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Lega Nord, l'ex leghista Veronesi: illeciti nella gestione dei fondi elettorali

In Regione i vertici del Carroccio istruivano militanti per eludere controlli sulla gestione rimborsi elettorali, così torna ad accusare l'ex militante Veronesi: presto un'istanza per riaprire le indagini

Dopo le dimissioni di Umberto Bossi e la bufera che si è abbattuta sulla Lega Nord, torna alla carica l'ex leghista bolognese Alberto Veronesi, espulso dal Carroccio dopo le elezioni regionali del 2010. Veronesi ha annunciato che presenterà presto un'istanza per chiedere di riaprire le indagini sui presunti illeciti nella gestione dei fondi elettorali leghisti che aveva denunciato nel 2010 a Bologna.

Veronesi già nel 2010 presentò un esposto alla procura bolognese per denunciare illeciti nella gestione dei fondi elettorali da parte del Carroccio: esposto che diede vita ad un fascicolo senza titoli di reato né indagati e che finì archiviato. "Avevo raccontato che la segretaria amministrativa nazionale del partito, Nadia Degrada, ci dava indicazione di come eludere i controlli, per indicare le spese e non superare la soglia dei 2.500 euro prevista dalla legge sui finanziamenti pubblici (che oltre quel limite impone la nomina di un mandatario elettorale) o anche quella da 40.000, che esiste comunque in caso di nomina di mandatario".

Ad insospettire Veronesi erano state delle spese elevate di alcuni candidati per la campagna elettorale delle regionali, di cui non aveva trovato denuncia e per cui aveva fatto una segnalazione alla commissione regionale di controllo. Dopo l'espulsione dal partito era arrivata anche la denuncia penale. Veronesi però è chiaro: se aveva avuto la chiara percezione che i vertici istruissero i militanti per eludere i controlli sulla gestione dei rimborsi elettorali, non aveva però contezza di distrazioni di fondi per usi personali. "Era una cosa che però poteva essere verificata con le indagini".
 

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