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Pro famiglia contestati in Regione, Lgbt al Pd: "Legge subito, fate un passo indietro"|VIDEO

Il presidio in viale Aldo Moro per un convegno contro la legge sull'omotransfobia; voto rimandato per un emendamento sulla gpa

Dentro, in un'aula dell'Assemblea legislativa, il convegno pro famiglia contro la legge sulla omotransfobia. Fuori, dietro le transenne e accanto ai blindati della polizia, la protesta del mondo arcobaleno Lgbtqi.

Con loro alcuni esponenti dem, anche se il Partito democratico in questa immaginaria scacchiera si posizionerebbe meglio al centro, vista la spaccatura proprio sul quel progetto di legge dovuta alla presentazione di un emendamento sulla gestazione per altri, firmato da nove consiglieri della corrente cattolica. 

"Troveremo una sintesi politica - afferma il capogruppo Pd in Regione, Stefano Caliandro - abbiamo il dovere di portare a casa la legge ed è per questo che ieri ci siamo fermati. Gli emendamenti sono migliorabili e supereremo l'impasse". 

A chiedere un passo indietro al Pd e l'approvazione della legge, un centinaio di esponenti della comunità Lgbtqi in presidio: "Pd: vi siete incartati (come al solito)”, si legge su uno dei cartelloni. E poi i cori al megafono: "Ma quale Regione, ma quale Dio, sul mio corpo decido io”, "Vergogna, approvate la legge subito".

"Vorrei dire ai signori dell'estrema destra che stanno qui - dichiara Franco Grillini, leader dell'Arcigay in presidio - che non è obbligatorio essere la destra peggiore d'Europa; fin pochi sanno che nel mondo ci sono 68 paesi dove l'omosessualità è considerata un reato grave e otto paesi in cui è prevista la pena di morte - continua - siete per caso d'accordo anche su questo?".

Nel frattempo all'interno della Regione era in corso il convegno "Sì alle leggi per la famiglia, no alla legge sulla omotransnegatività" con Jacopo Coghe tra i relatori, vicepresidente del XII Congresso Mondiale delle Famiglie, che prima di entrare ha invitato i consiglieri regionali a ritirare la legge: "Siamo contenti che la legge si sia fermata, faccio un appello anche a tutti i consiglieri regionali a rivalutarla e ritirarla”.

Dal Pd bolognese invece arriva un appello ai consiglieri regionali di ritirare l'emendamento per salvaguardare gli obettivi originali della legge, quelli di tutela delle cittadine e dei cittadini Lgbti da violenze e discriminazioni. L'iniziativa è di due consigliere comunali: Roberta Li Calzi e Gabriella Montera, e conta già 114 firme.

Tra i primi nomi quelli della vicesindaco Marilena Pillati e degli assessori Marco Lombardo e Susanna Zaccaria. Quest'ultima in presidio sotto le due torri. Ci sono poi anche svariati consiglieri comunali di Palazzo D'Accursio e le sindache di Castel Maggiore e Argelato,  Belinda Gottardi e Claudia Muzic.

Firmano anche gli ex parlamentari Sergio Lo Giudice e Marilena Fabbri, nonche' l'ex consigliere comunale e ginecologo Corrado Melega. Poi consiglieri di Quartiere, segretari di circolo, iscritti ed elettori, spiega Li Calzi. 

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