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Filippi, Pdl, su matrimoni gay: “Dopo Pasqua legge a tutela della famiglia”

"Nell'incontro fra uomo e donna l'origine della società naturale fondata sul matrimonio. La Repubblica riconosce il diritto della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"

Il Consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, intende presentare dopo la Pasqua, un progetto di legge regionale per valorizzare e tutelare la famiglie tradizionale, quella fondata sul matrimonio e sul legame fra un uomo ed una donna. Appare evidente la differenza etica e di valori di queste due diverse iniziative. D’altronde non stupisce che primo firmatario della legge pro-famiglie gay sia Franco Grillini, ex Deputato dei DS ed ex presidente nazionale dell’Arcigay. (Tuttora ne è presidente onorario).

“Il Consigliere regionale dell’Idv ha presentato un Progetto di proposta di legge regionale per il riconoscimento legale della coppie gay – commenta Filippi -  ciò che però appare eclatante è la concezione strumentale e propagandistica della legge che hanno i dipietristi: coofirmatari del progetto di legge sono, infatti, i consiglieri regionali Liana Barbati e Sandro Mandini”.

Secondo il consigliere regionale, non esistono nemmeno i presupposti per una discussione in Assemblea regionale del Progetto di proposta di legge di Grillini; ciò in quanto non può essere recepita una normativa regionale che contrasti con le leggi nazionali o che sia estranea alle stesse. “Nel nostro ordinamento, infatti- sottolinea - non trova alcun riconoscimento il matrimonio fra persone di eguale sesso. Ancora una volta dunque, come per i Dico, la sinistra tenta di violare la legge nazionale, per fare entrare dalla finestra ciò che è stato estromesso dalla porta dai padri costituenti”.

FAMIGLIA INDISPENSABILE ALL’UOMO. A questo proposito il consigliere regionale del Pdl ha dichiarato: “Non c’è dubbio  che i padri costituenti identificarono nell’incontro fra un uomo ed una donna l’origine della società naturale fondata sul matrimonio. L’articolo 29 della Costituzione a questo proposito così recita: “La Repubblica riconosce il diritto della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Sul piano morale va inoltre, a mio parere, tenuto presente che senza valori e senza legami l’uomo è solo e la solitudine spesso porta alla depressione ed all’autolesionismo. Le società occidentali, che hanno saputo solo esaltare i valori della ricchezza individuale, dell’edonismo e della carriera, registrano un alto numero di suicidi, mentre le famiglie tendono a perdere la loro identità e riconoscibilità. Nei regimi dittatoriali, nei quali la povertà si associa al primato dello Stato e del partito, l’individuo è negato, mentre le famiglie tendono a frantumarsi nel sociale. La famiglia quindi non può essere considerata solo una aggregazione di persone, in quanto rappresenta un sistema di solidarietà e di responsabilità reciproche indispensabili all’esistenza dell’individuo e non può essere composta da soggetti indistinti, ma deve fondarsi sull’unione naturale fra un uomo ed una donna”.
 

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