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San Vitale, Naldi: “Sul degrado mai alzare bandiera bianca”

E' il presidente Milena Naldi a parlare del "suo" quartiere: "Presto la raccolta porta a porta. Voglio un quartiere'verde'e sostenibile in cui i cittadini partecipano attivamente"

Bologna Today ha intervistato Milena Naldi, presidente del Quartiere San Vitale, che parla di raccolta differenziata, degrado, obiettivi e traguardi già raggiunti.

Quali sono gli obiettivi raggiunti nel 2011?
Nel 2011 abbiamo realizzato progetti legati allo spazio urbano: in via Zanolini abbiamo condotto una progettazione insieme ai cittadini e uno dei risultati è stato il giardino di via Baruntini, ora condiviso e partecipato e diventato la stazione dell’associazione Gasbo, gruppo di acquisto solidale. Importante anche Ecosanvitale, elemento per sportello energia, che esprime la grande vocazione alla visione alternativa dello sviluppo e del risparmio energetico, il futuro del quartiere.
E quali i traguardi da raggiungere nel 2012?
Fra gli obiettivi dell’anno appena iniziato sicuramente il progetto pilota della raccolta differenziata porta a porta che farà parte della riqualificazione del quartiere. Io partirei domani stesso, ma occorrono tempi e gruppi tecnici, perché è necessario lanciare un messaggio semplice e chiaro, e bisogna fare attenzione a come si parte. Carta e cartoni a brevissimo, poi ci occuperemo di  risolvere orari e postazioni per l’organico, che non è certo cosa semplice da gestire, visti i luoghi di stoccaggio collettivi. L’altro obiettivo che posso menzionare è la Ferrovia Veneta, che andrà interrata per eliminare i tre sottopassaggi esistenti. Da programma prevedo di riaprire i cantieri all’inizio del 2013. Altro grande obiettivo, il rilievo al sociale, scuole e nidi, che (nonostante la sofferenza economica che i comuni stanno affrontando) bisogna saper rimodulare con un grande laboratorio per studiare il nuovo welfare insieme ai cittadini.
Un quartiere più ecologico?
Certamente. A maggio la sede del Green Social Festival (che si svolgeva a Palazzo Re Enzo) sarà spostata qui in Vicolo Bolognetti. Poi nelle scuole Zamboni e Guido Reni ci saranno i Giardini in rete, progettazione dei bambini del loro cortile con l’educazione dell’orto, dell’orto verticale: l’8 febbraio in Sala Silenzio l’esposizione delle loro idee. Le PM 10 a Bologna sono fuori controllo e si sono registrati 68 sforamenti quest’anno. Di questo si muore.
Il collega (presidente di quartiere) che stima di più e perché?
Siamo un buon gruppo di persone serie con sfaccettature diverse. In tutti e 9 i presidenti di quartiere non manca la disponibilità e la generosità nel fare uno dei lavori più belli dell’amministrazione. A me almeno piace moltissimo e vorrò dedicare un progetto editoriale alla città, una guida sui Quartieri. Cito Simone Borsari, con cui condividerò delle organizzazioni tecniche.  
Tolleranze e mediazioni in un quartiere socialmente sfaccettato?
Mediare situazioni analoghe è un processo lungo che si chiama qualità amministrativa. Sembra cambiato il concetto di rispetto reciproco, è degenerato, come però in tutte le società. Tutti difendono solo i loro interessi e non si pongono neppure il problema di disturbare l’altro, come accadde quando si parla di schiamazzi notturni e di degrado per esempio. Il pensiero globale è il solipsismo. Molti city-user “transitano” da Bologna per divertimento, lavoro o altro e non la rispettano: non si deve però alzare bandiera bianca, non è né possibile né pensabile.
E il “famoso” degrado?
Sono cambiati anche gli stili di vita delle persone. Un esempio: non è più freddo come una volta, non si fuma più all’interno dei locali e di conseguenza l’impatto sulla strada è maggiore e l’orologio della città va ricalcolato. Di notte la cosa più preoccupante è la mancanza di controllo del territorio face to face; la polizia e forze dell’ordine in generale tranquillizzano molto i cittadini, ma si pone poi il problema sia di risorse umane sia di risorse di denaro. Io credo molto nelle reti di chi abita e che si conosce, nei comitati cittadini, anche se l’Istituzione deve comunque esserci.
Zone più problematiche del Quartiere?
Sono preoccupata dalla zona Sabatucci, che ha bisogno di molta attenzione, coma l’area di Borgo Masini (dove purtroppo è avvenuto uno stupro qualche tempo fa), luogo di lavoro sociale. Finchè si è nel centro storico le cose si avvicinano,  anche l’urbanistica aiuta: le cose si complicano fuori dalle mura. Critiche comunque anche la zona autostazione e Capo di Lucca. Grande sfida: il parco della Montagnola. E’ un luogo bellissimo e bisogna farlo percepire più come parco cittadino, insieme ai Giardini Margherita. Anche questo è nell’elenco degli obiettivi del 2012.

 

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