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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Referendum sull’acqua: Confservizi allerta sulle conseguenze nel settore

Graziano Cremonini esprime preoccupazione per il secondo quesito sull'acqua: conseguenze per il processo di industrializzazione del settore. Prodi: "Il referendum è diritto e dovere dei cittadini"

Confservizi Emilia-Romagna ha presentato un documento sul secondo quesito legato alla privatizzazione dell’acqua inserito nel referendum del prossimo week-end: "Non abbiamo preso una posizione – spiega Graziano Cremonini, presidente dell'associazione regionale dei servizi pubblici locali ai microfoni dell'Ansa - ma ci siamo impegnati perché si conosca la situazione e le conseguenze che si determinerebbero con la vittoria dei SI".

Il quesito in questione prevede infatti l'impossibilità di creare utili attraverso le tariffe idriche e nel documento di Conservizi si parla di  “rischio di compromettere il processo di industrializzazione del settore". Un processo che, ha sottolineato Cremonini, in Emilia-Romagna è in stadio avanzato con le due multiutility Hera ed Iren che coprono il 90% dell'intero territorio. "Si tratta di due realtà che assicurano acqua a tutti a tariffe leggermente superiori alla media nazionale ma tre volte più basse di quella europea, producendo occupazione sana e non clientelare" conclude il presidente.

BERNARDINI E MEROLA. Anche Manes Bernardini ha dichiarato che voterà SI contro il nucleare e anche sull'acqua pubblica, d’accordo in questo contesto con il suo ex avversario e attuale sindaco di Bologna Virginio Merola, che preferirà il SI in tutti e quattro i quesiti. Bernardini, proprio come i suoi colleghi di partito Luca Zaia e Roberto Cota, ha deciso di non trascurare i temi così sentiti dai cittadini come quello del nucleare, ma allo stesso tempo non prende una posizione sul quesito del legittimo impedimento: "Non ho ancora deciso in merito - dice ai microfoni radiofonici in un’intervista - anche perché credo che bisogna essere garantisti".

CONFSERVIZI. Cremonini ha detto anche che pur "non sapendo come andrà a finire", se vincessero i sì sarà necessario legiferare subito "per consentire agli enti locali di fare quello che c'é da fare. Perché, a quel punto, non ci sarebbe una legge italiana sull'acqua". Una legge che, hanno chiesto, consenta le tre possibili modalità di gestione previste dalla normativa europea: totalmente pubblica, pubblica-privata e, in casi particolari, l'affidamento diretto. "Inoltre - ha detto il presidente - la legge dovrà prevedere che le tariffe coprano interamente i costi. Altrimenti la scelte sono due: o gli investimenti le dovranno fare stato e enti locali che sappiamo in che condizioni sono. Oppure non si faranno investimenti".

BERTOLINI. Secondo Eugenio Bertolini responsabile acqua di Confservizi "L'Italia è oggetto di infrazione da parte dell'Unione Europea su questo tema e in questa regione non abbiamo problemi, ma servono investimenti. Con il vuoto legislativo rischiamo di rimanere indietro."

D’ASCENZI. Mauro D'Ascenzi, vicepresidente nazionale di Federutility ha denunciato l'eccesso ideologico sui referendum: " La consultazione è diventato un duello del tutto politico".

PRODI. Anche Romano Prodi ha rilasciato alcune dichiarazioni sul referendum alle porte: "Il referendum è un diritto e quindi per ogni cittadino si trasforma anche in un dovere di partecipare alla propria vita nazionale - spiega - gli ultimi hanno avuto tante difficoltà ad attrarre gli elettori, mi auguro che questo ne abbia meno". Ma quando gli si chiedono delle previsioni, l’ex Premier rimanda alla competenza di chi le fa di professione.
 

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