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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Quirinale, quarto scrutinio: dal Pd bolognese la spallata al governo con Berlusconi

Parlamentari, dirigenti e segretari di circolo fino al sindaco e a Guccini: dopo la rivolta della base, il Pd bolognese ed emiliano sbaraglia il governo di larghe intese con il centrodestra e rilancia il Professore

Ieri il giorno più lungo per il PD. Base e gran parte della dirigenza in rivolta contro la candidatura del "lupo marsicano", Franco Marini, e la spallata a un eventuale convergenza con il Movimento 5 Stelle che vuole Stefano Rodotà al Colle.

Si apprende che ieri, ristoranti, pub e bar intorno a Montecitorio fosse un brulicare di parlamentari, dirigenza democratica e militanza, anche bolognese ed emiliana, per cercare di ricucire l'enorme strappo tra il Segretario e gli elettori del Partito Democratico, avallato, pare, anche da Vasco Errani, uomo forte tra i bersaniani. Non l'hanno presa bene Pdl, Lega e montiani, mentre, dopo una prima apertura a Romano Prodi della caporgruppo 5 Stelle Lombardi, oggi Grillo ha annunciato il suo niet. La senatrice Alessandra Mussolini improvvisa una maglietta con la scritta "il divavolo veste Prodi".

E' in corso il quarto scrutinio, ma tra astensioni, non voto e voti diversi, non è certo che il Professore ce la faccia, benchè siano sufficienti solo 504 voti, e ne mancano una decina.

La rete, sin dalla vigilia delle votazione, era in rivolta e parlamentari, segretari di circolo, funzionari sono stati bombardati di mail e messaggi da una base inferocita.

DA BOLOGNA SOLO IL NOME DEL PROFESSORE. "Granaio del Pd l'Emilia Romagna", secondo il giornalista De Angelis, e da Bologna soprattutto, ma anche nel resto della regione, solo il nome del Professore, che da queste parti gode ancora di una stima trasversale che, in alcuni ambienti, raggiunge la devozione. A favore di Prodi si erano schierati nei giorni scorsi in molti: dal leader antispreco Andrea Segré al presidente regionale di Confindustria Maurizio Marchesini ("Non faccio il suo nome perché gli voglio troppo bene...", le sue parole). E ancora il sindaco di Bologna Virginio Merola, Francesco Guccini, fino ai compagni di biciclettate sui colli e i vicini di casa. "Prodi può dare risposte al Paese, è un ottimo candidato che non divide", ha spiegato il presidente dell'Anci Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia. Anche per il luogotenente di Matteo Renzi in Regione, il modenese Matteo Richetti, il Professore "é il modo migliore per dare un governo al Paese". Persino Palma Costi, presidente dell'Assemblea Legislativa e grande elettrice indicata da Errani, ha scelto la scheda bianca contravvenendo alla linea del partito. "Prodi è il nostro padre fondatore e rappresenta tutte le anime del Pd", è l'opinione di Donata Lenzi, mentre per l'ex capogruppo Pd in Comune a Bologna Sergio Lo Giudice, "risponde a tutta una serie di criteri: credibilità, esperienza internazionale, capacità di avere una connessione sentimentale con il centrosinistra e con l'Italia". "Candidare Prodi, significa chiudere le porte in faccia al Pdl" per Claudio Broglia, senatore ed ex sindaco di Crevalcore "a cui poi non potremo chiedere di lasciare partire un governo di centrosinistra e di questo bisogna che ne siamo tutti consapevoli".

SE NON PIACE A BERLUSCONI... Consensi anche da Sel: "Prodi è non a caso il nome più inviso a Berlusconi, rifuggiamo dal ruolo di testimonianza che i più vorrebbero cucire addosso alla sinistra", mentre l'assessore al welfare di Bologna Amelia Frascaroli, eletta sull'inedito asse Vendola-Prodi, invitava a "finirla con questa lucida follia e convergere sul Professore". Per dirla con l'assessore bolognese doc Luca Rizzo Nervo: "Oh, ci voleva poi tanto?".

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