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Progetto di fusione Granarolo dell'Emilia - Castenaso

Cittadini di Castenaso riuniti in un comitato per il NO alla fusione con il comune di granarolo dell' Emilia chiedono al presidente Bonaccini di fermare il percorso. Ecco la loro lettera

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

"Illustrissimo Presidente ci rivolgiamo a Lei quale supremo responsabile di un percorso che coinvolge tutti i nostri concittadini di Castenaso, un comune della cintura bolognese nel quale ha fatto irruzione la decisione del suo partito di avviare la fusione del nostro municipio con quello del vicino comune di Granarolo dell’ Emilia. Tale intenzione non era minimamente accennata nel programma con cui il gruppo consiliare Prima Castenaso a guida Stefano Sermenghi (sostanzialmente PD) ha ottenuto la maggioranza nelle elezioni amministrative del 2014. Sulla base di uno studio “scientifico” affidato alla SPISA, ente talmente indipendente da comprendere personaggi che su altri tavoli hanno il ruolo di promotori di fusioni tra comuni, si è tentato di contrabbandare l’idea che rinunciare alla nostra storica identità sia un ottimo affare per i cittadini.

Noi abbiamo tutte le ragioni per pensare che ciò non corrisponda alla realtà ma che si tratti anzi dell’esatto contrario: soprattutto disagi e negatività per cittadini e imprese, come per altro è avvenuto nelle poche realtà che già hanno subito analoghe decisioni. E rottura di quel filo diretto tra amministratori e amministrati che pure la nostra Carta Costituzionale, all’ Art.5, promuove esplicitamente a livello locale. Per questo ci siamo riuniti in un comitato formato da persone diverse per orientamento politico e che anche nelle recenti elezioni politiche hanno votato per partiti, di destra, di centro e di sinistra ma che si sono incontrate nella volontà di opporsi insieme a questo progetto che ritengono inutile e dannoso. Quando Renzi tentò di stravolgere la nostra Carta Costituzionale, più di un anno fa, definì l’articolata compagine degli oppositori come “accozzaglia”. Così anche Lei ci potrebbe liquidare. Nel nostro caso c’è una novità: sappiamo di avere l’appoggio anche di moltissimi concittadini che hanno votato PD. Per altro il quadro politico uscito dalle elezioni del 4 marzo, anche a Castenaso, riteniamo non possa essere ignorato da chi ha pensato di poter tranquillamente calare sul capo dei cittadini una decisione verticistica, contando sul loro plebiscitario appoggio. Una compagnia di giro formata dai due Sindaci e dalle giunte di Castenaso e di Granarolo, con l’accompagnamento di qualche funzionario di partito, ha dato vita a una serie di rappresentazioni propagandistiche nei capoluoghi e nelle frazioni dei due paesi sostanzialmente snobbate dai cittadini.

Poi sono seguite tre votazioni in Consiglio Comunale: ne servivano due ma la prima era stata condotta dalla maggioranza in maniera non corretta e ora è oggetto di un contenzioso legale. Tutto ciò è stato comunque sufficiente ai nostri amministratori per sostenere di aver espletato il loro compito di coinvolgimento degli amministrati e di poter tranquillamente procedere nel loro disegno. Ma i cittadini hanno ben presente che ciò non ha nulla a che vedere col concetto di partecipazione e che tutta questa vicenda ha soprattutto lo scopo di assicurare un po’ di ossigeno a un personale politico e a un partito in evidente difficoltà. In altri comuni della pianura bolognese il PD, che pure aveva avviato analoghe iniziative, ha prudentemente deciso di fare marcia indietro dopo aver constatato quanta ostilità vi fosse intorno. Ci risulta incomprensibile perché a Castenaso e a Granarolo si voglia proseguire con questa sciagurata iniziativa. Anche da noi la maggior parte della gente comune ha capito che qualora si procedesse in questa direzione vi sarebbero più svantaggi che benefici. Solo il nostro Sindaco a fine mandato e il suo “cerchietto magico”, oggi sempre più risicato sembra non accorgersene. Per quanto ci riguarda, saremmo ben lieti di incontrare Lei o suoi delegati per esporre i motivi della nostra richiesta: l’Assemblea regionale - o comunque l’organo a ciò preposto - devono interrompere immediatamente il percorso della fusione per evitare ulteriori sprechi di tempo, di denaro e, soprattutto, inutili sprechi di energie attorno a una operazione che può solo avere esito negativo per chi l’ha decisa.

Noi vogliamo che Castenaso (e Granarolo) realtà che hanno già una dimensione ottimale per costi ed efficienza della macchina comunale, non siano sacrificati sull’altare degli interessi delle burocrazie di partito o ancora peggio del piacere di poche persone. Sindaci, Giunte e consiglieri di maggioranza di Castenaso e di Granarolo dell’Emilia tornino a fare ciò per cui sono stati eletti: amministrare i rispettivi comuni. Qualora la nostra richiesta non fosse accolta, siamo pronti alla massima mobilitazione. Ringraziamo per l’attenzione e, in attesa di cortese riscontro, inviamo i migliori saluti. “Comitato Per il NO alla Fusione dei Comuni di Granarolo dell’Emilia e Castenaso”. Il Presidente Marco Gombi"

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