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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pdl: sabato contro-mostra con la vera storia del Pci. Si scatenano Sel e Udc

In Sala Borsa apre l'esposizione "Avanti popolo: la storia del Pci in Italia" e il Pdl non ci sta. Lisei vuole capire se ci sono soldi pubblici e sabato si mette in scena un'anti mostra più "veritiera"

Il Pdl annuncia una contro-mostra con la quale si propone, anche attraverso volantini e manifesti,  di raccontare la “Vera storia del Pci”, in antitesi e soprattutto in polemica con quella di Sala Borsa inaugurata da leader Udc Pier Ferdinando Casini e intitolata “Avanti popolo: la storia del Pci in Italia”.

COMUNISTI FONDAMENTALI PER L’UNITA’ D’ITALIA. Arriva da Domenico Papaleo, del coordinamento provinciale di Sel, la risposta al Pdl, che organizzerà il 15 ottobre una mostra contro il Pci, “Avanti popolo: la storia del Pci in Italia”: “Vorrei ricordare a Galeazzo Bignami, che i comunisti italiani, a differenza di ciò che lui sostiene, sono stati un avamposto fondamentale, in Italia, per l'unità nazionale, penso ad esempio alla lotta al terrorismo negli anni di piombo, e non hanno condotto alcuna battaglia alla patria, anzi, l'hanno difesa, insieme a tutti i democratici, dal nazifascismo, e liberata". Attaccarsi alla mostra in Sala Borsa del Pci per avere un po' di visibilità è semplicemente penoso, e significa essere senza speranze".

LE CRITICHE DELL’UDC. Critiche al Pdl sono arrivate anche dall'Udc, visto che gli organizzatori hanno tirato in ballo la partecipazione di Pier Ferdinando Casini all'inaugurazione della mostra. "Evidentemente - ha detto il consigliere provinciale centrista Gianfranco Tommasi - Bignami non trova di meglio che intervenire su fatti terribili riferiti al triangolo della morte, che nulla hanno a che vedere con la mostra in Sala Borsa. Personalmente ho avuto modo di confrontarmi negli anni ottanta, come Consigliere di Quartiere e negli anni novanta come Consigliere Comunale eletto nelle liste della Democrazia Cristiana e di cui porto ancora l'orgoglio dell'appartenenza, in modo anche aspro con i rappresentanti del Pci. Erano tempi in cui il senso di appartenenza, i valori o le ideologie in cui ognuno credeva, hanno fatto crescere la nostra città, ma soprattutto il nostro paese.

IL PDL SI GUARDI DENTRO. Tommasi spiega poi come la politica di questi ultimi venti anni non abbia fatto altro che evidenziare un relativismo esasperato nel governo della cosa pubblica, genuflessa a problemi non dei cittadini ma di un cittadino: “Credo che sarebbe più opportuno che Bignami analizzasse meglio casa propria, dove a volte si guarda la pagliuzza e non ci si rende conto della trave. Bene ha fatto Casini a visitare questa mostra, perché comunque quel periodo, se pur fra tante contraddizioni, non può essere paragonato all'attuale, nel quale impera la bassezza della politica di chi ci governa".

LA REAZIONE DEL PD. Per il Pd la replica è arrivata da Marco Monari. "Il collega Bignami attacca la mostra toni e ricostruzioni storiche improvvisate, quando non palesemente false, che tanto piacciono al leader della coalizione alla quale appartiene - ha polemizzato il capogruppo Pd in Regione - Vorrei ricordargli che non solo nel 2011 non esiste il rischio che 'i cosacchi portino ad abbeverare i loro cavalli a San Pietro', ma che una lettura corretta di cosa fu il comunismo in Italia dovrebbe comprendere, per poter essere credibile, i molti decenni in cui quel partito é stato classe dirigente, diffusa, seria e responsabile in moltissimi livelli di governo del territorio, nella ricostruzione di questo Paese: dalla fase costituente sino alla lotta al terrorismo. Per non parlare del contributo fondamentale della Resistenza, che ha ridato dignità all'Italia riscattandola dalla vergogna del nazifascismo. Ma questo la vecchia cultura alla quale appartiene impedisce a Bignami di riconoscerlo. Tutto il resto è revisionismo storico becero.

BIGNAMI E LISEI. "La vera storia del Pci - ha detto Bignami - parla di assassini, sangue e prelevamenti che avvenivano di notte per tutti i non comunisti. Di una sistematica battaglia alla patria e all'unita' nazionale. Ma di queste cose nessuno parla". Marco Lisei ha chiesto un accesso agli atti per chiedere le ragioni della concessione di Sala Borsa da parte del Comune e "per capire se ci sono stati finanziamenti pubblici". Il consigliere Lisei ha poi fatto notare che per questa mostra sono stati “buttati” 100 mila euro.
 

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