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Mafie, Giornata della Memoria in ricordo delle vittime. Freda: 'Attaccare al cuore, confiscare beni'

E' l'invito della dipietrista. L'Emilia Romagna, a oggi tra le prime dieci regioni in Italia con il maggior numero di beni sottratti alla criminalità organizzata. 40 solo nel bolognese, ecco quali sono

Oggi si celebra la XIX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. "Tenere viva la loro memoria serve a rafforzare le ragioni di una lotta senza tregua alla criminalità organizzata. Ma tenere viva la memoria non basta . Si devono mettere da parte ogni timore e ogni prudenza, aggredendo ciò che i boss temono di perdere di più: i patrimoni. Case, ville e persino castelli, con tanto di parchi, giardini e piscine, ma anche terreni agricoli, alberghi, ristoranti, impianti sportivi, cave e strutture industriali. C’è davvero di tutto tra i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il cui valore complessivo è stimato in circa 80 miliardi di euro".

Così Sabrina Freda – segretario regionale Italia dei Valori Emilia Romagna, che sottolinea come la fenomenologia mafiosa riguardi "l’Emilia Romagna, a oggi tra le prime dieci regioni in Italia con il maggior numero di beni sottratti alla criminalità organizzata".
Il dato arriva dal distretto di Corte d’appello di Bologna: la Regione conta 41 procedimenti tra sequestri e confische nel periodo tra il 2009 e il 2013, e nello specifico sono 112 i beni confiscati, di cui 32 in gestione (14 immobili e 18 aziende), 86 gli immobili confiscati (in Veneto sono 84 e in Toscana 57) e 26 le aziende confiscate (in Piemonte sono 13, in Toscana 12, in Veneto 4).
"Utilizzare questo patrimonio- rimarca Freda - può essere un modo per risanare le casse dello Stato e contribuire alla ripresa del nostro Paese, e rappresenterebbe anche un colpo durissimo alla criminalità organizzata, toccata proprio nel suo punto più vivo, il patrimonio".

Elenco beni sequestrati alla criminalità organizzata nella provincia bolognese. Sono 40 , di cui 24 in gestione: 12 immobili (8 unità immobiliari, 2 box/garage, 2 terreni edificabili) e 12 aziende (9 srl, 3 spa). Nel capoluogo sono 22 i beni confiscati, fra cui 7 immobili e 10 aziende in gestione; 2 i beni confiscati a Gaggio Montano (una costruzione è diventata sede di un’associazione di volontariato), 3 a Imola (un'azienda in gestione), 11 a Pianoro e 2 a Pieve di Cento.

Da diversi anni Libera Bologna sta seguendo anche il caso delle cinque villette al grezzo, situate a Monte Calvo a Pianoro, confiscate ma non ancora assegnate al Comune. L’Agenzia del demanio, infatti, non è ancora riuscita a chiarire se su questi beni gravano debiti o ipoteche, e se queste debbano restare a carico della società che ha subito la confisca o debbano passare all’assegnatario. Intanto, una delle villette, che sarebbe potuta diventare un asilo, è franata.

"Villa la Celestina", a Bologna, 800 metri quadrati, dal 2008 passata allo Stato (stando ai dati dell'Agenzia del demanio prima) poi all'elenco dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Di proprietà di Giovanni Costa, imprenditore palermitano arrivato a Bologna nel 1993 e condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per riciclaggio aggravato. A Costa, che ora è in attesa della sentenza di appello che potrebbe capovolgere la condanna dal momento che  non sono del tutto accertati i collegamenti tra Costa e Cosa Nostra, sono stati confiscati cinque appartamenti, un garage e un locale generico.

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