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Manifestazione "Indignados", Merola: "Indignarsi è legittimo, la violenza no"

Tafferugli ieri durante il corteo degli Indignati per le vie della città, finito con lo scontro e feriti sul campo. Il sindaco ammonisce: "La solita logica dello scontro non porta soluzioni per nessuno"

All'indomani dei tafferugli scaturiti durante la manifestazione degli "indignados" contro Bankitalia, al monito del questore - che si è domandato "La colpa non è di chi crea tensione?" -  si aggiunge quello del sindaco di Bologna, Virginio Merola.
L'indignazione, "legittima", di fronte all'attuale situazione economica del Paese dovrebbe "basarsi sul metodo della non violenza" in modo da non farsi "ingabbiare nella solita logica dello scontro che non porta soluzioni per nessuno". Così parla il primo cittadino del capoluogo felsineo, appresa la notizia della guerriglia che ha portato al ferimento di una giovane manifestante e di alcuni Carabinieri, dopo l'irruzione nell'ufficio esecuzioni notifiche e protesti di vicolo Monticelli.

"E' certo - sostiene Merola- che chi soffre di più in questa situazione di crisi economica sono i giovani ed è sicuramente vero che c'é poca attenzione rispetto alle necessità di dare un futuro alle giovani generazioni - osserva a margine di un incontro sul censimento - ma è altrettanto vero che tutti devono comprendere che la protesta, legittima, deve basarsi sul metodo della non violenza". Guardando all'epilogo della giornata, prosegue il sindaco, "mi dispiace molto per la ragazza che è stata ferita pur non essendo stata protagonista del tentativo violento. Questo ci deve fare riflettere: ci sono frange minoritarie che approfittano della situazione per le loro idee politiche. Quindi - sottolinea il primo cittadino bolognese - solidarietà alla ragazza colpita, e l'invito ad affrontare questi temi con la giusta indignazione e protesta ma senza prestare il fianco alla violenza: non dobbiamo farci ingabbiare nella solita logica dello scontro che non porta soluzioni per nessuno".

12 ottobre 2011: "Indignados" in piazza Cavour, scontri con polizia

Anche perché, commenta ancora Merola, "se si annunciano violazioni della legge significa che c'é la disponibilità a subirne le conseguenze. Questo - aggiunge - non significa giustificare la violenza e la repressione come strumento rispetto alle aspettative dei giovani: dobbiamo incontrarli e parlare con le giovani generazioni per evitare che ci sia solo la repressione e coinvolgerli in una prospettiva di cambiamento". Pertanto, puntualizza, "occorre evitare in tutti i modi situazioni in cui si genera violenza: annunciare l'occupazione di un esercizio pubblico significa esporsi alla violenza. Le forze dell'ordine devono intervenire - conclude - poi si può discutere se la reazione sia commisurata alla situazione".


(fonte Ansa)
 

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