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Primarie, rush finale: Matteo Renzi oggi alla sala del Baraccano

I due super contendenti chiuderanno la campagna per le Primarie sotto le Torri. Oggi arriva Renzi e venerdì Bersani per la Festa Popolare

In dirittura d’arrivo la campagna-primarie del centro-sinistra che, dopo la venuta in città di Vendola e Di Pietro, e anche di Fini, sabato scorso, si concluderà sotto le Torri per quelli che sembrano essere i maxi-favoriti o i maxi- attenzionati, visto che militano nello stesso partito.

MATTEO RENZI. Campagna, “2.0”, da politico brillante e hi-tech quella del giovane Matteo Renzi, presidente della provincia di Firenze a 29 anni e sindaco a 34: un camper che ha girato tutta la penisola, aggiornamenti costanti sul web, video e contributi. Renzi è su Facebook, Twitter, Flickr, Google+, Instagram e Youtube. Ha uno spin doctor e sul sito si possono fare donazioni, acquistare felpe e iscriversi come volontario; persino un count down aggiorna, al secondo, quanto manca al voto di domenica. Adesso, una sola parola e un punto esclamativo come biglietto da visita e fondale, creando anche qualche polemica per la mancanza del simbolo tricolore Pd. E poi rottamazione, esclusione delle vecchie facce, dell’apparato, della nomenklatura. “Parlare anche con chi ha votato Berlusconi, con l’alta finanza e portarli a votare Pd”, incontri e ammissioni poco gradite alla dirigenza di via S. Andrea delle Fratte e a chi attribuisce proprio al Tycoon di Arcore, e quindi a chi lo ha continuato a votare, e alla finanza speculatrice senza controllo la profonda crisi in cui versa l’Italia. E poi i botta risposta con D’Alema, con Vendola, quella “simpatia” per Mario Monti, e la “fiducia” negli investimenti in Italia di Marchionne, in cambio dei nuovi contratti separati, con pronta revoca. Bene, arrivati a questo punto, Matteo Renzi farà lo scatto finale proprio a Bologna.

OGGI A BOLOGNA. Inizialmente sarebbe dovuto arrivare sabato 24 novembre, il giorno prima delle primarie: considerato dai bersaniani una sorta di “scherzo da prete” o visto che di toscano si tratta, da Amici Miei. Annunciata la venuta di Bersani, il “cadetto“ chiude il giorno dopo. Data modificata in settimana: il sindaco di Firenze "sarà a Bologna il 22 novembre e parlerà alla Bolognina", il quartiere della svolta storica di Occhetto.

LA SVOLTA DELLA BOLOGNINA. Un luogo simbolo per la sinistra italiana, che ha segnato nel 1989 il passaggio dal Pci, entrato in crisi alla morte di Berlinguer nel 1984 e con la sconfitta del referendum sulla scala mobile nell’85. Ma questa è storia. Gorbaciov segretario del Pcus, crisi dei paesi oltrecortina, in questo clima si insedia nel 1988 l’altrettanto giovane segretario Achille Occhetto, deciso, anche lui, a cambiare pelle ai “comunisti”, che ricevono la randellata dalla caduta del muro di Berlino nel 1989. Il 12 novembre Occhetto arriva a Bologna, ufficialmente per ricordare la battaglia partigiana della Bolognina. Lì nella Sala comunale di via Tibaldi 17, Occhetto rivela le velleità di progressismo, con pianto accorato annesso. E sempre da lì, con un congresso impegnativo e contestato, che il PCI diventerà Pds, Ds e infine Pd. Ebbene, in via Tibaldi 17 oggi c’è un negozio, quindi seconda istanza il Cinema Galliera di via Matteotti. “Niet” dei Salesiani che non cedono la loro sala per attività politiche. Quindi Bolognina esclusa, con un balzo Renzi  si ritrova nella Sala del Baraccano da dove oggi parlerà alle 15.30, in uno dei quartieri più borghesi della città.
 

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