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Moschea, il sindaco Merola: 'Prima o poi si dovrà costruire'

All'indomani delle dichiarazioni dell'Arcivescovo Matteo Maria Zuppi, anche il sindaco torna sulla questione. La leghista Borgonzoni chiede il referendum: 'Progetto contro la comunità'

"Come in tutte le città italiane degne di questo nome, la moschea si dovrà costruire prima o poi". All'indomani delle dichiarazioni dell'Arcivescovo Matteo Maria Zuppi, anche il sindaco Virginio Merola, ieri è tornato sulla questione.

"Sono favorevole a una moschea a Bologna. Tutte le grandi città ce l'hanno, penso a Roma, dove ce n’è una già dagli anni ''70, e credo sia un luogo importante", in pratica non deve spaventare" bensì "parlando dal punto di vista della sicurezza, dovrebbe far paura il contrario", aveva detto Zuppi, aggiungendo che, chi si dice contrario alla costruzione di luoghi di culto "perché dice di volere più sicurezza, in realtà crea solo più problemi, perché costruisce dei muri e dà solo l''illusione della sicurezza, mentre è giusto permettere a tutti i credenti di avere un luogo per pregare".

Il coordinatore della comunità islamica bolognese Yassine Lafram, aveva detto che però "al momento non c’è sul tavolo un progetto per una moschea. Avere un luogo di culto è un diritto costituzionalmente garantito, ma la costruzione di una moschea non deve essere il punto di partenza". Punto di partenza che deve essere invece "costruire buoni cittadini bolognesi di fede islamica". Inoltre "penso che, in campagna elettorale, per noi sia un danno menzionare la questione moschea".

Merola concorda: "Quando ci sarà la loro richiesta allora sarà il tempo maturo per farlo. Fa bene però il presidente della comunità a dire che vogliono innanzitutto aumentare la conoscenza dell'Islam e della fede vera nell'Islam, soprattutto in questo periodo, e aumentare l''integrazione". Quindi la moschea "sarà il risultato a questo punto più condiviso possibile", ha concluso il sindaco. 

"Non si fa senza regole nazionali, senza che l'Islam riconosca la carta dei diritti dell'uomo, senza un accordo islam/stato, senza che ci sia tracciabilità sulla provenienza dei fondi per costruirla, senza un albo degli imam, senza che si impongano le preghiere in italiano - replica la consigliera leghista e candidata sindaco Lucia Borgonzoni sui social "il comune vada a controllare tutte quelle irregolari sparse sul territorio, un territorio il nostro non immune dal transito di uomini legati al terrorismo. Se Merola però ha intenzione di continuare in questo progetto contro la comunità, che sia referendum". Borgonzoni annuncia che la Lega chiederà l'opinione dei cittadini ai banchetti allestiti in città. 

Per Lorenzo Tomassini, consigliere comunale di 'Uniti si vince' "resta da interrogarsi sulla strada da seguire e sulla velocità con cui procedere per evitare di andare fuori strada. Le parole d'ordine, quindi, devono essere rispetto della legge, lealtà nel confronto, prudenza e dialogo. Tanto dialogo, per guardarsi bene negli occhi, per conoscersi e capirsi bene", ma "siamo sicuri che tutti i precetti coranici siano conformi con il nostro corpo normativo? Ovviamente, la mia non è un domanda provocatoria, ma un semplice interrogativo che prende spunto da ciò che le cronache ogni giorno riportano sui fatti e sulle diverse interpretazioni che i tanti Imam presenti in Italia danno delle Sure del Corano". Per il consigliere "sarebbe più facilmente risolvibile se l'Islam avesse proprie rappresentanze istituzionali, legittimate a parlare in nome e per conto di tutti i fedeli". 

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