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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Taglio fondi periferie nel Milleproroghe: Bonaccini fa ricorso alla Consulta

Una partita da quasi 120 milioni di investimenti "scippati in una notte al territorio, sono un oggettivo danno, in particolare alla parte più fragile delle nostre cittàì"

Contro il taglio dei fondi alle periferie, l'Emilia-Romagna presenta il ricorso alla Consulta per la partita che vale poco meno di 120 milioni di euro. Lo ha annunciato il presidente Stefano Bonaccini: "Come richiesto dai sindaci - ha scritto in una nota - impugneremo davanti alla Corte costituzionale la norma del decreto Milleproroghe che ha cancellato le risorse destinate al recupero delle periferie".

Il Governo avrebbe promesso un'intesa "ma ad oggi tutti gli impegni sono stati disattesi e non possiamo nè vogliamo ignorare la sacrosanta protesta montata dai Comuni e dai sindaci di ogni schieramento politico. Se è vero che i Comuni non possono adire direttamente alla Consulta, possono farlo le Regioni e noi lo facciamo. Perchè quasi 120 milioni di investimenti scippati in una notte al territorio regionale sono un oggettivo danno all'Emilia-Romagna, in particolare alla parte più fragile delle nostre città, dove più c'è bisogno di investimenti di riqualificazione, di sicurezza e di servizi".

Bonaccini invoca "un rapporto di leale e corretta cooperazione tra le istituzioni; un Governo non può fare carta straccia dei provvedimenti adottati e degli impegni assunti" e aggiunge "non si può certo rimproverare a me ostilità preconcette, visto che 9 volte su 10 ho costruito l'unanimità delle Regioni nelle intese coi governi di prima come con questo".
Quindi se i patti sarabbo rispettati "aaremo i primi a prenderne atto e a ritirare il ricorso. Ma fino a quel momento andremo avanti e non lasceremo soli i sindaci e i Comuni".

"Apprezzo molto la decisione del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, di avviare un ricorso alla Corte Costituzionale  contro il decreto Milleproroghe che congela i fondi del Piano periferie fino al 2020 - ha scritto il sindaco Virginio Merola - una scelta importante perché va incontro alle richieste dell'Anci e dei Sindaci tese a contrastare un atto unilaterale del Governo dannoso per i cittadini".

Corte costituzionale o "Consulta": cos'è e cosa fa

La Corte costituzionale è chiamata anche "Consulta", perchè ha sede nel palazzo della Consulta a Roma, in piazza del Quirinale. 

La Corte costituzionale giudica e controlla le leggi nello rispetto, appunto, della Costituzione. E' composta da 15 giudici, scelti tra magistrati, professori universitari e avvocati. 

Cinque giudici sono eletti dal Parlamento in seduta comune, cinque scelti dalle magistrature, Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti, e cinque sono nominati dal Presidente della Repubblica. 


 

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