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Suicidio Guidetti e caso Giovannini, il PD si divide. Manconi: "Mio dovere fugare ogni dubbio"

Scontro totale nel PD: Critelli-De Maria-Donini prendono le distanze mentre Sergio Lo Giudice, si schiera a difesa dell'operato di Manconi

Dopo il suicidio della farmacista Vera Guidetti è scontro totale nel Partito Democratico sul caso Giovannini. Luigi Manconi in una nota durissima accusa i colleghi di partito che a Bologna hanno preso le distanze dalla sua interrogazione al Senato di voler solo conservare "buone relazioni con la Procura" del capoluogo emiliano-romagnolo.

Secondo il senatore infatti "risulta fin troppo ovvio che il modo migliore di tutelare il pubblico ministero Giovannini dalle minacce e' esattamente quello di diradare qualsiasi ombra sul suo operato". Quanto poi "al fatto che qualche sciocchino ha voluto accostare la mia interrogazione alle minacciose scritte comparse sui muri di Bologna, beh, non gli replico: "si vergogni", manda a dire Manconi. "Piuttosto: ma mi faccia il piacere".

La vicenda e' quella del suicidio della farmacista bolognese Vera Guidetti, due giorni dopo essere stata interrogata nell'ambito di un'indagine su un furto. La donna in un biglietto ha accusato il procuratore aggiunto Valter Giovannini di essere stata trattata "come una criminale". Manconi, che e' anche membro della commissione Difesa di Palazzo Madama e presidente della Commissione straordinaria bicamerale per la tutela dei diritti umani, rivolgendosi ai ministri della Giustizia e dell'Interno, Orlando e Alfano, ha chiesto loro "se non ritengano opportuno attivare i poteri ispettivi presso la Procura e la squadra mobile di Bologna". Ma ieri e' arrivata la controffensiva dei democratici bolognesi, con le prese di distanza di Andrea De Maria, Raffaele Donini e Francesco Critelli.

Pero' Manconi non cede e anzi contrattacca. "Trovo tragicamente grottesco che in presenza del suicidio di una persona, nel corso di un'indagine quantomeno controversa, l'unica preoccupazione di alcuni esponenti del Pd bolognese sia quella di criticare la mia richiesta di dissipare ogni dubbio e di fugare ogni perplessita'", ribatte in un comunicato. "Richiesta - precisa il senatore in una nota- doverosamente da me indirizzata alle sole autorita' competenti, il ministro della Giustizia e il ministro dell'Interno. I miei critici, se avranno il garbo di leggere la mia interrogazione, troveranno che essa, con linguaggio misurato e prudente, si limita a indicare alcune circostanze e alcuni atti che dovrebbe essere interesse di tutti chiarire rapidamente".

D'altra parte, rileva ancora Manconi, "trovo buffo che si invochi una sorta di riserva territoriale, che limiterebbe la possibilita' per un parlamentare nazionale di intervenire, in qualunque angolo del paese, su questioni cosi' rilevanti a proposito dei rapporti tra cittadini e istituzioni pubbliche. Come dovrebbe essere noto persino all'assessore Donini e al deputato De Maria, non e' un mio semplice diritto, bensi' un mio ineludibile dovere quello di chiedere ai ministri competenti informazioni su fatti e comportamenti che meritano di essere approfonditi". E, insiste ancora il democratico, "trovo davvero singolare che, dopo tante tonitruanti dichiarazioni (anche di recente, anche in Emilia) sull'autonomia della politica e sul fatto che non debba essere subalterna alla magistratura, qualche rappresentante della politica si adoperi solo ed esclusivamente per intrattenere buone relazioni con la Procura". Grazie al cielo, rileva pero' il parlamentare, "altri esponenti bolognesi del mio partito la pensano diversamente".

Al trio Critelli-De Maria-Donini, che ieri hanno di fatto isolato l'iniziativa di Manconi prendendone le distanze, risponde oggi un altro parlamentare bolognese del Pd, Sergio Lo Giudice, che invece si schiera a difesa dell'operato di Manconi. Chiedere ai ministri di Interno e Giustizia di verificare l'operato del procuratore aggiunto Valter Giovannini "non e' ne' un atto di accusa ne' una delegittimazione del lavoro importante svolto dalla Procura bolognese nel contrasto alla criminalita'- sostiene Lo Giudice- la solidarieta' al procuratore aggiunto Valter Giovannini per le scritte contro di lui da parte del Pd e' unanime e senza condizioni".

Ma allo stesso tempo, afferma il senatore Pd, "che lo Stato, nelle sue diverse articolazioni e con la collaborazione di tutti, si attivi per fugare qualsiasi ombra sulla correttezza di una procedura rappresenta un elemento di garanzia in piu'". Lo Giudice si dice "certo che la Procura di Bologna sapra' fare luce sui quesiti posti, ma che questo avvenga e' un bene per tutti- aggiunge- perche' nel rapporto fra istituzioni e cittadini ogni ombra va illuminata".

(Fonte Dire)

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