stato".

Dopo la tragica giornata di ieri, con il giuramento e la sparatoria a Palazzo Chigi, il nuovo Premier Enrico Letta presenterà il suo programma oggi pomeriggio alle 15 alla Camera. Poi il voto di fiducia. Martedì voterà la fiducia il Senato. Letta avrà il sicuro sostegno di Pd, Pdl e Scelta  civica. All'opposizione 5 Stelle, Lega Nord, Sel e Fratelli d'Italia. Probabilmente voteranno la fiducia anche i parlamentari Pd contrari alle larghe intese, tra i quali i bolognesi Sandra Zampa e Sergio Lo Giudice.

NUOVA SINISTRA SOTTO LE TORRI? 30 aprile impegnativo in città: arrivano quelli che sembrano essere i leader in pectore della nuova sinistra, dopo l'implosione del Partito Democratico. Alle 9.30 a Palazzo Re Enzo, un incontro su "Lavoro e welfare. Le proposte della Fiom su reddito, salario e orario per un diverso modello sociale". In prima fila l'ex sindaco Sergio Cofferati, il leader Fiom Maurizio Landini e l'ex ministro del governo Monti Fabrizio Barca, che vederemo, c'è da scommetterci, presto impegnanto nella ricostruzione del Pd. Tra gli altri anche Stefano Rodotà, che ieri alla trasmissione "Che tempo che fa" ha dichiarato di voler partecipare ai "cantieri" della sinistra e che in serata, alle 21, sara al Testoni per presenziare all'incontro "Verso il referendum del 26 maggio. Per la scuola pubblica inclusiva, laica, gratuita". Rodotà è presidente onorario del Comitato referendario Articolo 33, con lui ancora Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, e Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Flc-Cgil.

IL SEGRETARIO DONINI. Costretto ad appoggiare il governo Letta il Pd bolognese, ma deciso a far cadere il "correntismo", ovvero le cause che hanno provocato il terremoto nel Partito Democratico. Il Segretario provinciale Raffaele Donini: "Di certo non mi ricandido se prevalgono logiche di corrente". Il Pd di Bologna si è dunque schierato al fianco del nuovo governo: "Al punto in cui siamo, credo che dobbiamo sostenerlo con la consapevolezza che debba dare subito risposte urgenti al paese", ha spiegato il segretario bolognese. "Quello di Letta, però, deve essere un esecutivo a tempo con un programma definito: "E' sostenuto da forze che considero alternative, non lo vedo come un governo di legislatura". Tra i punti più urgenti da affrontare, Donini ha inserito la rinegoziazione del pareggio di bilancio, il rifinanziamento della cassa integrazione, lo stop all'aumento dell'Iva, una maggiore attenzione agli enti locali attraverso la rivisitazione del patto di stabilità e naturalmente l'abrogazione della legge elettorale: "Solo così sarà possibile riconciliare i cittadini con la politica, soprattutto nel nostro elettorato che vive un disorientamento forte e diffuso". Per questo Donini ha annunciato un tour sul territorio: "Dobbiamo spiegare che il voto non è un'alternativa. O si fa questo governo o si degenererebbe in una crisi istituzionale senza precedenti".

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