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Patto Pd-M5S alle elezioni regionali, Valbruzzi (Cattaneo): 'Probabile, ma alleanza difficile'

Per il politologo i grillini non potrebbero facilmente abbracciare una alleanza esplicita con i dem nelle regione di Bibbiamo, ma in mancanza di una loro carta forte applicare strategie di desistenza o non belligeranza

Un'alleanza giallorossa in Emilia-Romagna alle prossime elezioni regionali? "E' uno scenario, tra i tanti possibili, probabile", analizza Marco Valbruzzi, politologo dell'Istituto Cattaneo. Soprattutto perché converrebbe, e non poco, a entrambi: ai 5 Stelle, ma anche al Pd non più egemone nella sua roccaforte rossa.

Converrebbe, dunque, per calcolo elettorale, ma non è detto che i 'capi' locali delle due forze riescano a fare i passi necessari per "verificare" (è il verbo usato ieri dal segretario Pd Nicola Zingaretti col pensiero alle prossime regionali) le condizioni per sfidare assieme il centrodestra a trazione Lega.

"Se lo scenario è possibile nelle cose", cioè per calcolo elettorale, "diventa meno probabile dal punto di vista delle classi dirigenti locali- riconosce Valbruzzi- le differenze sono tante ed è più difficile che l'uomo forte del Movimento 5 stelle in Emilia-Romagna, cioè Massimo Bugani, apra al Pd. Tra l'altro a Roma è un 'frenatore' dell'intesa" per il Governo.

C'e' però un 'argomento' a favore dello scenario giallorosso per non cedere la Regione alla Lega. Valbruzzi evidenzia infatti che "nelle elezioni locali il Movimento 5 stelle fatica molto" e, "per loro stessa indicazione, la scelta è di non presentarsi" alla competizione se le condizioni della sfida fanno presagire sonore batoste. E in Emilia-Romagna, in questo momento, i pentastellati "non hanno una Borgonzoni (cioè la candidata della Lega, ndr) né un Bonaccini" su cui hanno già deciso di giocarsi tutto nel voto delle regionali. Insomma, "converrebbe" valutare una convergenza. Che, precisa Valbruzzi, "non è fatta e finita" perché a Roma l'asse si salda, ma "ci può essere collaborazione, un coordinamento, una desistenza... Non posso escludere un 'contributo' del Movimento 5 stelle" alla rincorsa del Pd.

Insomma, Valbruzzi non esclude che il Movimento di Beppe Grillo possa valutare "come utile e saggio", in questa fase, non presentare un candidato presidente "e lasciare che i propri elettori si orientino" come meglio credere.

Ma che tipo di 'asse' con i dem potrebbe prendere corpo? "Una collaborazione, una desistenza senza liste proprie, una alleanza esplicita a sostegno di Bonaccini, stare dentro la coalizione... sono tutte ipotesi più o meno prababili, è da capire come gestirle". Cioè appunto il come, la forma da dare all'intesa fin qui impensabile. Ma ora immaginabile, perché a Roma si fa per "non perdere, e non perdere male: cosa che ha sempre avuto, per il Movimento 5 stelle, ripercussioni importanti a livello nazionale...".

Così come, continua Valbruzzi, "credo che anche al Pd convenga, poi anche qui resta da capire il come; ma credo che anche al Pd convenga valutare qualche forma di coinvolgimento dell'elettorato dei 5 stelle, perché il Pd è sull'orlo della competizione con la Lega in Emilia-Romagna". Insomma, anche il Pd rischia di perdere. Nascesse l'alleanza giallorossa in salsa emiliano-romagnola, si avrebbe "uno scontro a due" Pd-M5s contro Lega, "e in uno scontro a due è possibile che il Pd riesca ad essere avvantaggiato, perché tra l'altro parte dell'elettorato del Movimento 5 stelle in regione viene dalla tradizione del voto al centrosinistra".

Ma l'intesa dem-grillini "credo converrebbe anche a Salvini", continua Valbruzzi, che potrebbe presentare la sfida coma "la battaglia contro lo schieramento opposto (il tutti contro Salvini, ndr), insomma uno scenario molto 'win-win'".

Resta comunque una prospettiva molto ardua da concretizzare, "non è detto che l'amalgama elettorale M5s-Pd sia perfetto perché a buona parte del Movimento non va a genio il Pd" ed è per questo che, spostando il discorso dalla teoria matematica del calcolo elettorale al piano delle classi dirigenti, la faccenda si complica.

"L'unico vantaggio" a favore dell'accordo è che i 5 stelle ad oggi "non hanno una struttura né un candidato pronto" per il voto in Emilia-Romagna. E questo è un "vantaggio", dice Valbruzzi, a favore di chi concede chance all'ipotesi dell'accordo. (Mac/ Dire)

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