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Via la legge Merlin: la Lega Nord vuole riaprire le "case di tolleranza"

I consiglieri regionali del Carroccio chiedono al presidente della Regione Vasco Errani di promuovere un'iniziativa alle Camere. Ecco la Bologna delle "case chiuse"

Aveva fatto notizia la battaglia di Giovanni Azzolini, sindaco leghista di Mogliano Veneto, per riaprire "quelle case" chiuse dalla legge Merlin del 1958: una raccolta di firme per il referendum che ha trovato d’accordo gran parte dei suoi concittadini concordi nel liberalizzare la professione della prostituta.

La Lega Nord aveva già presentato una proposta a Roma e all'Europarlamento e ora in una risoluzione, i consiglieri regionali del Carroccio Mauro Manfredini, Manes Bernardini e Stefano Cavalli chiedono al presidente della Regione Vasco Errani di promuovere un'iniziativa alle Camere affinché si torni a disciplinare la prostituzione, ''un'evidenza che da oltre 50 anni è consegnata all'anarchia pur di non ammetterne l'esistenza e affrontarne i risvolti. La storia non è riuscita a cancellare la prostituzione e ipocrisia e moralismi hanno solo peggiorato la situazione. Forse è meglio guardare al fenomeno con realismo e trovare - pragmaticamente - la risposta più adeguata''.

I VANTAGGI. Secondo i consiglieri leghisti ''sotto il profilo igienico sanitario le case chiuse, adeguatamente regolamentate, garantirebbero maggiori tutele e sarebbero perlomeno controllabili. Finirebbe quindi anche il racket e lo sfruttamento così come il degrado nelle vie cittadine, dove spesso prostituzione e spaccio vanno a braccetto. Ultimo ma non per importanza l'introito fiscale: ''Ricordiamo - dicono gli esponenti del Carroccio - che le case chiuse erano presenti anche nello Stato pontificio, perché gli stessi Papi capirono che il fenomeno, non potendolo debellare, era meglio regolarizzarlo''.

IL SINDACO. Virginio Merola, a maggio, aveva annunciato un provvedimento ad hoc: "Necessario intervenire sulle situazioni che creano supporto logistico alle attività di prostituzione e delinquenza - aveva dichiarato - per lottare contro lo sfruttamento della prostituzione ed evitare la concentrazione di clienti delle prostitute in zone periferiche della città, a cominciare, come caso pilota, dalle zone del quartiere Borgo Panigale nelle vicinanze di Villa Pallavicini".

LEGGE MERLIN. Ovvero la legge del 20 febbraio 1958 n. 75 con prima firmataria la senatrice Lina Merlin, partigiana, prima donna eletta al Senato e membro dell'Assemblea Costituente: legge stabiliva, entro sei mesi dall'entrata in vigore della Legge, la chiusura delle case di tolleranza e l'abolizione della regolamentazione della prostituzione.

BOLOGNA DELLE CASE CHIUSE. Via delle Oche, forse il postribolo più famoso della città: frequentato da molti studenti che, per ogni esame passato, una "visita" gratuita. Le prostitute venivano registrate in Commissariato, con il nome d’arte e quello vero, sui documenti veniva scritto “prostituta”, pagavano tasse annuali, ma non avevano più diritto di voto. I carabinieri mensilmente le portavano in ospedale per gli esami clinici e un dottore andava direttamente presso la "casa". Nelle camere c’erano anche dei bagni. Oltre a via delle Oche, altri postriboli in via dell`Orso, la più lussuosa,  via Bertiera e fuori porta Bovi Campeggi. 

SPETTACOLO DI GIORGIO COMASCHI. L'attore bolognese ne ha fatto uno spettacolo di successo: immagini d'epoca, storie "signorine" e curiosità della Bologna della "tolleranza".

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