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Granarolo, troppo cemento: 'Si verifichi l'adeguatezza delle scelte urbanistiche"

Così la consigliera regionale verde Meo puntando il dito sulle 'storture' della legge regionale 20/2000. Il sottosegretario alla Presidenza Bertelli, assicura: 'L'Amministrazione regionale recupererà tutte le informazioni dal Comune'

Cementificazione incontrollata a Granarolo, secondo i Verdi che in Regione hanno chiesto la verifica delle scelte urbanistiche nel Comune del bolognese.
La legge regionale 20 del 2000 - ha segnalato in Aula la consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi), presentando un question time a propria firma - "contiene elementi positivi, ma anche alcune formule che fanno emergere, talvolta, perplessità, come nel caso di Granarolo", dove l’amministrazione comunale applicherebbe “largamente una forma di compensazione urbanistica, denominata H11”, che consentirebbe “a chi possiede edifici interessati da nuove infrastrutture, compresi entro una certa fascia, di traslare tale capacità edificatoria in un altro sito per facilitare le operazioni di esproprio”.
Pur essendo favorevole a questa opzione, Meo ha tuttavia criticato il fatto che questa forma di compensazione sia applicata “al di fuori di qualsiasi strumento di programmazione delle potenzialità costruttive previste dagli strumenti urbanistici, sia comunali che provinciali, in zone prive di adeguati standard urbanistici”.
La consigliera ha evidenziato quindi che “l’utilizzo indiscriminato di questo strumento, perfino al di fuori dei comparti di ampliamento pianificati, compromette qualsiasi forma di programmazione territoriale”. Di qui, la richiesta di conoscere quale atto formale autorizzi l’utilizzo di questo strumento di “compensazione”, se questo sia diffuso tra i Comuni della regione e se non lo si ritenga in contrasto con gli obiettivi della normativa urbanistica e di programmazione territoriale.

Rispetto al caso sollevato da Meo, il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Bertelli, ha assicurato che l’Amministrazione regionale recupererà tutte le informazioni dal Comune di Granarolo e dalla Provincia di Bologna. "In ogni caso - ha aggiunto - le questioni sollevate fanno riferimento a competenze attribuite al livello comunale e che stanno nella loro autonomia decisionale. Già con la legge 5 del 1995, la Regione ha inteso applicare progressivamente il principio di sussidiarietà nel sistema della pianificazione delegando la competenza all’ente più vicino al cittadino, attribuendo alle Province il compito di approvare i piani urbanistici, in quanto enti con ruolo di pianificazione di area vasta, in rapporto con la pianificazione comunale".
'Questo meccanismo - ha aggiunto - è stato rafforzato dalla legge 20, che ha attribuito alla potestà comunale ogni responsabilità decisionale in merito al processo di formazione e all’approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica nel rispetto delle norme di legge e regolamentari.'
La Provincia, ha fatto notare ancora Bertelli, "interviene nel procedimento di approvazione degli strumenti urbanistici verificandone la legittimità e la conformità al PTCP e agli altri strumenti di pianificazione sopraordinata, mentre la Regione non interviene né nel merito delle scelte del piano urbanistico, né nel suo procedimento di approvazione, salvo che non si tratti di temi di interesse del livello regionale. La Regione, tuttavia , ha fra i suoi obiettivi la riduzione del consumo di suolo e sta lavorando per porre le basi anche normative per la realizzazione di questo obiettivo già da questa legislatura."

"Questo è l’ennesimo episodio - ha replicato Meo – che ci rammenta come, in futuro, sia da valutare attentamente l’introduzione delle norme di pianificazione del territorio e di tutela  e della loro possibile applicazione in sede locale. La pianificazione infatti deve certamente essere attenta alle esigenze che emergono, ma non deve comunque essere scavalcata."

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